E lo era ancora durante Rinascimento, quando a Firenze si pescavano in Arno le lamprede fluviali, e si portavano sulle tavole dei nobili e dei ricchi banchieri. Una pietanza da status sociale ossessivo, tanto che nei mercati rionali fiorentini, con smacco ironico, si cominciò a vendere la sua versione povera: il lampredotto. Una frattaglia bovina le cui pieghe violacee ricordavano la bocca della lampreda, e che ancora oggi è lo street food più caratteristico della città.Al di là della radice etimologica, il lampredotto è di fatto l'abomaso, il quarto e ultimo stomaco del bovino. Tradizionalmente è un piatto casereccio che rientra a pieno titolo fra le varie tipologie italiane di bollito del quinto quarto
Al di là della radice etimologica, il lampredotto è di fatto l'abomaso, il quarto e ultimo stomaco del bovino. Tradizionalmente è un piatto casereccio che rientra a pieno titolo fra le varie tipologie italiane di bollito del quinto quarto, ma ad un imprecisato punto del Novecento i trippai fiorentini—che con i loro carretti su tre ruote vendevano per lo più trippa da mangiare in cartoccio—cominciarono a servirlo come cibo da passeggio, all'interno di un panino toscano, il sèmelle.Ho scoperto che i canoni di valutazione del lampredotto, nonostante si stia parlando di un semplice panino, sono piuttosto numerosi.
Innanzitutto si valuta la carne: i lampredotti vengono comprati già bolliti, perché per legge sono le aziende che macellano l'animale a dover trattare il prodotto per prime. Ma l'abomaso esiste di due qualità (di mucca e di vitello), e presenta due parti anatomiche: la gala (più magra e saporita), e la spannocchia (avvolta da un vello di grasso, e dal sapore più tenue e lungo). La tipologia scelta, le diverse proporzioni di gala e spannocchia che il trippaio decide di inserire, e la finezza che dimostra nel tagliarle al coltello, segnano i primi confini netti. A cui si aggiunge, subito dopo, la questione "sbucciato".Per lampredotto sbucciato si intende un panino fatto interamente con la gala, a cui viene tolta ulteriormente la membrana scura che la avvolge. Per alcuni è come fare una tag a bomboletta sulla tiara papale, per altri è il metodo migliore per degustarlo. Essendo una frattaglia, poi, il lampredotto ha un caratteristico sapore di interiora: c'è chi lo preferisce più forte, e chi sostiene che un gusto più tenue e delicato indichi un prodotto meglio lavato e conservato.In giro troverai sicuramente dei trippai che ti diranno che esistono milioni di segreti per cucinare il lampredotto, e che ognuno ha i suoi. Ma la verità, secondo me, è che la differenza la fa la scelta della carne.
TRIPPERIA POLLINI
Mentre parlavamo è arrivato il fornaio, e Pierpaolo mi ha messo davanti agli occhi una rosetta. "Vedi ad esempio il pane: io scelgo questo, ma chiedo al fornitore di cuocerlo leggermente di più. Perché la tenuta del panino è fondamentale nel lampredotto, altrimenti con l'inzuppata si rovina."Bisogna essere svelti a mangiare un lampredotto: sopra i 10 minuti rischi di ritrovarti in mano della minestra di pane
L'ANTICO TRIPPAIO
TRIPPAIO DEL PORCELLINO
I' TRIPPAIO DI FIRENZE
Questo trippaio mi è stato segnalato perché oltre ad un ottimo lampredotto offre anche diverse specialità di quinto quarto, fra cui il crostino alla poppa, e un fantomatico piatto noto come "il bollito del Pacciani".
IL TRIPPAIO DI PORTA ROMANA
LA BUTICCHÈ DEL LAMPREDOTTO
AURELIO I’ RE DEL LAMPREDOTTO
Aurelio è il nome di un altro lampredottaio storico di Firenze, che qualche anno fa è andato in pensione, e adesso la sua araldica è rappresentata da un giovane titolare pieno di entusiasmo, e da una brigata di colleghi gentili e disponibili. Ci tengo subito a dire che Aurelio, per posizione, clientela, e atteggiamento dei trippai, è forse il chioschetto più “tipico” che ho visitato. Non era asserragliato di turisti come i lampredottai del centro, e mentre intervistavo il titolare continuavano ad arrivare affezionati che pranzano lì ogni giorno.Per me il lampredotto che ha un sapore troppo persistente non è stato trattato bene. Ogni giorno mi sveglio alle cinque e faccio il brodo nuovo, cosa che non fanno sempre tutti.