FYI.

This story is over 5 years old.

Afghanistan

MSF esige che gli Stati Uniti dicano la verità sul bombardamento dell'ospedale afghano

Il direttore generale di Medici Senza Frontiere continua a sostenere che l’attacco americano contro il loro ospedale di Kunduz sia stato volontario, e non frutto di un errore.
Foto by Jawed Kargar/EPA

Medici Senza Frontiere continua a sostenere che l'attacco aereo di inizio ottobre contro un ospedale nel nord dell'Afghanistan sia stato volontario e non un errore, come ritiene invece l'esercito americano.

In un'intervista concessa domenica all'agenzia di stampa Associated Press, il direttore generale di MSF Stokes ha spiegato che l'attacco del 3 ottobre nella città afghana di Kunduz avrebbe causato "la distruzione piuttosto precisa" dell'ospedale, dove 70 operatori sanitari stavano curando 100 pazienti.

Pubblicità

Il Pentagono ha inizialmente dichiarato di aver condotto un attacco aereo "nelle vicinanze" dell'ospedale per colpire dei ribelli talebani che stavano sparando contro personale militare americano. Quest'affermazione è stata confermata lunedì dal ministro della difesa ad interim dell'Afghanistan.

"Talebani insorti e forse agenti pakistani avevano usato l'ospedale di Medici Senza Frontiere nella città di Kunduz come rifugio per cercare riparo," ha informato Masoom Stanekzai ad AP.

Leggi anche: Cos'è cambiato dopo un anno di bombardamenti contro lo Stato Islamico?

Secondo l'agenzia, specialisti dell'esercito americano avrebbero compiuto un sopralluogo nella zona dell'ospedale, e sarebbero così venuti a conoscenza  del fatto - prima dell'attacco - che si trattasse di una struttura medica. Non è chiaro, però, se i comandanti che hanno ordinato l'attacco fossero a conoscenza di questa informazione.

MSF ha dichiarato più volte che i combattenti talebani non erano nei dintorni dell'ospedale. "Non sono entrati soldati talebani armati all'interno della struttura," ha detto Stokes. "Quello che siamo riusciti a capire dai nostri dipendenti e dalle guardie è che c'è stato un controllo molto serrato, molto efficiente di quello che succedeva dentro e intorno all'edificio, e non sono state segnalate sparatorie nelle ore precedenti alla distruzione dell'ospedale."

Un giornalista della rivista americana Foreign Policy ha visitato l'ospedale dopo il bombardamento e ha parlato con dei testimoni che avrebbero smentito la versione americana della vicenda. Gli abitanti del luogo hanno spiegato di aver effettivamente visto dei combattimenti nella zona, ma distanti tra i 200 e gli 800 metri circa dall'ospedale di MSF, e che nessuno di questi ha avuto accesso alla struttura.

Pubblicità

Leggi anche: Nell'ospedale italiano che cura i migranti affetti da DPTS

L'attacco ha ucciso 12 dipendenti di MSF e 10 pazienti, di cui tre bambini, e ha ferito decine di persone. L'episodio ha provocato lo sdegno della comunità internazionale, e ha spinto MSF a ritirarsi dalla città di Kunduz, lasciando la zona priva di un centro ospedaliero.

Gli ospedali in zone di guerra sono tutelati dal diritto internazionale: gli Stati Uniti, infatti, hanno subito una forte pressione affinché spiegasse le ragioni del bombardamento alla struttura di MSF. L'esercito ha aperto un'indagine, e la Casa Bianca ha affermato in un comunicato che si aspetta "un resoconto dettagliato dei fatti e delle circostanze" che hanno portato al bombardamento.

MSF ritiene insufficiente l'indagine interna dell'esercito americano, e ha chiesto che venga avviata un'inchiesta indipendente e internazionale per cercare di capire cosa sia successo.

Follow VICE News on Twitter: @vicenews