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New York

Cosa non ha funzionato nella maxinotifica inviata a tutti i telefoni di New York

Da molti l'allerta spedita alle 8 di lunedì per scatenare la 'caccia' al presunto responsabile dell'attacco di sabato è stata considerata troppo vaga, persino pericolosa.
Agenti della polizia di New York sul luogo dell'arresto del sospettato. [Foto di Eduardo Munoz/Reuters]

Da una settimana mi trovo a New York, dove nella serata di sabato un ordigno è esploso in una frequentata via di Manhattan ferendo 29 passanti, e causando un immediato innalzamento dei livelli di allerta anti-terrorismo in città.

Alle 8 di ieri mattina, sul mio telefono appare una notifica diversa da tutte le altre: "Ricercato: Ahmad Khan Rahami, maschio, 28 anni. Guardate sui media per la fotografia. Telefonate al 9-1-1 se lo vedete," si legge.

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La notifica rimpiazza la schermata che sto visualizzando, causando una specie di 'blocco' temporaneo del telefono — di due, forse tre secondi. Sopra il testo un titolo in grassetto: "Avviso di emergenza: estremo"; sotto il testo un unico bottone recita 'OK': schiacciandolo, però, non succede niente.

"Di cosa si tratta? Sembra sospetto," chiedo a chi mi sta vicino. A prima vista penso a un possibile malware. Il modo in cui la notifica si impossessa del telefono, rimpiazzando in toto le attività in corso, è infatti decisamente anomalo.

"Guarda: c'è anche sul mio," mi viene risposto. "Anche qui, guardate," conferma una terza persona. In un istante, i telefoni cellulari di almeno 10 milioni di newyorkesi vengono raggiunti dalla stessa notifica. No, non è un malware.

Quello inviato a tutti i telefoni localizzati all'interno o nelle vicinanze di New York è un wireless emergency alert (WEA), un avviso di emergenza che le autorità locali spediscono ai cittadini in casi eccezionali — calamità naturali, emergenze climatiche, attacchi terroristici.

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Introdotto nel 2012, il sistema è stato utilizzato raramente e soprattutto per allerte ambientali. A poterlo gestire sono diverse agenzie federali e nazionali.

I WEA sfruttano la tecnologia delle push notification per raggiungere milioni di cittadini in una frazione di secondo: un sistema molto più efficace della televisione, considerato che l'80 per cento degli statunitensi possiede uno smartphone e che lo usa costantemente in mobilità.

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Alla fine Ahmad Khan Rahami, l'uomo ricercato dalla polizia come sospetto per l'attacco di sabato sera nel quartiere di Chelsea, è stato arrestato ieri mattina, al termine di una sparatoria a Linden, New Jersey.

Da molti l'allerta spedita alle 8 di lunedì è stata però considerata troppo vaga, persino pericolosa.

La notifica non conteneva una fotografia di Rahami, e non spiegava chiaramente quale fosse il motivo della caccia all'uomo — né la minaccia rappresentata da quest'ultimo alla sicurezza pubblica.

Come alcuni utenti di Twitter hanno fatto notare, e come spiegato da Noah Kulwin sull'edizione americana di VICE News, la scarsità di dettagli ha creato una possibile situazione di pericolo per chiunque corrispondesse al vaghissimo identikit contenuto nel testo.

Qualcuno ha definito la notifica come "ottimizzata per [creare] il panico."

Shoutout to my fellow brown persons who originally planned on taking the subway to the airport today with luggage — kenyatta cheese (@kenyatta)19 settembre 2016

Come ha fatto notare il New York Magazine, però, l'utilizzo degli avvisi di emergenza via smartphone è regolato da una serie di regole piuttosto stringenti, volute dalla FCC, la Federal Communication Commission.

Le WEA possono essere lunghe al massimo 90 caratteri (spazi inclusi) e non possono contenere fotografie. Inoltre, siccome sfruttano il raggio d'azione delle antenne di telefonia, i confini delle aree geografiche coperte dalle notifiche sono spesso piuttosto confusi.

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La FCC vorrebbe eliminare alcune di queste restrizioni; almeno secondo Verizon, ciò non sarebbe possibile.

Stando a quanto ribadito dal gigante delle telecomunicazioni in una lettera spedita alla FCC ad aprile, espandere le funzionalità dei WEA sovraccaricherebbe le reti cellulari portando al collasso delle stesse, e non funzionerebbe più sui telefoni di vecchia generazione.

Anche altre compagnie - come Apple e AT&T - hanno espresso dubbi sulla possibilità di effettuare dei cambiamenti al sistema di alert.

Come ha fatto notare a Motherboard Hakan Erdogmus, docente universitario di Pittsburgh che ha studiato a lungo la questione, "c'è una resistenza in atto da parte dai provider internet e dagli sviluppatori delle piattaforme all'idea di aggiungere nuove funzionalità al servizio."

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Ha contribuito Noah Kulwin.