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Il 'Ministero di Difesa Planetaria' della NASA ci salverà la vita dagli asteroidi giganti

Tre anni fa una meteora entrava nell'atmosfera terrestre alla velocità di circa 67.000 chilometri orari, causando 1500 feriti in Russia. Oggi l'agenzia aerospaziale vorrebbe riuscire a prevenire, ed evitare, incidenti simili.
Image de Donald Davis

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Tre anni fa, una meteora entrava nell'atmosfera terrestre alla velocità di circa 67.000 chilometri orari, esplodendo 22 chilometri sopra la cittadina russa di Chelyabink. Larga 17 metri e pesante circa 11.000 tonnellate era una meteora grande, ma non la più grande mai registrata.

L'esplosione dell'oggetto spaziale fu circa 30 volte più potente di quella della bomba atomica che distrusse Hiroshima, secondo i dati resi noti dalla NASA: l'onda d'urto originatasi dallo scoppio portò al ferimento di circa 1.500 persone, e frantumò le finestre di 7.200 case.

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Oggi, l'agenzia aerospaziale vorrebbe riuscire a prevenire, ed evitare, incidenti simili.

Così, all'inizio di questa settimana, la NASA ha lanciato il Planetary Defense Coordination Office (Ufficio di Coordinamento della Difesa a Livello Planetario): un'unità operativa che cercherà di capire come tracciare, monitorare e fermare asteroidi e meteore in rotta di collisione con il nostro pianeta.

"Il rilevamento degli asteroidi nella difesa del nostro pianeta è uno degli obiettivi che NASA, insieme ai suoi partner e alla comunità internazionale, sta affrontando con estrema serietà," ha spiegato in un comunicato John Grunsfeld, coordinatore presso l'agenzia dello Science Mission Directorate. "Nonostante non ci siano avvisaglie di eventi analoghi a quelli avvenuti in passato, dobbiamo restare vigili, mantenere i nostri occhi al cielo: che la 'palla di fuoco' caduta a Chelyabinsk nel 2013 e il recente 'Asteroide di Halloween' ci siano da monito."

L'ultimo episodio risale appunto al 31 ottobre del 2015, quando un gigantesco asteroide largo 400 metri sfiorò la terra, fortunatamente senza essere risucchiato nell'atmosfera: si è trattato dell'oggetto più grande volato più vicino al nostro pianeta - per l'esattezza, a 380.000 chilometri di distanza - da quando la NASA tiene traccia di questo tipo di eventi.

Un altro asteroide dovrebbe transitare molto vicino al nostro pianeta tra dodici anni, nel 2027. Sarà lungo circa 600 metri — molto meno rispetto al corpo celeste che si crede abbia sterminato i dinosauri, che misurava quasi dieci chilometri e sprigionò una potenza un miliardo di volte superiore a quella di un'atomica.

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Fermare questo tipo di collisioni cosmiche sembra francamente impossibile. "La minaccia rappresentata dall'impatto degli asteroidi nella quotidianità è molto molto bassa, ma il fatto è che gli asteroidi possono colpire la terra, e senz'altro lo faranno," spiega Bruce Betts, direttore scientifico-tecnologico di Planetary Society. "L'unica differenza rispetto alle catastrofi naturali comuni, è che in questo caso possiamo prevederlo."

Uno dei metodi per annientare la minaccia stellare potrebbe essere quella di scagliare missili contro gli asteroidi, in grado di frammentarli in tante unità più piccole e quasi 'innocue' prima di un impatto che potrebbe essere devastante. Le tecnologie necessarie per avviare un'attività preventiva di questo tipo sarebbero già a disposizione, secondo quanto ci risulta, sia della Russia che degli Stati Uniti.

"Le due nazioni hanno già lavorato assieme," spiega Jonathan Coopersmith, storico dell'Università del Texas e specialista di esplorazioni spaziali. "La Stazione Spaziale Internazionale ci dimostra già che un'unione delle forze è possibile."

Il vero problema è se gli scienziati sono in grado, oppure no, di rilevare la minaccia in tempo. Serve intercettare il pericolo con almeno un decennio di anticipo, secondo gli esperti, per mettere a punto una strategia efficace.

"Si stima che esista almeno un milione di asteroidi di stazza sufficiente per distruggere una grande città, ma finora ne conosciamo soltanto l'un per cento," spiega la Fondazione no-profit B612, che in passato ha proposto di costruire un telescopio spaziale a infrarossi in grado di monitorare i movimenti dei corpi celesti.

Sul progetto, che sarebbe dovuto essere finanziato con 450 milioni di dollari, la NASA si è tirata indietro nel corso del 2015, lamentando una carenza di fondi.

Il Planetary Defense Coordination Office ha un budget annuo di circa 50 milioni: secondo i ricercatori, è troppo poco per lanciare un progetto così ambizioso, ma abbastanza per proseguire il lavoro via terra.


Segui John Dyer su Twitter: @johnjdyerjr Image via Wikimedia Commons