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Tecnologia

Con questo aggeggio puoi connetterti anonimamente alle reti Wi-Fi lontane 4 km

Proxyham fornirà un altro modo per proteggere il proprio anonimato su internet.
Immagine: Benjamin Caudill

È difficile mantenere l'anonimato online.

Puoi usare Tor, lo strumento creato in origine dalla Marina militare degli Stati Uniti. Ma anche quello non è certo a prova di proiettile, dato che esistono già vari modi per identificarti. Puoi provare le Virtual Private Network (VPN) ma alcune di loro tengono traccia dei client e possono fornire i dati su richiesta delle autorità.

Ora un ricercatore ha creato una device che consentirà un ulteriore livello di anonimato a spioni, dissidenti e criminali. Si chiama Proxyham ed è essenzialmente un proxy fisico che consente ai più paranoici di connettersi a una rete Wi-Fi lontana da loro attraverso una connessione radio a bassa frequenza, rendendo più difficile per forze dell'ordine e curiosi vari identificare la provenienza reale del traffico internet.

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"Lo consideriamo come una scelta estrema, l'ultima risorsa se tutto il resto non funziona."

"Lo consideriamo come una scelta estrema, l'ultima risorsa se tutto il resto non funziona" ha detto a Motherboard Benjamin Caudill, fondatore dei Rhino Security Labs, spiegando che Proxyham è un complemento agli strumenti tradizionali per mantenere l'anonimato come Tor.

Proxyham è costituito da un computer Raspberry Pi e una Wi-Fi card, connessa a tre antenne, una è la Wi-Fi che connette aì internet nei luoghi pubblici come Starbucks o librerie, un'altra è un antenna dual che trasmette a 900MHz utilizzata per comunicare e trasmettere i dati all'utente, il quale potrebbe trovarsi anche a 4 chilometri dall'apparecchio, dice Caudill.

Per connettersi al ProxyHam, l'utente necessita di una antenna da 900Mhz come questa, collegata alla porta ethernet del suo computer. In questo modo, se qualcuno cerca di tracciare l'utente, riuscirà ad ottenere solo l'indirizzo IP del Proxyham disposto a debita distanza.

"Potresti sistemarlo in un qualsiasi posto della città, nel peggiore dei casi la polizia sarebbe costretta a setacciare tutte le biblioteche pubbliche", ha detto Caudill.

Caudill è conscio che questa tecnologia potrebbe essere utilizzata per proteggere hacker malintenzionati o persino i boss del deep web, ma l'apparecchio non è in grado di fare distinzione tra l'utilizzo buono e cattivo che se ne fa, ha detto.

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Il segnale di internet che raggiunge l'utente è talmente a bassa frequenza, ha aggiunto Cadill, che è davvero complicato per chiunque tracciarlo. A quella frequenza, "lo spettro si confonde con quello di altri apparecchi" come baby monitor, walkie talkie e telefoni cordless.

"Non sarà utile di per sé."

Michael Carbone, esperto in tecnologia dell'organizzazione per i diritti umani Access, avverte che Proxyham è un buona idea, ma non deve essere visto come una soluzione a tutti i problemi.

"Espande il raggio fisico cui un indirizzo IP può essere associato, questo è un bene", ha detto a Motherboard "ma non fa molto altro per l'utente, perché resta sempre possibile identificarlo." Questo può avvenire in molte modi, tracciando i cookies oppure accedendo al profilo di un social nel momento sbagliato.

"Proxyham è uno strumento che può accrescere l'anonimato, ma va abbinato ad altri accorgimenti da parte dell'utente per creare e gestire le identità anonime in maniera sicura", ha aggiunto. "Ma non sarà utile di per sé,".

"Se lo piazzassi in una biblioteca pubblica, potrebbero volerci anni per scovarlo"

Caudill presenterà il Proxyham alla Def Con hacker conference che si terrà a Las Vegas in Agosto, quando rilascerà anche il codice sorgente, le linee guida, le specifiche hardware così che ognuno possa riprodurlo da solo. Ha anche in programma di venderlo "al costo" di 200 dollari, come un "servizio per la comunità". Spera comunque di riuscire ad abbassare il prezzo a 150.

Claudill e colleghi stanno sviluppando componenti aggiuntive da aggiungere al Proxyham. Una consiste in una funzione di autodistruzione nel caso l'apparecchio venga scovato e manomesso. Un' altra è un sistema che registra l'audio degli ultimi secondi prima dell'autodistruzione per spedirlo all'utente. Una sorta di scatola nera per aiutare a capire cosa è andato male e chi si era sulle tracce dell'utente del Proxyham.

Per quanto riguarda il futuro, Caudill e colleghi stanno lavorando anche ad un modo di inserire il Proxyham all'interno di altri oggetti, ad esempio libri, per rendere più facile nasconderlo.

"Se lo piazzassi in una biblioteca pubblica potrebbero volerci anni per scovarlo" conclude.