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Mafie e colleghi insospettabili: come funziona l’usura in Italia nel 2016

Secondo una ricerca, circa 3 milioni di famiglie italiane devono fare i conti con l'usura: come si presenta, e dove colpisce di più.
Foto di Nicola Sap De Mitri/Flickr

In Italia l'usura genera un giro d'affari da almeno 82 miliardi di euro l'anno, una cifra equivalente a circa il 5,5 per cento del Prodotto Interno Lordo.

A fornire un quadro della situazione del 'credito nero' è l'ultimo rapporto dell'Eurispes.

Il perdurare della crisi economica, la disoccupazione, i problemi finanziari delle imprese e le restrizioni di accesso ai prestiti bancari sono tra le principali cause del fenomeno.

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Chi non riesce ad arrivare a fine mese e si trova la strada sbarrata dagli istituti di credito, è quindi costretto a rivolgersi agli usurai — che offrono tassi di interesse astronomici.

Secondo le stime dell'istituto di statistica, nell'ultimo anno a finire nella rete dell'usura sarebbero state il 12 per cento delle famiglie e il 10 per cento delle aziende italiane.

I dati disponibili, tuttavia, rappresentano solo la punta di un iceberg, visto che le vittime sono spesso riluttanti a denunciare il reato.

Oggi non esiste un solo tipo di usuraio: si va dall'organizzazione criminale strutturata, in grado di assicurare prestiti a sei zeri, fino al 'cravattaro' improvvisato di quartiere.

Se per le mafie la concessione di credito nero è uno dei tanti mezzi per riciclare denaro sporco e rafforzare la presa sul territorio, per i piccoli usurai diventa un semplice tentativo di arricchirsi sulle spalle di persone in difficoltà.

"Oggi sappiamo che la figura dell'usuraio non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi," dice Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, "ma è presente anche tra gli 'insospettabili', negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l'indebitamento delle famiglie per arricchirsi."

Il rapporto cita il caso del Policlinico di Napoli, dove due caposala offrivano piccole somme di denaro ai colleghi indigenti, facendo finta che fosse un semplice favore. Dopo poco però i due iniziavano a pretendere interessi mensili del 10 per cento. Nel giro di un anno volevano indietro il doppio della somma prestata.

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Quanto entrano in gioco le organizzazioni criminali, le cifre - e i rischi - aumentano considerevolmente.

Otto componenti del clan Casamonica arrestati l'anno scorso imponevavo tassi di interessi record - fino al 76.000 per cento. Un imprenditore commerciale romano, a fronte di un prestito di 20.000 euro, avrebbe dovuto restituire nel giro di sei anni poco meno di due milioni di euro.

Per stimare il rischio di usura a cui sono esposte le singole provincie italiane, l'Eurispes ha elaborato un indice costituito dall'incrocio di 23 variabili socio-economiche, tra cui il livello di disoccupazione e il radicamento criminale.

Indice di permeabilità all'usura nelle province italiane. Dati non disponibili per le province colorate in rosso. Fonte: Eurispes

In generale, a presentare un livello di rischio più elevato sono le regioni meridionali e insulari: Crotone con 96,8 punti, seguita da Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1).

In termini assoluti, Parma, con un valore 100, risulta essere la provincia più afflitta dal fenomeno. Una circostanza che, secondo l'analisi dell'Eurispes, potrebbe essere dovuta all'aumento anomalo delle denunce per usura ed estorsione presentate nella provincia emiliana.

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Foto di Nicola Sap De Mitri via Flickr, rilasciata su licenza Creative Commons