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amministrative 2016

La guida di VICE News alle elezioni del sindaco di Milano

I candidati, i temi caldi, i programmi elettorali e i sondaggi: VICE News ha preparato una guida con tutto quello che c'è da sapere sulle elezioni amministrative di Milano.
Foto di Lorenzoclick via Flickr

Sono passati ormai cinque anni dalla 'rivoluzione arancione' che ha portato Giuliano Pisapia a diventare il primo sindaco di centrosinistra di Milano dopo più di 15 anni di governo del centrodestra.

Il sindaco uscente ha annunciato a marzo dello scorso anno che non si sarebbe ricandidato per un secondo mandato, dando il via a una corsa per la successione nelle fila del centrosinistra.

Oltre al dopo-Pisapia, il nuovo sindaco di Milano dovrà delineare anche il futuro della città nel dopo-Expo — l'evento che ha visto la città guadagnare uno spazio importante sul palcoscenico internazionale da maggio a ottobre 2015.

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I milanesi voteranno per sindaco, consiglio comunale e, per la prima volta, presidente e consigli municipali. Le consultazioni si terranno il cinque giugno, dalle 07:00 alle 23:00, mentre l'eventuale ballottaggio avrà luogo domenica 19 giugno.

Abbiamo preparato una breve guida per cercare di capire chi sono i candidati, quali sono i temi caldi, e chi, secondo i sondaggi, sembra essere in vantaggio.

Nonostante in totale i candidati siano nove, la vera sfida si giocherà tra Giuseppe Sala, sostenuto dal PD, e da Stefano Parisi, appoggiato da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia.

La corsa è stata da molti rinominata una 'sfida tra manager,' considerando che entrambi i candidati principali provengono da un background simile, sia nel pubblico che nel privato.

Stefano Parisi, 60 anni, nato a Roma, ha svolto diversi ruoli nelle istituzioni: è diventato capo della segreteria tecnica del Ministero del Lavoro nel 1984, per passare poi dal 1992 al 1997 a lavorare a capo del Dipartimento per gli Affari Economici del Consiglio dei Ministri.

Nel 1997 diventa 'city manager' o 'direttore generale' di Milano - una figura tecnica che coordina la gestione della macchina comunale - con la giunta di Gabriele Albertini. Nel 2004 Parisi passa al settore privato, assumendo il ruolo di Amministratore delegato di Fastweb, ruolo che ha mantenuto fino al 2012, quando è diventato Presidente di CHILI, una piattaforma di diffusione di film in streaming da lui stesso fondata.

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La nomina di Parisi è arrivata febbraio, dopo il raggiungimento di un consenso sul suo nome tra le diverse forze del centrodestra, che hanno deciso di correre insieme. Ad aprile è arrivato anche l'appoggio di Corrado Passera, che ha ritirato la sua candidatura a sindaco con una lista civica e ha dato il suo sostegno a Parisi.

L'altro 'manager' è Giuseppe Sala, detto Beppe: milanese di 58 anni, ha appena terminato la sua esperienza come commissario unico di EXPO, iniziata nel 2013 dopo la nomina dell'allora Presidente del Consiglio Enrico Letta.

Sala ha fatto il percorso opposto di Parisi, iniziando a lavorare nel privato per poi passare all'amministrazione pubblica. Dal 1994 al 2002 è alla Pirelli, dove viene nominato Amministratore delegato della Pneumatici Pirelli e poi Senior vice president operations. Nel 2002 diventa Chief financial officer di TIM. Dopo una breve esperienza nel mondo della finanza, nel 2009 diventa city manager del comune di Milano sotto il governo di Letizia Moratti — ruolo che ha ricoperto fino alla nomina a commissario unico di EXPO.

Ha vinto le primarie del centrosinistra nel febbraio scorso con il 42 per cento dei voti, battendo due candidati che, pur facendo parte entrambi della giunta Pisapia, hanno deciso di correre separatamente: Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino.

Chi è passato invece un po' in sordina in queste amministrative è il Movimento Cinque Stelle. Il Movimento aveva inizialmente candidato Patrizia Bedori dopo la sua vittoria alle 'comunarie' dello scorso novembre. A marzo, però, Bedori ha ritirato la sua candidatura a causa dell'eccessiva pressione mediatica. È subentrato allora l'attuale candidato del Movimento, Gianluca Corrado, avvocato siciliano di 39 anni e attivista pentastellato dal 2012 — che ha vinto il 'voto confermativo' della sua candidatura indetto sul blog di Beppe Grillo.

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C'è poi Marco Cappato, candidato dei Radicali, cha deciso di correre da solo, diversamente da quanto avvenuto a Roma dove invece i Radicali hanno dato il loro appoggio al candidato del Partito Democratico. Già unico consigliere dei Radicali dal 2011, è tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni ed è promotore della proposta di legge di iniziativa popolare sull'eutanasia legale, approdata quest'anno in Parlamento.

Ha avuto molto risalto sui media il fatto che i programmi dei due candidati principali, Parisi e Sala, siano molto simili: la Stampa li ha definiti "programmi fotocopia," e ha riportato alcuni passaggi dei rispettivi manifesti elettorali che sembrano una rielaborazione l'uno dell'altro.

Tanto che sono stati i candidati stessi ad affrontare direttamente la supposta somiglianza non solo dei loro profili, ma anche delle loro proposte politiche.

"Tira questa arietta che saremmo due manager simili… Ma siamo diversissimi," ha detto Sala al lancio della sua campagna elettorale. "Dicono che io e lui abbiamo programmi uguali," ha replicato Parisi durante il suo, di lancio. "A parte che non l'ho ancora visto, l'altro programma, ma non credo siano uguali. Siamo lontani anni luce."

A guardare con più attenzione, indubbiamente gli obiettivi e i temi trattati sono abbastanza simili, soprattutto nelle parti dei programmi a più alto contenuto 'retorico'. L'idea di Milano "smart city," l'obiettivo di una maggiore efficienza dei trasporti e i piani per il dopo-Expo appaiono a grandi linee sullo stesso tragitto ideale. Ma le differenze, soprattuto nel dettagli delle proposte, ci sono.

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A partire dallo stile comunicativo. Da una parte quello di Sala, che nel suo programma impiega pagine in abbondanza per descrivere i risultati della giunta Pisapia, promettendo di continuare a lavorare nella stessa direzione, con proposte che hanno ben poco di nuovo rispetto ai piani sviluppati negli ultimi cinque anni. Dall'altra quello di Parisi, che nonostante non possa negare l'effettivo periodo roseo vissuto da Milano negli anni recenti, riesce comunque a puntualizzare alcune inefficienze da migliorare, mostrandosi più critico.

Una differenza, in particolare, concerne la costruzione di una moschea a Milano. Sala ha affermato che costruirà una moschea a Milano, dicendo che averne una in città "è necessario, non solo auspicabile." Parisi, dal canto suo, non si dice contrario in assoluto, ma non considera la realizzazione della moschea una priorità e vorrebbe prima l'approvazione di una legge nazionale in materia. "Fare una moschea qui [in Via Padova] sarebbe solo accentuare una situazione di preoccupazione da parte di tutti gli abitanti di questa zona," ha detto Parisi, aggiungendo che "è meglio una moschea che un sottoscala, ma bisogna stare attenti da dove vengono i fondi."

I macrotemi // Sicurezza

Il primo punto affrontato nel programma di Parisi è quello della sicurezza, considerata "una priorità." Propone più poliziotti e una pattuglia sempre attiva in ogni quartiere della città; vuole raddoppiare le telecamere per la videosorveglianza e rilasciare incentivi per l'installazione di dispositivi di sicurezza anti-intrusione, anti-aggressione, e via dicendo.

Su un piano più ampio, Parisi punta sulla riorganizzazione polizia municipale, sulla presenza massiccia dell'Esercito con l'operazione Strade Sicure - previo un accordo col Ministero della Difesa - e la reintroduzione del vigile di quartiere — figura lanciata proprio dalla giunta Pisapia, ma il cui ruolo è andato man mano a ridursi e ad assomigliare a quello di un regolare vigile urbano.

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Anche Sala dedica parte del suo programma al vigile di quartiere, figura che "ha prodotto molte aspettative e pochi risultati." Il candidato del centrosinistra vuole rivedere il vigile di quartiere all'interno di un progetto di polizia di comunità — nel contesto di un piano più ampio che si pone l'obiettivo di coniugare sicurezza e solidarietà.

Senza entrare troppo nello specifico delle misure da adottare, Sala propone una riorganizzazione della polizia locale sul modello della "community policing" anglosassone, che mette direttamente in relazione cittadini e forze di polizia a ogni livello organizzativo.

I macrotemi // Trasporti e Mobilità

Con un discorso che fa molto leva sui successi della precedente amministrazione, Sala indica la mobilità come un tema centrale per Milano. L'Area C, la zona a traffico limitato che incorpora il centro storico della città - introdotta dalla giunta Pisapia nel 2012 - secondo Sala va confermata, visti i risultati raggiunti negli ultimi quattro anni.

Altro obiettivo è il biglietto unico integrato per i mezzi di trasporto gestiti da diversi enti. Sala vuole poi potenziare il trasporto pubblico per quanto riguarda gli investimenti, gli orari, i prolungamenti delle linee metropolitane e disincentivare la circolazione dei mezzi ingombranti o inquinanti.

In linea con gli ultimi anni, Sala spinge per uno sviluppo ulteriore del trasporto condivido, car e bike sharing: l'obiettivo per le biciclette è di raggiungere "il 20 per cento di split modale," cioè l'uso quotidiano della bici da parte di un milanese su cinque.

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Parisi si mostra invece più critico verso l'Area C, che secondo il candidato del centrodestra necessita di una revisione. Considerata "un successo mediatico ma non tecnico," Parisi propone il decongestionamento di aree meno centrali ma comunque molto trafficate della città; la tariffazione ambientale che era già applicata nel precedente modello dell'Ecopass; deroghe per i cittadini con difficoltà economiche che devono recarsi in centro.

Come Sala, anche Parisi punta all'introduzione di un biglietto integrato. Propone l'estensione notturna delle linee ATM per disincentivare l'uso dei mezzi privati, l'ampliamento dei programmi di car e bike sharing, nuove linee su ferro con infrastrutture già esistenti (come il passante ferroviario),

I macrotemi // Dopo-EXPO e Innovazione

Entrambi i candidati puntano molto sull'idea di Milano 'smart city,' motore del cambiamento e dell'innovazione in Italia. In questo frangente, i programmi risultano davvero molto simili.

Per Parisi, la smart city è declinata più verso la promozione di un'amministrazione trasparente e il miglioramento dell'accesso alla macchina comunale da parte dei cittadini grazie agli avanzamenti tecnologici.

Lo slogan è "per una Milano a portata di smartphone," e la visione del candidato di centrodestra è una città in cui la tecnologia contribuisca a migliorare la qualità della vita dei cittadini: riducendo il tempo perso per gli adempimenti burocratici; riducendo il traffico e l'inquinamento grazie ai semafori 'intelligenti'; rendendo la città più sicura con sistemi di videosorveglianza tecnologici.

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Il programma di Beppe Sala definisce Milano come "la prima città metropolitana 'smart' in Italia," e mira a rendere sempre più accessibili i servizi cittadini. I temi chiave sono la promozione della sharing economy, privilegiando in particolare i cittadini più deboli — grazie a una maggiore alfabetizzazione tecnologica e sviluppando tecnologie più a misura di utente.

L'approccio di Sala vuole essere sistemico e inglobare ogni ambito dell'organizzazione comunale, puntando a rendere Milano uno tra i "migliori 20 ecosistemi locali dell'innovazione al mondo."

Per quanto riguarda il dopo-EXPO, la priorità è l'eliminazione dei vincoli di sviluppo sull'area che, secondo Parisi, rendono insostenibile il recupero della zona dal punto di vista economico — sottolineando quindi la necessità di semplificazioni burocratiche e sgravi fiscali.

Sul futuro dell'area c'è convergenza, e la proposta di Parisi è praticamente in linea con quanto promosso da Sala: il progetto Human Technopole fortemente voluto e sostenuto anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Anche Sala vuole creare un polo tecnologico universitario e centro di ricerca di importanza mondiale, fulcro dell'innovazione scientifica e tecnologica.

Il piano è di far diventare l'ex zona EXPO il fulcro dell'innovazione scientifica, tecnologica e universitaria a Milano — futura "capitale europea delle startup." Sala propone la riqualificazione dell'area per trasformarla in un campus universitario e centro per lo sviluppo scientifico e delle startup, un polo attrattivo per ricercatori da tutto il mondo.

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A differenza di Parisi, però, Sala sembra puntare più sull'innovazione come strumento di solidarietà e inclusione piuttosto che sulla gestione amministrativa.

Secondo un rilevamento di Demos, Giuseppe Sala appare in vantaggio con il 39,2 per cento dei voti al primo turno, mentre Stefano Parisi si attesta al 35,8 per cento. Più indietro troviamo Gianluca Corrado con il 13,3 per cento dei voti.

Anche per Ipsos Sala appare il candidato con più possibilità di arrivare al ballottaggio, e al momento sembra raccogliere il 38.2 per cento delle preferenze, davanti a Parisi col 36,6 e a Corrado col 17 per cento.

Al ballottaggio, la distanza tra i due candidati principali sembra ridursi: vincerebbe Sala col 51,2 per cento, con un vantaggio di poco più di un punto rispetto al 48,8 per cento di Parisi.


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Foto di Lorenzoclick rilasciata su licenza Creative Commons