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Musica

Gli strumenti sfigati con cui abbiamo cominciato tutti

Drake non è stato l’unico a partire dal basso per arrivare al proverbiale “here.”

Drake non è stato l’unico a partire dal basso per arrivare al proverbiale “here.” Tutti ci ricordiamo i nostri primi acquisti in fatto di strumentazione. Cercati col lanternino su qualche qualche mailorder, dopo averci armeggiato in qualche centro commerciale, questi primi strumenti avevano il potere di definire chi volevamo essere e che tipo di musicista saremmo voluti diventare. Anche se sono stati gettati via, scartati e immediatamente rimpiazzati da una “buona strumentazione,” abbiamo raccolto gli scassoni essenziali n cui ognuno di voi ha cominciato, vi abbiamo divisi in base a quello che siete diventati. Drake non è incluso nel prezzo.

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PER I BEATMAKER: Fruity Loops

Questo gran pezzo di drum software, rimediato da una serie di CD-R vergini, ha permesso ai vostri primi beat di esistere. D’accordo, all’inizio non potevate competere con le tracce dei Daft Punk, ma sapevate che, fintanto che vi venivano dei rullanti decenti, potevate sentirvi sulla strada giusta. Era gratuito, non serviva un manuale di istruzioni e potevate usarlo sul computer di famiglia quando a vostra sorella non serviva MSN.

Questo software in realtà è ancora molto popolare per la produzione di beat in tutto il mondo—vi raccomandiamo caldamente “We use so many snares” di Wayne on Wax per riflettere sulla democrazia insita nella strumentazione gratuita o da due lire.

PER I PRODUCER: Cool Edit Pro

C’è stata un’epoca, prima di GarageBand, in cui non esistevano software di registrazione gratuiti e pronti all’uso, ad eccezione di Windows Sound Recorder. A quel punto è arrivato Cool Edit Pro, la workstation entry-level, che permetteva ai Conor Obersts in erba di montare le loro registrazioni multitraccia. Chiamateci antichi se volete, ma questa è stata l’otto-tracce degli anni Zero. Ci spiace, Tascam.

PER GLI INDIE ROCKER: BOSS DS-1

Potevate sfantasticare di ampli Marshall a volontà ma, i distorti, questo era il regalo di Natale da 25$ che tutti sognavamo. Il fatto che anche Kurt Cobain lo usasse contribuiva ancora di più a renderlo un primo acquisto indispensabile per ogni nascente stella del rock. Era arancione, metallico e tutti quelli che conoscevi ne avevano uno.

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PER GLI SMANETTONI DI SYNTH: KORG MicroKorg

Il MicroKorg è l’inevitabile synth entry-level nell’era post-electroclash*. Non lasciatevi ingannare dal pannello in simil-legno—ce l’hanno messo per farvi credere che questo sia un sintetizzatore analogico. Comunque, l’inclusione delle patch KORG fondamentali—nello specifico un basso zanzaroso e il classico pad finto-New Order—ha fatto fioccare stuoli imitatori dei Faint ovunque.

Se hai un amico che magari è il più grande synth-nerd sulla terra ed ha un carico di Moog da spippolare, probabilmente nascosto in qualche armadio ha comunque uno di questi rottami con qualche tasto mancante, che non si sa mai.

*SÌ CI TROVIAMO NELL’ERA POST-ELECTROCLASH E ALLORA?!

PER I PAPÀ CHE VOGLIONO “IMPARARE LA CHITARRA”: Les Paul Standard

Ahah, sei un papà, chi se ne frega dei soldi? Spulciare i cataloghi alla ricerca di un’occasione è roba per ragazzini che fanno le prove in garage! Tracannerai birra e suonerai qualche pezzo di Neil Young finché tua moglie non torna a preparare la cena! WOOOOOO *POWER CHORD* *ACCORDI DA MEDIA BORGHESIA* WOOOOO

Tyler diventerà un papà che vuole imparare la chitarra. Puoi trovarlo su Twitter @tylernotyler