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relazioni

Com'è rimanere con la persona che ti ha tradito

"Ho ignorato un sacco di segnali chiarissimi, durante i primi mesi. Tutti i tasselli sono andati a posto quando è stato taggato nella foto di un'altra ragazza."
Foto di Jasmine Bailey via Twitter.

A nessuno piace stare da solo in questo periodo festivo. Certo, si può sempre organizzarsi in modo alternativo, ma non bisogna dimenticare che in inverno è bene avere qualcuno che ti tenga il letto caldo. È in questo periodo che sentimentalismo e introspezione diventano la norma—e stare soli con i nostri pensieri può non essere l'ideale.

Per questo la gente è più portata a mandar giù i torti delle persone che ama, in una combinazione di necessaria speranza—"no, non mi tradirebbe mai"—e istinto di sopravvivenza. Uno studio apparso nel 2016 sul Journal of Social and Personal Relationship ha stabilito che il cinque percento di un campione di 200 persone pensava che il proprio partner li tradisse, ma gli stessi 200 intervistati credevano anche che, mediamente, una persona abbia il 40 percento di probabilità di tradire o essere tradita. Un confronto tra queste due cifre fa emergere un dato chiaro: ci piace ingannarci.

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Abbiamo già indagato cosa porti una persona a tradire, quindi ho pensato che fosse il momento di sentire anche la controparte: ecco il terribile puzzle mentale di chi decide di rimanere con un partner traditore, invece che porre fine alla storia non appena scopre la malefatta.

"PER LA PRIMA VOLTA, ERO IO AD AVERLO IN PUGNO"

All'inizio della nostra storia, era Dave ad avermi in pugno. Soprattutto perché le donne si giravano a guardarlo ovunque andassimo e non si facevano problemi a provarci con lui davanti a me.

Quando ho scoperto che era andato a letto con un'altra ragazza, ricordo solo che mi sentivo come immersa in una nebbia, scioccata. Non potevo credere avesse sputato in faccia ai due anni che avevamo passato insieme.

Una volta che mi è passato quel senso di umiliazione, mi sono resa conto che c'era un lato positivo: era la prima volta che ero io ad averlo in pugno. Dave mi aveva sempre fatto camminare sulle uova. L'altra cosa che ha aiutato è che viveva a casa mia, perciò potevo minacciarlo quanto volevo.

Mi sono goduta i vantaggi della situazione. Anche quando discutevamo su chi doveva lavare i piatti dicevo, "Be', tu mi hai tradito quindi li lavi tu"—e lui non poteva più lamentarsi.

Per quanto fosse una bella sensazione, devo dire che non credo a chi dice di aver "superato" un tradimento. Ho perso un sacco di ore nel corso degli anni a rivivere nella mia testa quel momento, a chiedermi se avrei dovuto incazzarmi di più. O a torturarmi nell'immaginarli a letto insieme. Il mio consiglio? Anche se farete del vostro meglio per dimenticarvene, non ce la farete. Andatevene e basta.—Lena, 26

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"NON SO SE RIUSCIREI A TROVARE UN'ALTRA COME LEI"

Stiamo insieme da tanto, e ormai sono piuttosto abituato alle attenzioni maschili che riceve la mia ragazza. A un certo punto però ho scoperto che si era vista con uno che le scriveva da un po'. Anche se lei me l'ha detto subito, sapere che si era trovata bene mi ha distrutto. L'unico sollievo era che non avevano fatto sesso, quindi non ho pensato di lasciarla.

Stiamo insieme dall'università e la vedo nel mio futuro, non volevo che una persona insignificante potesse rovinare il nostro rapporto. In più sono convinto che non riuscirei a trovare un'altra come lei. Ormai non c'è più quell'entusiasmo che ha ogni coppia all'inizio di una storia, e chiaramente mi preoccupa che lei cerchi svago altrove. Non posso dirmi certo che lei sia al cento per cento fedele. Mi piacerebbe poter dire che se avessi le prove di un tradimento la lascerei, ma non posso. Non sono sicuro lo farei. E fingere sia tutta una mia paranoia, in fondo, è molto più facile.—Louis, 25

"NON VOLEVO ESSERE IO A PERDERE"

Ho sempre avuto il sospetto che il ragazzo con cui stavo da tre anni avesse una cotta per una del nostro gruppo (una che chiameremo Lily). Parlava spesso di lei, ma in fin dei conti non ci trovavo niente di male. Una sera dovevamo vederci tutti dopo il lavoro, ma io ero troppo stanca e sono tornata a casa.

È stato solo il giorno dopo, quando ho letto un messaggio WhatsApp che lui aveva ricevuto da Lily, che ho capito che erano stati insieme. Ero nera. Più di tutto, però, non volevo essere io a perdere. Sospettavo che tra i due ci fossero dei sentimenti, e pensavo che se avessi dato l'ultimatum lui avrebbe anche potuto lasciarmi. Dovevo decidere: sopportare di vederli insieme e farmi compatire da chiunque, o essere quella che, cornificata, si era tenuta il ragazzo. Sapevo cosa volevo.

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Siccome lui aveva un senso di colpa alle stelle e voleva rimediare a tutti i costi, avrei potuto ribaltare la situazione in mio favore. Soprattutto perché ero sicura che Lily contasse su una nostra rottura. Così ho deciso di non lasciarlo.

Quando dopo un po' l'ho lasciato lo stesso, mi sono persino sentita in colpa per essere rimasta con lui solo per poter "vincere". Un po' in colpa, non troppo. Il fatto che nel frattempo Lily si fosse trasferita in un'altra città ha certamente aiutato.—Hayley, 28

"VOLEVO CHE AVESSIMO UN'ALTRA CHANCE"

Ho ignorato un sacco di segnali chiarissimi, durante i primi mesi in cui io e Mark stavamo insieme: i suoi cambi d'umore, il fatto che si innervosisse ogni volta che mi cadeva l'occhio sul suo telefono, etc.

Tutti i tasselli sono andati a posto quando è stato taggato nella foto di un'altra ragazza; sembravano molto intimi. Lui aveva "un tipo" di ragazza: come me, lei era alta e bruna, perciò mi sono insospettita. Ho fatto due più due dopo aver visto altre foto di loro insieme scattate in momenti in cui lui avrebbe dovuto essere "con gli amici". Abbiamo litigato e mi ha giurato che era stato un errore che non si sarebbe ripetuto. Volevo davvero che avessimo un'altra chance perché ero innamorata, quindi l'ho mandata giù come una scema.

È durata solo un paio di mesi però, quando mi sono resa conto che ci era ricaduto, solo con una ragazza diversa—un'altra mora.

Mi pento di essere rimasta con lui per sette mesi? Sì cazzo. È davvero imbarazzante, ora, pensare quanto poco mi rispettasse—e quanto poco mi rispettassi io. Ma lo ringrazio. Ora ho una storia incredibile, e dipende anche dal fatto che grazie a lui ho imparato a riconoscere i nostri punti deboli. Lo devo a lui. —Sarah, 25

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