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L'ONU ha diffuso e poi rimosso un documento a favore della depenalizzazione delle droghe

L'Ufficio ONU per le Droghe e il Crimine ha pubblicato e poi nascosto un documento in cui promuoveva definitivamente la depenalizzazione dell'uso di droghe. Ma alla fine l'ad di Virgin Richard Branson lo ha trovato e diffuso in rete.
Photo par Felipe Trueba/EPA

Lunedì scorso, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) ha destato polemiche per aver disconosciuto pubblicamente un documento scritto dallo stesso staff che promuoveva la depenalizzazione delle droghe

La pubblicazione del testo - redatto dalla dottoressa Monica Beg, capo dell'ufficio HIV/AIDS dell'UNODC - era stata programmata per domenica, in vista della 24esima Conferenza Internazionale per la Riduzione del Danno a Kuala Lumpur—a cui la stessa Beg avrebbe dovuto partecipare.

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Il documento, però, non è mai stato pubblicato (ma può essere comunque visionato in fondo all'articolo).

Lunedì Richard Branson, amministratore delegato di Virgin e attivista per la riforma delle politiche sulle droghe, ha diffuso pubblicamente il testo sul suo blog, elogiandolo e parlandone come "un cambiamento che potrebbe fare molto per porre finalmente fine all'inutile criminalizzione di milioni di utilizzatori in tutto il mondo."

L'organizzazione "ha ora inequivocabilmente definito la criminalizzazione dannosa, inutile e sproporzionata, rispecchiando le preoccupazioni riguardo l'enorme costo umano ed economico delle attuali leggi sulle droghe espresse già da svariate agenzie ONU, da Kofi Annan e dal Segretario Generale Ban Ki-moon," ha spiegato Branson, che già in passato ha lavorato nella Commissione Globale per le Politiche sulle Droghe nel 2011.

Branson ha inoltre sottolineato che "almeno un governo" stava facendo pressioni affinché l'UNODC ritirasse il documento. "Speriamo che l'UNODC - un'organizzazione internazionale che è parte dell'ONU e che dovrebbe garantire i diritti di tutti - pubblichi il documento, rifiutandosi di compiere un clamoroso volta faccia all'ultimo momento e di piegarsi alle pressioni," ha scritto.

VICE News ha chiesto all'ufficio stampa di Branson se fosse in grado di confermare l'approvazione del documento da parte dei più alti gradi dell'UNODC, ma non ha ricevuto una risposta prima della pubblicazione di questo articolo.

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Nel documento, l'UNODC sostiene che le attuali tipologie di interdizione abbiano causato seri problemi di salute, discriminazioni, detenzioni obbligatorie e incarcerazioni in tutto il mondo.

"La minaccia di carcere e sanzioni penali ostacola l'accesso a servizi sanitari salva-vita come aghi e siringhe sterili, terapia oppiacea sostitutiva e naloxone per le overdosi," spiega il comunicato. Cosi facendo, prosegue, si alimentano "le epidemie di HIV e epatite C tra chi fa uso di droghe, contribuendo a causare le morti, evitabili, causate da virus trasmessi per via ematica e da overdosi."

Stando al documento, l'ultimo di tre trattati ONU che regolano le leggi globali sui narcotici - la Convenzione contro il Traffico Illecito di Narcotici e Sostanze Psicotrope del 1988 - permette ai singoli governi di determinare le pene per il consumo di droghe.

"Nel mondo, milioni di persone sono detenute per crimini minori e non violenti legati alle droghe, nonostante le convenzioni internazionali per il controllo delle droghe consentano di applicare misure alternative alla detenzione per casi di 'natura minore'," si legge nel documento.

'Ci aspettavamo questo annuncio storico con cui l'UNODC avrebbe finalmente riconosciuto i fallimenti della criminalizzazione a livello internazionale.'

I cambiamenti delle politiche sulle droghe descritti nel documento non sono controversi. Molti studi hanno dimostrato che la depenalizzazione può essere un mezzo efficace per ridurre i danni, e alcuni paesi che l'hanno implementata - come il Portogallo - hanno visto una riduzione dell'uso di droghe. Svariate agenzie ONU, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Altro Commissariato per i Diritti Umani, sono a favore della depenalizzazione come mezzo per ridurre i danni e garantire il rispetto dei diritti umani.

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"Depenalizzare l'uso di droghe e il possesso per uso personale è coerente con le convenzioni internazionali per il controllo delle droghe, e potrebbe essere necessario per garantire il rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani, " spiega il documento dell'UNODC.

In un comunicato diffuso lunedì, il portavoce dell'UNODC David Dadge ha spiegato che il documento era "pensato per la stimolare la discussione" durante la conferenza di Kuala Lumpur. "Non si tratta di un documento ufficiale dell'UNODC, e non può essere considerato un comunicato sulle linee guida dell'agenzia."

"Si trova ancora sotto verifica, e l'UNODC si rammarica che in questa occasione ci sia stata un'incompresione sulla natura e l'intento di questo documento."

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VICE News ha contattato alcuni attivisti per la riforma delle leggi sulle droghe che sono a Kuala Lumpur. Hanno detto di essere rimasti sorpresi quando domenica l'UNODC non ha pubblicato il documento, dopo che era stato inizialmente diffuso venerdì scorso.

"Ci aspettavamo questo annuncio storico con cui l'organizzazione avrebbe finalmente riconosciuto i fallimenti della criminalizzazione a livello internazionale," ha spiegato un esperto presente alla conferenza a Kuala Lumpur. "Sapevamo tutti che sarebbe successo."

"Ora l'UNODC sta dicendo che doveva essere distribuito alla conferenza come base per una discussione," ha aggiunto l'esperto, che ha accettato di parlare a condizione di rimanere anonimo a causa dei suoi legami con le Nazioni Unite. "Ne stiamo ridendo tutti."

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Secondo Ethan Nadelmann, direttore esecutivo della Drug Policy Alliance, è difficile credere che il documento, scritto su carta intestata dell'UNODC e senza alcun segno a indicare che fosse una bozza, sia stato scritto solo per una diffusione privata.

"Se si guarda il documento, è chiaro che riflette delle deliberazioni interne all'ONU."

Varie fonti vicine all'UNODC hanno detto a VICE News che i sospetti sono ricaduti sugli Stati Uniti, che si pensa possano aver fatto pressione affinché ritirasse il documento.

VICE News non è riuscita a confermare questa notizia, ma gli Stati Uniti fanno parte di un gruppo di paesi - tra cui la Russia e forse la Cina - che hanno un peso significativio nell'arena delle politiche internazionali sulle droghe—il capo dell'UNODC Yuri Fedotov, ad esempio, è russo, ed è stato ambasciatore del Cremlino nel Regno Unito.

L'UNODC da parte sua è una delle agenzie ONU meno trasparenti. I critici dicono che il suo doppio mandato - la gestione dell'uso di droghe e la lotta contro il crimine internazionale - abbia portato alla sovrapposizione dei due obiettivi.

Il Segretario Generale Ban Ki-moon e molti promotori delle riforme hanno spinto perché l'UNODC cedesse parte del suo mandato per le politiche sulle droghe ad altre agenzie, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

"Pensiamo sia andata così: un paese membro ne sarà venuto a conoscenza, e avrà fatto pressione sull'UNODC affinché venisse ritirato, o la pubblicazione venisse ritardata. Ora stanno cercando di coprire le proprie tracce," ha spiegato Steve Rolles, analista per l'organizzazione no-profit Transform Drug Policy Foundation.

"Il problema è che se l'UNODC dovesse mettere in dubbio le conclusioni del documento, non sarebbe in grado di negarle o screditarle perché tutta l'analisi è costruita su basi legali e contiene cose già dette da altre agenzie ONU: il problema è che ormai il documento è pubblico."

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Foto via Flickr