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Questo farmaco potrebbe salvarti la vita dall'overdose—ma non si trova nelle farmacie italiane

Il naloxone è un farmaco salvavita in grado di invertire gli effetti delle overdose di eroina. Nonostante per legge le farmacie siano obbligate ad averlo disponibile, 15 farmacie sulle 20 visitate da VICE News a Milano ne erano sfornite.
Una confezione di Naloxone iniettabile. Foto di Intropin via Wikimedia Commons

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In Italia nel 2014 sono morte per overdose 313 persone, quasi una al giorno — e poco meno della metà di questi decessi è stata causata dall'eroina.

La quota di morti per overdose da eroina è aumentata sul totale rispetto ai due anni precedenti, e se dai primi anni Duemila i decessi per overdose sono calati in maniera significativa, negli ultimi anni questo calo sembra essersi fermato.

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Esiste però un antidoto che può aiutare a ridurre ulteriormente i decessi per overdose da oppioidi, contrastando gli effetti dell'eroina sui recettori del cervello. Tuttavia, nonostante sia un medicinale che le farmacie sono obbligate ad avere a disposizione, molti esercizi ne sono sprovvisti.

Questo farmaco è il naloxone, ed è in grado di bloccare nel giro di qualche secondo gli effetti dell'overdose — e in particolare la depressione respiratoria, che può essere letale. Quando viene somministrato del naloxone a una persona in overdose, questa riprende a respirare nel giro di pochi secondi. Oltre all'insufficienza respiratoria, il farmaco è efficace anche nel combattere analgesia (assenza di percezione del dolore), allucinazioni ed effetti delusionali.

Se la persona non ha assunto oppioidi, invece, il farmaco non ha effetti, "per cui si può usare con tranquillità. Non ci sono particolari controindicazioni all'uso di questo antidoto," spiega a VICE News Carlo Locatelli, dirigente medico del Servizio di Tossicologia del Centro Antiveleni di Pavia.

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Nonostante la comprovata efficacia del farmaco e l'obbligo da parte dei farmacisti di avere delle fiale disponibili in negozio, da qualche tempo è stata riscontrata l'assenza del naloxone in un gran numero di farmacie. Una segnalazione era arrivata già a settembre, quando Radio Città del Capo ha constatato che numerose farmacie di Bologna erano sprovviste del Narcan, la forma di naloxone più conosciuta in Italia.

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Anche il dottor Riccardo Gatti, direttore del Dipartimento Dipendenze della AST di Milano, ci ha segnalato la possibilità che la stessa situazione fosse presente a Milano, e abbiamo deciso di fare visita alle farmacie della città per verificare la mancanza o meno del naloxone.

Il naloxone che non c'è

Ci sono diverse vie per accedere al naloxone: anche Sert, ospedali, ambulanze e unità mobili specializzate nel pronto intervento su soggetti affetti da dipendenze patologiche offrono, di norma, la somministrazione del farmaco. Sono tuttavia le farmacie a mettere a disposizione il medicinale ai pazienti, che possono procurarsi le dosi necessarie per l'autosomministrazione.

VICE News ha fatto visita a 20 farmacie in diverse zone della città, da Corso Genova, a Piazza Duomo, a Corso Buenos Aires. Di queste, solo una aveva il Narcan disponibile in negozio. Delle 19 farmacie sfornite di Narcan, 4 avevano disponibili altre forme di naloxone, come al esempio quella prodotta dalla SALF.

Le farmacie riportavano che il Narcan era "mancante": la casa produttrice non rifornisce i grossisti, e per questo il farmaco non arriva in farmacia. In una farmacia visitata da VICE News l'avviso di "mancanza" del Narcan è arrivata a gennaio, mentre in un'altra il farmaco non si vede da sette o otto mesi.

Foto via CGehlen suFlickr in Creative Commons

Raffaele Pietragalla, collaboratore di Sirton Medicare, l'azienda che produce il Narcan, ha dichiarato a VICE News che il prodotto effettivamente è mancante, in quanto per un problema di produzione legato alle materie prime la fabbricazione è stata interrotta. Il Narcan dovrebbe essere nuovamente disponibile a partire "da fine marzo 2016."

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Tecnicamente, comunque, il problema sarebbe risolvibile con l'acquisto di farmaci equivalenti al Narcan, ovvero fiale di naloxone prodotte da altre case farmaceutiche (come, appunto, la SALF, la Molteni, o la Galenica Senese). Tuttavia, 15 delle 20 farmacie che abbiamo visitato non avevano alcuna forma di naloxone disponibile.

Questo è un fatto grave, in quanto secondo le più recenti integrazioni alla dodicesima edizione della Farmacopea Ufficiale - il 'librone' che regola tutti i farmaci vendibili in Italia - "le farmacie sono obbligate ad essere provviste" di naloxone.

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Abbiamo contattato l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per chiedergli un commento sulla situazione riscontrata da VICE News nelle farmacie milanesi.

Cinzia D'Ambrosio, addetta stampa dell'agenzia, ha commentato via email che "l'AIFA ha effettuato le verifiche di competenza, confermando che il problema intervenuto nelle scorse settimane era collegabile a indisponibilità localizzate e legato verosimilmente a distorsioni distributive, limitate alla confezione destinata alle farmacie," e ha confermato quanto già comunicato dalla Sirton Medicare a VICE News, cioè che è presente una "carenza legata a problemi nella produzione del principio attivo della confezione di NARCAN destinata alle farmacie."

"L'AIFA segue il fenomeno e interviene tempestivamente sulle segnalazioni, anche se la sua competenza di legge è relativa alle carenze," prosegue D'Ambrosio. "Le indisponibilità derivano da distorsioni distributive, per le quali la sorveglianza è invece demandata ad altre istituzioni."

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"Serve la ricetta"

Durante il giro delle farmacie, era palpabile l'estrema confusione che regna tra i farmacisti riguardo al naloxone. Almeno due farmacie non erano al corrente del fatto che esistessero delle versioni generiche oltre al Narcan.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la prima cosa che ci è stata detta quando abbiamo chiesto di acquistare il Narcan è stata: "Serve la ricetta del medico."

In realtà, come indicato sempre dalle integrazioni alla Farmacopea Ufficiale, il farmacista non può vendere senza la presentazione della ricetta medica "antidoti ad azione specifica, ad eccezione del naloxone iniettabile." Il naloxone è infatti classificato come farmaco Senza Obbligo di Prescrizione (SOP).

Quando abbiamo fatto notare che non è richiesta la ricetta per la vendita del naloxone, alcuni farmacisti verificavano e confermavano l'informazione, mentre altri hanno insistito e hanno affermato che, se anche fosse stato disponibile in farmacia, non ci avrebbero venduto il farmaco senza ricetta.

L'esperienza riscontrata da VICE News è stata confermata da Cristiano Bregamo, della Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione, con sede a Milano. La cooperativa gestisce il servizio di Unità Mobile Territoriale, e Bregamo, che coordina il servizio, è incaricato di rifornire l'unità di confezioni di Naloxone.

"Effettivamente è molto complicato acquistare questo prodotto in farmacia," racconta. "La mia esperienza è che devo convincere i farmacisti a farmelo dare senza ricetta medica. La legge dice che tutti i farmaci iniettabili vanno venduti con la ricetta medica, eccetto i farmaci salvavita come il Narcan o il naloxone. Peccato che i farmacisti non riconoscono, peccando di ignoranza, il Narcan come farmaco salvavita. Quindi chiedono sempre la ricetta," continua.

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Foto di David Ryder/Reuters

Come è capitato a VICE News in una delle farmacie a cui abbiamo fatto visita, anche a Bregamo è stato chiesto di andare dal medico, farsi fare la ricetta e tornare ad acquistare il Narcan, cosa che in una situazione di emergenza per un farmaco salvavita sarebbe stata particolarmente problematica.

"Spesso bisogna anche fare un lavoro di informazione con i farmacisti," dice Bregamo. "La loro politica, da quello che ho capito, è di tenere una fiala per negozio, giusto per coprire eventuali bisogni, ma non ne acquistano di più, perché è un farmaco che scade molto rapidamente e costa anche un po'. Poi per le note politiche, per cui se una farmacia si fa riconoscere come quella dove c'è il naloxone, poi l'utenza si concentrerebbe e connoterebbe troppo," conclude.

Un'ulteriore problematica è presentata dal fatto che, in almeno tre delle quattro farmacie che non avevano il Narcan ma altre marche di Naloxone, erano disponibili solo confezioni con cinque o più fiale di naloxone, rendendo l'acquisto del farmaco abbastanza oneroso: come ci ha fatto notare uno dei farmacisti, una confezione da una fiala di Narcan costa 3 euro e 90, mentre la versione da cinque fiale della SALF costa tra i 18 euro e i 21. Non è un prezzo altissimo, ma potrebbe essere un deterrente per l'acquisto del farmaco in situazioni di emergenza da parte chi non ha una determinata disponibilità economica.

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"Questa è una cosa che mi piace poco, il farmaco ci dovrebbe essere," spiega a VICE News il dottor Gatti. "Dovrebbero averlo in casa di una marca o di un'altra," aggiunge."I farmaci d'obbligo devono esserci per forza, il naloxone ci dev'essere," concorda Locatelli. "I problemi di produzione purtroppo non stanno succedendo solo con questo, ma anche con altri farmaci. La crisi in giro c'è, checché ne dicano. Di naloxone fortunatamente non c'è solo il Narcan, ce ne sono varie formulazioni, si può trovare all'estero, insomma ci sono delle vie suppletive. Certo che una farmacia lo deve avere."

Il naloxone spray

Il naloxone può essere somministrato per via endovenosa, nel qual caso fa effetto dopo 2-3 minuti, o per via intramuscolare o sottocutanea, anche se in questo caso l'effetto si inizia a vedere dopo 15 minuti. Esiste anche la somministrazione tramite spray nasale: il prodotto, il cui uso semplice e immediato lo rende particolarmente efficace, è appena stato commercializzato negli Stati Uniti. In Italia, tuttavia, lo spray nasale non è ancora arrivato.

David Brabazon, co-fondatore e CIO di Adapt Pharma, la compagnia che ha commercializzato il naloxone spray negli Stati Uniti, ha spiegato via email a VICE News che al momento la società sta "valutando l'approccio nello sviluppo e nella commercializzazione del prodotto in Europa."

Brabazon spiega che affinché il farmaco possa essere venduto in Europa, deve essere sviluppato, poi deve essere inviata una richiesta di approvazione, e infine deve essere approvato dall'Agenzia europea per i medicinali.

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"Non sappiamo cosa stiano facendo a riguardo in Europa altre compagnie farmaceutiche," prosegue Brabazon.

In quanto al prezzo del farmaco, Brabazon scrive che negli Stati Uniti, il Narcan Nasal Spray costa tra i 75 e i 125 dollari a scatola (che contiene due spray) a seconda che gli acquirenti siano pubblici (governi, organizzazioni per l'assistenza sociale, polizia e pompieri) o privati cittadini. Un prezzo che, paragonato ai flaconi di naloxone per via endovenosa venduti in Italia - 3,90 euro per una fiala singola di Narcan - è esorbitante.

Ma l'introduzione del naloxone in versione spray nasale anche in Italia potrebbe migliorare notevolmente l'utilizzo del prodotto.

"Nel momento in cui una persona si trova ad affrontare un'overdose, bisogne vedere se ha la lucidità per somministrare il farmaco in vena," spiega Gatti. "Sarebbe bello avere anche in Italia le preparazioni che funzionano per via nasale, perché lì non c'è bisogno di usare siringhe o cose del genere," aggiunge.

È della stessa opinione anche il dottor Locatelli: "Una persona qualsiasi non è in grado di fare un'endovena a un'altra, specialmente quando questa sta male. La somministrazione endonasale ha un enorme vantaggio perché è immediatamente disponibile, si spruzza nella coane nasali, viene assorbito molto velocemente e la può fare chiunque."

Locatelli spiega che, in ambienti sanitari come gli ospedali o le ambulanze, il naloxone viene già somministrato da tantissimi anni per via endonasale — attraverso un dispositivo che è in grado di nebulizzare il contenuto di una siringa nella mucosa nasale.

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Questo avviene anche per altri farmaci - come quelli per le convulsioni nei bambini - che tendono ad essere somministrati per via endonasale perché la comparsa degli effetti è molto rapida, quasi quanto la somministrazione per via endovenosa.

"Non ha la stessa, esatta rapidità dell'endovena, perché con l'endovena la sostanza entra subito dentro i vasi sanguigni. Però se uno conta che quei secondi li perde comunque a mettere un laccio, a tagliare gli abiti, a trovare la vena, alla fine i tempi di risposta sono paragonabili," spiega il medico.

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La commercializzazione del naloxone spray negli Stati Uniti e la forte spinta per la diffusione del farmaco nel paese derivano dal fatto che negli USA, negli ultimi anni, è esplosa una nuova epidemia di eroina.

Foto di Urban Seed Education su Flickr in Creative Commons

Morire di eroina in Italia e in USA

Secondo il Centro per il Controllo delle Dipendenze (CDC) degli Stati Uniti, nel decennio tra il 2002 e il 2013, il consumo di eroina è aumentato quasi del 63 per cento. Molti attribuiscono la colpa di questa nuova epidemia ai farmaci antidolorifici oppioidi come l'ossicodone — che è facile da procurare, negli Stati Uniti. Secondo lo studio della CDC, infatti, al 45 per cento degli eroinomani sono stati prescritti dei farmaci oppioidi.

Insieme al numero di consumatori, sono aumentate anche le morti per overdose da oppiacei. Tra il 2002 e il 2013, in numero delle overdose di eroina è quadruplicato — uno spaventoso aumento del 286 per cento. Se si sommano invece le morti per farmaci oppiodi ed eroina, nel 2014 le overdose sono state più di 28.000.

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Nonostante la situazione in Italia sia decisamente meno allarmante, gli esperti segnalano che se si abbassa la guardia, si rischia un peggioramento anche da noi.

"Negli Stati Uniti hanno un problema molto grosso," dice Gatti, "ma secondo me l'eroina sta tornando anche da noi, lentamente, ma sta tornando. Anche se in questo momento non siamo in una situazione così emergenziale."

"Tuttavia, risparmia oggi risparmia domani, rischiamo di avere dei servizi francamente con l'acqua alla gola," prosegue. E questo potrebbe comportare un aumento e un peggioramento delle dipendenze in Italia. Secondo Gatti, il mercato dell'eroina nel paese ha rallentato con l'avvento della crisi economica, perché non era un business redditizio.

Ma se la congiuntura economica dovesse riprendersi, la situazione potrebbe diventare ingestibile.

"Al momento la situazione è un un po' in stand-by, ma uno stand-by su cui non sarei affatto tranquillo. Infatti i segnali che arrivano da diverse parti d'Italia fanno pensare a un ritorno degli oppiacei, che alcuni consideravamo scomparsi. Non erano scomparsi, semplicemente si vedevano di meno."

"Le epidemie 'scoppiano' all'improvviso, quando si supera una determinata soglia, e non vorrei che gradualmente si stia preparando un problema del genere," prosegue Gatti. "Il rischio è che il naloxone ritorni ad essere sempre più utile. È il problema di un paese che della droga sembra volersi dimenticare."


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Foto di Intropin rilasciata sotto licenza Creative Commons