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Una petizione online vuole mettere fuori legge tutte le organizzazioni neofasciste italiane

Nel testo della petizione si chiede “l’immediato scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste," che fanno riferimento a “organizzazioni terroristiche e antisemite dello scorso secolo."
Foto via Flickr

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Un numeroso gruppo di sigle e organizzazioni, che include ANPI, ARCI e FIOM, ha lanciato una petizione sul sito Change.org per chiedere lo scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste in Italia.

La petizione "Una firma contro il fascismo," promossa dal Comitato Antifascista Lombardo che riunisce tutte le sigle che hanno aderito all'iniziativa, è indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Senato Pietro Grasso e al Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini.

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Nel testo della petizione si chiede "l'immediato scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste, da Forza Nuova a Casa Pound a Lealtà-Azione alla Comunità militante dodici raggi, e consimili." Secondo il comunicato, queste organizzazioni traggono ispirazione dalle ideologie politiche promosse dal fascismo e dal nazismo, e fanno riferimento a "organizzazioni terroristiche e antisemite dello scorso secolo."

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I promotori specificano che è da considerare "inconfutabile" la volontà di questi gruppi di ricostituire il partito fascista, in aperta violazione delle leggi vigenti. Il testo fa inoltre riferimento a una sentenza della Corte di Cassazione del 2010, in cui si afferma che alcune associazioni politiche come Forza Nuova "si ispirano all'ideologia fascista."

La petizione, oltre allo scioglimento delle organizzazioni, chiede di vietare loro l'accesso a spazi pubblici per organizzare "manifestazioni, convegni, concerti, raccolta firme o altre attività a fine propagandistico."

La sede centrale di Casa Pound Italia. (Foto di Jose Antonio rilasciata sotto licenza Creative Commons - via Wikimedia Commons)

Dal punto di vista legislativo, la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione vieta "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista." È stata poi la legge di attuazione n. 645 del 20 giugno 1952, detta anche 'Legge Scelba' dal nome del promotore Mario Scelba, a definire meglio la tipologia di reato e le relative conseguenze giuridiche.

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Si parla di ricostituzione del partito fascista quando un gruppo di almeno cinque persone persegue obiettivi antidemocratici tipici del partito fascista: "esaltando, minacciando o usando la violenza," "propugnando la sospensione delle libertà," o "svolgendo propaganda razzista."

Chiunque promuova o diriga una tale associazione rischia una pena tra i cinque e i 12 anni di reclusione, mentre se una sentenza accerta l'avvenuta riorganizzazione di un partito fascista, il gruppo sarà sciolto e i suoi beni saranno confiscati.

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Secondo quanto riportato da La Repubblica, l'obiettivo dei promotori è di arrivare a 100.000 firme entro aprile 2016. Al momento della pubblicazione dell'articolo, ne sono state raccolte più di 2.200.

Non è certamente la prima volta che viene promossa una petizione contro le organizzazioni definite neofasciste o neonaziste. Già nel 2013 Anonymous Italia aveva lanciato una raccolta firme per far chiudere Casa Pound, definita un "ricostituito partito fascista lesivo di libertà e uguaglianza." Alla petizione, ora chiusa, hanno aderito 5.869 persone.

Più di 31.000 persone hanno invece firmato la petizione "Facebook rimuova i contenuti di apologia del fascismo," pubblicizzata anche dall'ANPI nazionale sul suo sito e sul suo profilo Twitter. Nel testo si chiedere alla compagnia di Mark Zuckerberg di far rispettare le leggi italiane negli "standard di comunità" della piattaforma. Secondo i promotori dell'iniziativa, su Facebook sono presenti molti account e pagine che non rispettano il divieto di apologia del fascismo, ma che non vengono chiusi anche una volta segnalati.


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Foto in apertura di Denis Bocquet con licenza Creative Commons