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La 19enne che ha denunciato di essere stata picchiata dalla polizia di Torino

La ragazza, un'attivista impegnata nel movimento No Tav e nella lotta per la casa, l'ha raccontato in un video pubblicato sui social network.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Nella sera tra l'8 e il 9 giugno 2017, Maya—un'attivista 19enne impegnata nel movimento No Tav e nella lotta per la casa—sarebbe stata fermata e picchiata dalla polizia a Torino. È quanto ha denunciato lei stessa in un video che è circolato ampiamente questo fine settimana sui social network.

Il suo racconto spiega la dinamica con cui si sarebbero svolti i fatti. Tutto sarebbe iniziato mentre la ragazza assisteva alla perquisizione di tre persone ai Murazzi, per poi avvicinarsi per capire cosa stesse succedendo. Gli agenti, infastiditi dalla sua presenza, le avrebbero chiesto i documenti per l'identificazione. Nel frattempo sarebbero arrivati altri poliziotti, a suo dire "molto nervosi" e passati dopo poco provocazioni. L'agente che ha chiesto i documenti, in particolare, le avrebbe detto che quella notte "non sarei tornata a casa ma l'avrei passata al carcere Le Vallette."

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A seguito del controllo, spiega la ragazza, è afferrata per i polsi e spintonata dentro la volante. Durante il tragitto ha avvertito i suoi amici dell'accaduto, creando ulteriore nervosismo tra gli agenti. "Hanno inchiodato, sono scesi e mi hanno storto una spalla e sequestrato il telefono," dice nel video. Una volta arrivati al commissariato di polizia di corso Tirreno la ragazza è riconosciuta dagli agenti come una militante politica, per aver preso parte a manifestazioni a Torino e in Val di Susa, e anche a picchetti antisfratto.

A quel punto, Maya sarebbe stata messa su una sedia. "Lo stesso agente che mi aveva messo in auto in piazza Vittorio," dichiara, "mi ha tirato un pugno urlandomi che io non dovevo parlare e dovevo solo stare zitta."

Il trattamento sarebbe proseguito con una "perquisizione totale." Dopodiché Maya è trasferita nella cella, rimanendovi per circa tre ore. Solo dopo un'ora e mezza, prosegue, le è stato permesso di andare in bagno. "Durante tutto il tempo che sono stata lì dentro," afferma, "ci sono state diverse provocazioni da tutti gli agenti che erano presenti", tra cui "insulti e minacce."

Il rilascio è avvenuto solo verso le quattro di notte, con una denuncia a carico per violenza, resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio e addirittura porto d'armi (perché nel suo marsupio sono rinvenuti sette chiodini da muro). Al pronto soccorso, i medici hanno riscontrato contusioni all'orbita dell'occhio destro (dove Maya sostiene di aver ricevuto il pugno), al polso sinistro e alla spalla destra. La prognosi prescritta è di sei giorni.

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Il centro sociale Askatasuna, in un comunicato, ha parlato di "violenza e una gravità altissima, che non può essere taciuta. Tuttavia in tanti, e soprattutto in tante, sappiamo anche che ciò che è successo non ha purtroppo nulla di 'episodico'." Mercoledì, inoltre, ci sarà un'assemblea di solidarietà in piazza Santa Giulia a Torino.

La ragazza ha manifestato l'intenzione di sporgere denuncia. A questo proposito, come mi ha riferito, in settimana ci sarà un'uscita pubblica per spiegare in dettaglio i prossimi passi da intraprendere.

La questura di Torino, invece, ha fatto sapere che "avrebbe svolto tutti gli approfondimenti necessari a far luce sulla vicenda, verificando se le accuse sono veritiere."

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