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Pamela Anderson è appena diventata una specie di Slavoj Žižek

Su Twitter si è anche detta preoccupata per l'Italia, parlando di Salvini e del clima di paura che le ricorderebbe gli anni Trenta.
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Collage via Wikimedia Commons e Twitter.

Se penso a Pamela Anderson, personalmente me la ricordo in Barb Wire (1996), un film di fantascienza post-apocalittica in cui gli Stati Uniti sono una dittatura fascista della cui sorprendente attualità mi ero già meravigliato (ahimè inascoltato) all’inizio dell’anno scorso. Per quelli di voi che solo in queste ore si fossero svegliati da un coma iniziato più o meno ai tempi di Baywatch, invece, Pamela Anderson potrebbe apparire come una delle principali voci progressiste rimaste in Occidente. Francamente non capisco neanche perché qualcuno dovrebbe meravigliarsi di questa cosa nella stessa settimana in cui il presidente della Nigeria ha convocato una conferenza stampa per smentire di essere morto e di essere stato rimpiazzato da un sosia, ma tant’è.

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Comunque, ecco i fatti: in questi giorni Pamela Anderson—che da tempo ha fatto sue le battaglie sui diritti degli animali, l'ambiente, la legalizzazione della cannabis—è in Europa e ha twittato alcune riflessioni su quello che sta succedendo da queste parti.

Prima si è occupata della protesta dei gilet gialli in Francia, spiegando che per quanto non apprezzi la violenza delle manifestazioni questa non è paragonabile alla “violenza strutturale delle élite francesi e globali”; trovandone le cause nelle “tensioni tra l’élite cittadina e i poveri delle zone rurali, tra le politiche rappresentate da Macron e il 99 percento che ne ha abbastanza delle disuguaglianze” e chiedendosi come si possono rendere costruttive queste proteste e come possono fare “i progressisti in Francia e in tutto il mondo” per canalizzare queste energia verso “la costruzione di società più egualitarie” (ha anche elaborato questi pensieri in un post sul suo blog qualche giorno fa).

E già qui c’era abbastanza materiale per risatine sarcastiche e meme tipo “la sinistra riparta da Baywatch.

Ieri sera invece Anderson è tornata a parlare di attualità e si è dedicata all’Italia, dicendosi “preoccupata dei trend in corso” che le ricordano gli anni Trenta per “la paura e il senso di sicurezza diffuso in tutti gli strati della società, gli attacchi quotidiani a rifugiati e migranti, l’aggravarsi della crisi economica.”

Poi—ricollegandosi al discorso sulla Francia—ha anche parlato di Salvini.

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“Salvini di recente ha detto che ‘Macron è un problema dei francesi’, intendendo che quello che sta succedendo adesso in Francia con le proteste dei gilet gialli è qualcosa che riguarda solo i francesi. Questo è sbagliato,” ha scritto. Si tratta invece di “un problema europeo” così come sono un problema europeo anche “le misure anti-immigrati e l’ascesa di una nuova forma di fascismo in Italia.”

E la soluzione “non è più Macron o più Salvini, che in realtà hanno bisogno l’uno dell’altro e si rafforzano l’uno con l’altro,” ma “solo un risveglio paneuropeo” in grado di “affrontare la crisi economica, sociale ed ecologia dell’Europa di oggi.”

Vale forse la pena far notare che il tweet fissato sul profilo di Pamela Anderson rimanda a un sito con un appello per la creazione di “un’internazionale progressista” promosso da Varoufakis e da Jane Sanders—che per la sua missione di salvare il mondo da populisti e fascistume vario sinceramente non credo potesse trovare testimonial migliore.

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Guarda 'Connected,' il nostro cortometraggio Sci-Fi con Pamela Anderson: