Grab da Facebook
Negli ultimi giorni tra gli utenti Facebook calabresi sta circolando molto un video sul cosiddetto Ponte di Celico della Statale 107, che collega Cosenza a Crotone passando per la Sila.Il filmato, condiviso dalla pagina "Cosenza", mostra quelle che i gestori reputano essere alcune gravi anomalie.Il viadotto "Cannavino" - situato alle porte di Cosenza, sul territorio del comune di Celico - appare quasi diviso in due al chilometro 42,700, con un avvallamento fra una parte e l'altra della strada — come si stesse "spaccando a metà come una patatina," riporta la pagina.In questo momento il post ha circa 160mila visualizzazioni e quasi 5mila condivisioni. Nella grandissima maggioranza dei casi, nei commenti gli utenti riportano lo stesso invito: cosa si sta facendo - si legge - per evitare a catastrofe? "Si sta aspettando che ci scappi il morto?"In effetti di sollecitazioni in questi mesi ce ne sono state molte, per i presunti segni di cedimento strutturale e l'abbassamento del livello della strada all'altezza della campata centrale.Sempre di queste settimane sono il lancio di una petizione su Change.org, e la richiesta di intervento da parte di cittadinanza e istituzioni locali al Comune di Celico, alla Regione e all'ANAS.Risale a circa un anno fa, inoltre, l'interrogazione presentata dal parlamentare di Forza Italia Roberto Occhiuto - fratello del sindaco di Cosenza Mario - al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per chiedere lumi sulla situazione e richiedere la messa in sicurezza dell'opera — o la costruzione di un nuovo viadotto.Interrogazione alla quale il ministero - con atto che riporta al firma dello stesso Delrio - nel marzo scorso ha effettivamente risposto.In pratica: un problema esiste, ma verrà risolto quando si troveranno i soldi.Il viadotto "Cannavino" ha una storia abbastanza travagliata. Spesso chiuso al traffico per monitoraggio, nell'agosto del 1972, durante i lavori di costruzione, lo spostamento di un pilone provocò il crollo parziale dell'opera e la morte di quattro operai.Oggi la tratta è percorsa da mezzi leggeri e pesanti: è una delle principali arterie "trasversali" della Calabria, e collega le due coste passando dalla provincia di Crotone all'altopiano della Sila, densamente frequentato dai turisti, per poi terminare a Cosenza, sede dell'Università della Calabria — e di migliaia di ragazzi provenienti da ogni parte della regione.In questi mesi, secondo quanto riferito a VICE News da fonti vicine alla Protezione Civile locale, la struttura è stata oggetto di verifica di carattere ordinario, con interventi di piccola manutenzione: i primi controlli dell'ANAS locale risalirebbero almeno al 2006.Contattato da VICE News, l'ufficio regionale dell'ANAS ha spiegato che non intende rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, e che la posizione ufficiale della società è stata resa pubblica in un comunicato stampa inviato alle redazioni dei principali giornali locali.Nel documento, si ammette che il viadotto "presenta un'accentuata flessione in corrispondenza delle travi tampone," e che "negli anni scorsi il sottolivellamento è stato costantemente monitorato da ANAS," con test risalenti al 2012 "che non hanno segnalato anomalie legate ad un rischio crollo.""Dal 2007 - continua - ANAS ha installato sull'opera una rete di monitoraggio," ma che "considerata la vetustà del viadotto," ha in programma "la progettazione di interventi ad hoc di manutenzione straordinaria" per i quali saranno avviati i lavori nel 2017, per un importo complessivo di circa un milione e mezzo di euro.Nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha visitato la Calabria per inaugurare il viadotto Italia, tra Laino Borgo e Campotenese, rinnovando l'impegno a chiudere il cantiere dell'autostrada A3 entro il 2016.A margine dell'incontro, Renzi ha spiegato inoltre che ci sarebbero "1,2 miliardi di euro di lavori utili per l'Italia e per la Calabria."
Segui VICE News Italia su su Twitter e su FacebookSegui Vincenzo su Twitter: @wyncenzo
Pubblicità
In questa, in qualche modo, veniva confermata l'esistenza di una "questione Cannavino": la vicenda veniva affidata all'ingegnere Pietro Monaco del Politecnico di Bari, con contestuale promessa d'intervento inserita "nella programmazione quinquennale 2015-2019 con priorità massima," da realizzare "non appena le risorse finanziarie saranno rese disponibili."
Pubblicità
Pubblicità
Segui VICE News Italia su su Twitter e su FacebookSegui Vincenzo su Twitter: @wyncenzo