FYI.

This story is over 5 years old.

francia

Cosa sta succedendo in Francia con la riforma del lavoro

In tutta la Francia, continuano scontri e proteste contro la riforma proposta dal ministro del Lavoro El Khomri, da quasi un mese in discussione al Parlamento.
Tutte le foto a cura di Etienne Rouillon/VICE News

In tutta la Francia, continuano scontri e proteste contro la riforma proposta dal ministro del Lavoro, Myriam El Khomri, da quasi un mese in discussione al Parlamento.

La proposta, che intenderebbe incoraggiare nuove assunzioni e rendere il mercato del lavoro più dinamico, è stata duramente criticata perché rischierebbe di facilitare licenziamenti e straordinari, ponendo fine - di fatto - alla tradizionale settimana lavorativa da 35 ore.

Pubblicità

Cosa prevede la legge

Orario di Lavoro

La legge non prevede un aumento diretto dell'orario di lavoro, ma lascerebbe più libertà alle aziende di contrattare prestazioni più lunghe e più flessibili tramite semplici accordi interni. La durata massima di una giornata lavorativa potrebbe così salire da 10 a 12 ore, e l'orario settimanale arrivare a toccare un massimo di 60, in circostanze eccezionali — invece delle 48 attuali.

Pagamento straordinari

Attualmente, gli straordinari sono pagati il 25 per cento in più per le prime otto ore, e il 50 per cento più per tutte le successive. La nuova legge potrebbe ridurre la maggiorazione al 10 per cento. E prolungherebbe anche il periodo entro il quale il datore di lavoro è costretto a versare gli straordinari maturati, facendolo passare da un massimo di un anno a tre.

Licenziamento economico

La proposta di legge introdurrebbe nuove motivazioni per il licenziamento economico senza reintegro, tra cui modifiche della tecnologia di servizio o riorganizzazione aziendale. L'ultima versione ha visto l'aggiunta di una clausola che specifica come le aziende non possano creare difficoltà economiche per giustificare i licenziamenti.

Leggi anche: Nella Corsica in fiamme, dove la Francia è sempre più lontana

Apprendisti

Al momento, gli apprendisti lavorano generalmente 35 ore settimanali per un massimo di otto ore giornaliere. In circostanze straordinarie, con l'accordo di un ispettore e di un medico del lavoro, possono arrivare a 40 ore settimanali e dieci al giorno. Con la nuova legge, questo sarebbe permesso con un semplice accordo interno, del quale l'ispettore e il medico devono soltanto venire informati.

Pubblicità

Indennità limitate

In un primo momento, nell'alveo della riforma, era stato proposto che le indennità concesse per licenziamento illegittimo non venissere più stabilite da un giudice, ma calcolate in base all'anzianità di servizio con un un limite massimo. Un lavoratore con meno di due anni di anzianità avrebbe potuto così percepire fino tre mesi di stipendio. E nella fascia più alta, un dipendente con più di 20 anni di anzianità, avrebbe avuto diritto a un massimo di 15 mensilità. Soltanto in alcuni casi eccezionalmente gravi (per esempio, in seguito a molestie sessuali), l'intervento del giudice avrebbe potuto prescindere dalle tariffe prestabilite. Al momento, questo articolo è stato però soppresso, ma resta come indicazione generale.

I punti contestati

Le contestazioni sono capeggiate da una rete di sindacati (CFDT, CFE-CGC, CGT, FSU, Solidaires-Sud e Unsa), insieme alle organizzazioni studentesche UNEF, UNL e Fidl, e si concentrano soprattutto sulle nuove misure per il licenziamento e le disposizioni sul pagamento degli straordinari.

La proposta di legge attualmente al vaglio del Parlamento ha già subito alcune modifiche rispetto alla versione presentata originariamente a metà febbraio, ma i sindacati ritengono comunque che non offra abbastanza garanzie e protezioni per i lavoratori.

Secondo un sondaggio condotto su 1265 persone da RTL tra il 23 e il 25 maggio - subito dopo l'inizio degli ultimi blocchi di protesta - la maggioranza dei francesi sostiene il movimento contro la riforma del lavoro. Il 62 per cento, infatti, lo considera "giustificato."

Pubblicità

Cosa sta succedendo in questi giorni

Giovedì mattina, il premier Manuel Valls ha fatto sapere di essere disponibile a eventuali "miglioramenti" del testo di legge, confermando però di voler procedere comunque all'approvazione.

Ritirare il disegno "non è possibile," aveva annunciato il primo ministro Valls in diretta televisiva giovedì 26 maggio, durante l'ottava giornata di mobilitazione indetta dalla rete sindacalista alla guida delle proteste.

Già nei giorni precedenti, lavoratori e attivisti avevano colpito le riserve di carburante della Francia, bloccando diversi porti petroliferi e cinque delle otto raffinerie del paese — con conseguente corsa alle pompe di benzina, lasciate a secco. Ulteriori scioperi avevano coinvolto anche le attività portuali e rallentato la produzione di 19 centrali nucleari.

Giovedì, le proteste in varie città hanno causato anche alcuni scontri e feriti.

A Fos-sur-Mer, un manifestante è stato investito da un automobilista che tentava di superare il blocco stradale imposto dal corteo. A Lione, le autorità sono ricorse all'uso di gas lacrimogeni, mentre a Parigi nove persone sono state arrestate.

AFP riporta che gli scontri nella capitale sono cominciati quando un centinaio di manifestanti hanno abbandonato il percorso originale del corteo — rovesciando cassonetti, distruggendo vetrine e lanciando bottiglie contro i poliziotti, che hanno poi sparato lacrimogeni e sfoderato i manganelli.

Pubblicità

La prossima giornata di mobilitazione è stata indetta dai sindacati per il 14 giugno.

Leggi anche: "Licenziati dopo lo sciopero": Le proteste nelle fabbriche turche controllate da Fiat

Segui VICE News Italia su Twitter, su Telegram e su Facebook

Segui Cristiana Bedei su Twitter: @critalks

Tutte le foto a cura di Etienne Rouillon