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Perché la musica dal vivo non può e non deve morire al Bataclan

Concerti militarizzati, interi tour cancellati, costosi standard di sicurezza: nonostante i proclami, il mondo della musica live sta già cambiando. Ci sarà un pre e un post-Bataclan?
Foto via Flickr

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Il ritornello che ascoltiamo in questi giorni fa più o meno così: "Non dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Non dobbiamo far vincere la paura."

Anche Madonna, dal palco di Stoccolma poche ore dopo gli attacchi di venerdì scorso a Parigi, ha spiegato al pubblico che non vuole permettere a nessuno, e tantomeno ai terroristi, "di farci smettere di fare ciò che amiamo fare." E così, miss Ciccone ha confermato le tre date torinesi del suo tour mondiale, svoltesi regolarmente giovedì, venerdì e domenica della scorsa settimana.

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Eppure, il sanguinoso attacco terroristico al Bataclan di Parigi - che ha causato la morte di 89 persone e il ferimento di altre decine di spettatori - potrebbe cambiare la musica live. In alcuni casi, anzi, l'ha già fatto.

Anche in Italia, dove i concerti di Bob Dylan sono stati militarizzati: sabato al Teatro degli Arcimboldi di Milano una schiera di agenti di sicurezza armati ha perquisito tutti gli spettatori, seguendo una procedura richiesta dalla prefettura e caldeggiata pochi giorni fa dall'entourage dello stesso Dylan.

Nelle due date del Menestrello di Duluth tenutesi al Teatro Manzoni di Bologna, entrambe sold out da tempo, il foyer era invece occupato da cani anti-eplosivo, metal detector, militari armati. In sala, durante il live, guardie in incognito sorvegliavano la folla, controllando ogni movimento sospetto. Il direttore del Manzoni, Giorgio Zagnoni, ha spiegato di avere istituito una "sorveglianza nella zona dei camerini" aggiungendo tuttavia di non sentirsi "in guerra: con un nome come Dylan le precauzioni andrebbero prese comunque. Non è un concerto come gli altri."

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In realtà, the times they are a'changin: almeno per un po', infatti, i concerti saranno sotto sorveglianza speciale—con misure di sicurezza straordinarie e una paura diffusa, più che tra il pubblico, tra organizzatori, gestori e artisti.

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Una paura - irrazionale, talvolta - che secondo la retorica "non va fatta vincere", ma che in qualche caso ha già prevalso: durante il weekend appena trascorso, il concerto milanese delle band rock-metal Papa Roach e Five Finger Death Punch è stato annullato precauzionalmente in seguito a delle voci che indicavano il live come un possibile obiettivo dei terroristi. Era una bufala, senza conferme da parte delle autorità, ma il live è saltato lo stesso.

A far propendere gli organizzatori e le band per la cancellazione della data che si sarebbe dovuta tenere all'Alcatraz di via Valtellina, "numerose voci" che "si sono diffuse via internet": secondo International Business Times, la minaccia sarebbe stata inizialmente diffusa da Anonymous. Il collettivo hacker, che nei giorni successivi agli attacchi di Parigi aveva annunciato una controffensiva informatica contro lo Stato Islamico, ha tuttavia fermamente negato questa ipotesi:

We did not spread any rumors about possible future ISIS attacks, and frankly, we do not know where the rumors come from.

— Anonymous (@YourAnonNews)21 Novembre 2015

Le due band hanno spiegato le motivazioni della cancellazione attraverso i social network. I Papa Roach hanno scritto di avere ricevuto "molte segnalazioni" di un possibile attacco al concerto, spiegando di essere stati quindi "costretti a cancellare lo show":

Discorso simile per i Five Finger Death Punch, che hanno però scaricato parte della responsabilità sui promoter italiani del live: "Abbiamo fatto del nostro meglio in pochissimo tempo per assicurare che la sicurezza [durante il concerto] sarebbe stata adeguata. Purtroppo, non abbiamo ricevuto conferma in tempo che le nostre richieste sarebbero state soddisfatte e che tutti i nostri fan sarebbero stati al sicuro":

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Similmente, il gruppo metal dei Lamb Of God non presenzierà questa sera all'Alcatraz dopo avere deciso di annullare l'intero tour europeo. Nel comunicato che annuncia la decisione di sospendere i concerti non si fa riferimento esplicito al problema terrorismo, ma lo scorso 18 novembre la band aveva annullato un concerto a Tilburg, in Olanda, parlando di un "rischio sicurezza" legato all'evento. Curiosamente i Children of Bodom, con cui i Lamb of God avrebbero dovuto condividere il palco stasera e durante tutto il resto del tour, hanno invece deciso di salire sul palco milanese.

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Nei giorni precedenti i Foo Fighters avevano cancellato le date restanti del loro tour europeo, gli U2 rinunciato al loro live parigino, i Coldplay annullato una data a Los Angeles. Decisioni prese, si legge, per rispetto ed empatia verso le vittime del Bataclan - la band di Dave Grohl ha parlato di "violenza senza senso" che non "permette" al gruppo di continuare a suonare - ma anche per ragioni di sicurezza date da una nuova consapevolezza: i concerti sono obiettivi sensibili del terrorismo.

Ma è davvero così? Oppure si tratta di una psicosi collettiva?

Nei giorni scorsi Live Nation, una delle agenzie di promozione, produzione e gestione di concerti più conosciute a livello internazionale, ha emanato un comunicato preannunciando un aumento delle misure di sicurezza all'interno dei locali e dei teatri che ospitano i loro concerti. In un'intervista a Rockandrollradio, il managing editor italiano Andrea Pieroni ha spiegato che le richieste di una 'militarizzazione' dei live sono arrivate "solo ed esclusivamente da artisti americani", mentre gli europei sono stati "più menefreghisti."

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Live Nation è l'agenzia che si è occupata della produzione dei tour di alcune delle band che hanno deciso di cancellare i concerti—tra cui Foo Fighters, U2, Five Finger Death Punch e Papa Roach.

In riferimento al live annullato sabato all'Alcatraz, l'agenzia ha emanato un comunicato per chiarire che tutte le misure di sicurezza concordate con le autorità e le due band erano state invece esaudite. Precauzioni che prevedevano, nello specifico, "il rafforzamento del numero di uomini a disposizione del controllo, portati a 20 e muniti di metal detector, la disponibilità dei cani per la bonifica esplosivi e la presenza del posto fisso di rinforzo con camionetta posta all'esterno del locale."

"Ci siamo sempre interfacciati con i corpi di polizia anche prima dei fatti di Parigi," ha spiegato ancora Pieroni nell'intervista. "Continueremo a farlo in maniera ancora maggiore. Detto questo, vorrei anche far presente che la polizia in Italia non prende ordini dagli organizzatori di concerti. Noi possiamo segnalare gli eventi, e lo facciamo sempre. Poi sono loro che decidono se e come intervenire."

Intanto, secondo quanto riferito venerdì a AFP da un portavoce di Prodiss, un gruppo che riunisce tutti i principali promoter francesi, la vendita dei biglietti per i concerti in città sarebbe calata dell'80 per cento. "È un'ondata di shock," ha spiegato, aggiungendo che gli organizzatori dei live sono "estremamente preoccupati per il futuro. Lavorano su un margine di profitto già esiguo," che potrebbe essere assottigliato ulteriormente dalle crescenti - e dispendiose - misure di sicurezza richieste dagli artisti.

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Con l'avvicinarsi del periodo natalizio, di solito un momento d'oro per la musica live, le preoccupazioni economiche si fanno dunque sempre più pressanti. Il Ministro francese della Cultura Fleur Pellerin ha promesso l'istituzione di un fondo di emergenza di quattro milioni di euro per aiutare il mondo del booking nel paese: i soldi saranno utilizzati per aumentare le misure di sicurezza nei locali e nei teatri.

Garantire la sicurezza è e deve essere, ovviamente, la priorità assoluta. Tuttavia, in questa situazione caotica e psicologicamente al limite, c'è il rischio reale che il pubblico associ il terrorismo ai concerti e che la musica post-Bataclan risenta di un progressivo allontanamento dovuto alla crescente militarizzazione dei locali.

"La musica dal vivo fa crescere l'amore tra sconosciuti."

Se applicassimo questo stesso ragionamento a tutti gli obiettivi colpiti dai terroristi a Parigi - i ristoranti, lo stadio, le vie della movida - dovremmo cominciare a rinunciare a divertimenti di ogni tipo: nessuno dovrebbe più uscire a cena, il Pigneto e i Navigli resterebbero deserti, le partite di calcio si giocherebbero a porte chiuse. Oggettivamente, sarebbe una sconfitta.

Benché a fare notizia siano le cancellazioni dei concerti, comunque, va detto che la stragrande maggioranza degli artisti ha deciso di non interrompere i propri tour, anche tra le band rock e metal: solo tra oggi e domani si esibiranno a Parigi gli Scorpions, i dEUS, i Nightwish, Danko Jones.

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Intanto, la celebre giornalista musicale americana Ann Powers ha lanciato l'hashtag #livemusicheals, 'la musica dal vivo cura', per rilanciare l'importanza di non farsi scoraggiare dall'attacco al Bataclan, sostenendo che la musica debba continuare sempre a essere fonte di gioia e unione, e non di paura e sospetti.

Let's share our favorite live music experiences in defiance of terror — annkpowers (@annkpowers)14 Novembre 2015

"Ascoltare musica, danzare e cantare assieme è uno dei grandi piaceri dell'umanità, una delle esperienze più profonde," ha scritto. "La musica fa crescere l'amore tra sconosciuti."

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Foto in apertura via Flickr di susieq3c in licenza Creative Commons