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Tecnologia

Perché il riscaldamento globale significa un'Eurasia più nevosa

Potrebbe sembrare un paradosso, ma se le temperature artiche si alzano, quelle eurasiatiche si abbassano.
Neve in Russia. Immagine: Maarten Takens/Russia

L'inverno si avvicina e dobbiamo prepararci a non reagire male alle battute squallide tipo: se c'è il riscaldamento globale, com'è che fa così freddo? Freddure (ah-ah) a parte, una nuova ricerca sembra risolvere uno dei problemi classici dei modelli climatici: il fatto che, nonostante l'innalzamento delle temperature in tutto il mondo, da un po' di tempo a questa parte alcune regioni stiano affrontando degli inverni più rigidi del solito.

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Un team di ricercatori giapponesi ha preso in considerazione regioni a medie latitudini nella zona dell'Eurasia (pensate alla Russia meridionale, alla Cina settentrionale, al Kazakistan e ad altri paesi vicini), che negli ultimi decenni hanno visto aumentare esponenzialmente i livelli di neve. Questo fenomeno si è verificato nonostante il declino dei ghiacci della zona artica russa, che, nelle zone circostanti, ha portato a inverni generalmente meno rigidi.

Secondo i ricercatori, la diminuzione dei ghiacci nel mare Artico ha effettivamente comportato il susseguirsi di inverni sempre più freddi e intensi nella zona centrale dell'Eurasia.

"Abbiamo appurato con successo che gli inverni freddi eurasiatici sono provocati dalla diminuzione del ghiaccio nel mare di Barents-Kara, in cui è stato osservato un evidente cambiamento a partire dal 2004, grazie a una simulazione del modello di circolazione generale dell'atmosfera," hanno scritto i ricercatori su Nature Geoscience.

La questione non è semplice da comprendere e sembra piuttosto confusa di primo acchito. In aggiunta a questo problema c'è la difficoltà di stabilire una connessione tra il clima del mare Barents e di Kara nel Nord della Russia e il clima a latitudini più basse, separati nel sistema meteorologico russo.

Immagine:  Nature Geoscience

La mappa qui sopra, gentilmente concessa dal team giapponese, confronta i dati meteorologici osservati durante l'Era Glaciale Artica: in questo periodo di tempo si sono verificate temperature più basse nell'Artico (che coincidono con i colori più caldi) e allo stesso tempo il clima euroasiatico era più freddo.

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Il team ha esaminato altri motivi per cui l'Eurasia avrebbe potuto avere inverni più nevosi, tuttavia il fenomeno per cui una regione del Mare di Barents-Kara più calda comportasse un'Eurasia più fredda, "è il più probabile responsabile dell'aumento della frequenza di inverni rigidi degli ultimi anni."

Immagine:  Nature Geoscience

Gli scienziati sostengono che questo sia dovuto a condizioni meteorologiche che interessano l'intero continente. Come si può vedere nella mappa qui sopra, i modelli mostrano che gli anni più caldi nell'Artico hanno prodotto un blocco atmosferico freddo in Eurasia. (Le frecce indicano la direzione del vento in prossimità della superficie.)

"Ci sono forti anomalie nei venti provenienti da Sud sulla superficie del mare di Barents-Kara (BKS), che sono associati alla reazione anticiclonica nel modello per cui l'Artico è più caldo e l'Eurasia più fredda (WACE), che comporta il rilascio di calore dal mare aperto verso l'atmosfera, portando alla riduzione dei ghiacci nel BKS attraverso il trasporto del ghiaccio stesso dalla costa," hanno scritto gli autori.

Questo tipo di atmosfera ricorda il "Ridiculously Relilient Ridge", un lungo fronte di alta pressione di 3200 chilometri circa che ha bloccato il freddo Artico al di fuori dalla California, portando a grandi siccità.

Nonostante i due modelli meteorologici osservati abbiamo caratteristiche peculiari, sono entrambi collegati al cambiamento climatico. Su vasta scala, offrono un'idea di come alcune delle previsioni controintuitive possano ancora verificarsi, nonostante le temperature globali siano mediamente più calde.

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IL FREQUENTE VERIFICARSI DI INVERNI FREDDI POTREBBE ESSERE UN FENOMENO TEMPORANEO IN UNA FASE DI TRANSIZIONE NEL QUADRO DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

Il team giapponese non è il primo a osservare questa anomalia, e il loro lavoro acquisisce maggiore credibilità al modello di un riscaldamento Artico e di una diminuzione del ghiacci che influenza direttamente gli inverni più freddi dell'Eurasia. Naturalmente la domanda successiva è se l'Eurasia sia destinata per sempre a vivere inverni così rigidi.

"Dato che l'osservata diminuzione dei ghiacci riflette in gran parte la presenza del riscaldamento globale, e che la situazione in futuro non migliorerà, ci si può aspettare che la frequenza degli inverni freddi continui ad aumentare, così come la persistenza del meccanismo descritto dal modello che abbiamo elaborato," scrivono i ricercatori.

"Il frequente verificarsi di inverni freddi può essere un fenomeno temporaneo in una fase di transizione di un eventuale riscaldamento globale, anche se l'incertezza rimane," scrivono gli autori.

In altre parole, questo fenomeno atmosferico si sta verificando ora, ma potrebbe non continuare se le temperature globali complessive―e quindi atmosferiche―continuano a cambiare. Se non altro questo studio presenta la soluzione più semplice all'affermazione "fa troppo freddo perché ci sia il riscaldamento globale": è molto difficile capire cosa stia causando questo tipo di clima, ed è ancora più difficile prevedere come evolverà la situazione in futuro.