FYI.

This story is over 5 years old.

hack the election

E se la Russia stesse cercando di far vincere Marine Le Pen in Francia?

L'intelligence teme che Mosca possa cercare di influire sul risultato delle elezioni francesi del prossimo aprile.

L'intelligence francese teme che la Russia possa cercare di influire sul risultato delle elezioni presidenziali del prossimo aprile favorendo la vittoria di Marine Le Pen.

Mercoledì scorso la rivista satirica Le Canard Enchaîné ha riportato la notizia secondo cui la DGSE (la Direction Générale de la Sécurité Extérieure) riterrebbe plausibile l'esistenza di una rete di disinformazione coordinata dal Cremlino.

Pubblicità

Secondo il report, la Russia potrebbe cercare aiutare Le Pen attraverso l'utilizzo di bot che posterebbero messaggi positivi sulla candidata del Front National, e la pubblicazione di email personali dei suoi oppositori.

Al momento l'ipotesi sarebbe stata considerata talmente credibile da spingere la Difesa a organizzare un incontro specifico sul tema all'Eliseo.

Da oggi né la DGSE né il Cremlino hanno voluto rispondere alle nostre domande.

Leggi anche: Come Matteo Salvini è diventato la più grande 'groupie' di Vladimir Putin in Italia

Stando a un sondaggio pubblicato giovedì 9 febbraio, Le Pen potrebbe vincere al primo turno, ma perdere poi il ballottaggio contro il candidato centrista Emmanuel Macron.

Il Repubblicano Francois Fillon, dapprima ritenuto favorito per la corsa alla presidenza, rischia al momento di finire al terzo posto, danneggiato dallo scandalo sulla corruzione di cui è uno dei protagonisti.

Dove l'ho già sentita, questa?

Da quando nel novembre scorso l'intelligence USA ha puntato il dito verso il Cremilino dopo l'hacking dei server della DNC (il Comitato Nazionale Democratico degli Stati Uniti), da più parti ha cominciato a circolare il sospetto che l'"esercito di hacker" vicini a Putin stessero cercando di spostare le loro attenzioni verso l'Europa.

I Democratici, infatti, temono esistano rapporti tra Russia e WikiLeaks, che nei mesi scorsi ha pubblicato mail riservate della DNC e del campaign manager di Hillary Clinton, John Podesta.

Pubblicità

La settimana scorsa, Assange ha dichiarato a un giornale russo di essere in possesso di materiale su Macron.

Come funzionerebbe questa campagna?

Secondo Ben Nimmo, senior fellow dell'Atlantic Council's Digital Forensic Research Lab, una campagna "russa" di questo tipo si dispiegherebbe quasi certamente attraverso tre elementi:

- Innanzitutto, l'impiego di bot per pubblicare messaggi di sostegno a un candidato, e per danneggiare i suoi avversari;

- Degli hacker potrebbero poi danneggiare l'account degli altri candidati, pubblicandone il contenuto—via WikiLeaks, o l'invio anonimo ad altre testate;

- L'agenzia Sputnik, molto vicina al Cremilino e presente in Francia già dal 2015, pubblicherebbe infine informazioni sbilanciate in favore di Le Pen.

Davvero rischiano di far vincere Le Pen?

Nimmo pensa di sì. Anzi, non proprio, perché l'effetto sarebbe comunque marginale—spiega. Ma contribuirebbe a creare un contesto nel quale inscrivere l'intera campagna, con un'offensiva dall'impatto fatale per chi si oppone al candidato "prescelto"—specie in caso di una corsa serrata per la vittoria finale.

Peraltro, come dimostrato da Brexit e Trump, tutto ciò che è in grado di spostare anche solo il 2 per cento di voti rischia di essere decisivo.

Quali sono i rapporti tra Le Pen e la Russia?

Le Pen appoggia da tempo la politica internazionale di Mosca: è storicamente molto critica nei confronti delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale dopo l'annesisone della Crimea nel 2014, e—stando a diversi report—avrebbe promesso di riconoscere l'annessione della regione ucraina alla Russia in caso di vittoria.

Il partito di Le Pen avrebbe inoltre ricevuto un presito di 11,7 milioni di dollari nel 2014 da una banca russa. Lo stesso padre di Marine Le Pen e leader storico dell'estrema destra francese, Jean-Marie, avrebbe riceuto un prestito separto da 2,5 milioni da una società diretta da un ex agente del KGB.

Pubblicità

A dicembre scorso, infine, è uscia la notizia secondo la quale Marine Le Pen avrebbe richiesto un prestito da 30 milioni per finanziare la sua campagna elettorale da una banca ritenuta vicina a Putin.

Cosa possono fare i francesi?

Secondo Nimmo, il miglior deterrente contro la circolazione di informazioni viziate sarebbe la società civile.

"È tutto nelle sue mani. Insieme ai media francesi deve vigilare su questioni del genere, e tenere alta la soglia dell'attenzione. Più la gente capisce che deve pensare due volte prima di condividere news da fonti poco attendibili, più difficilmente le false informazioni prenderanno piede."

Leggi anche: Le bufale italiane su Vladimir Putin sono ormai completamente fuori controllo


Segui VICE News Italia su Twitter e su Facebook

Foto via VICE News