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Scientology sta cercando di infilarsi nel dibattito sulla legalizzazione della cannabis?

Ai deputati italiani è arrivato un opuscolo che promette di rivelare la "verità sulla marijuana". Dietro a questo materiale, però, c'è un'associazione che sarebbe strettamente collegata con Scientology.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
L'opuscolo contro la marijuana ricevuto dai deputati italiani. [Foto via Facebook]

Questo lunedì il Parlamento italiano ha iniziato a discutere – per la prima volta nella sua storia – il disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis, presentato da un intergruppo parlamentare bipartisan.

Nel corso del dibattito, che è stato rinviato a settembre, il variegato mondo proibizionista ha espresso tutta la propria contrarietà. Su tutti è spiccata la deputata di Area Popolare Paola Binetti, secondo la quale il provvimento maschera in realtà una generale "legalizzazione dello spaccio," e causerebbe l'esplosione di "droga-party" riforniti da "pusher minorenni."

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Nella giornata di ieri, poi, il deputato di Sinistra Italiana Arturo Scotto ha fatto sapere – tramite un post su Facebook – di aver ricevuto "in casella [postale] una pubblicazione proveniente da Scientology contro la legalizzazione della cannabis."

"Ci mancava solo che anche una setta pseudo religiosa si mettesse a dare indicazioni ai parlamentari della Repubblica sul proibizionismo in tema di cannabis," ha scritto Scotto. "La rispediamo volentieri al mittente, non abbiamo certo bisogno dei loro consigli."

L'opuscolo in questione si intitola "La verità sulla marijuana," ed è un testo di 24 pagine che utilizza toni apocalittici e immagini angosciati per descrivere la pericolosità della sostanza.

"A prescindere dal nome, questa droga è un allucinogeno, una sostanza che distorce il modo in cui la mente percepisce il mondo in cui vivi," si legge a pagina 3.

Viene posto un grande rilievo anche sugli "effetti distruttivi" della cannabis, sia sul breve che sul lungo periodo.

In più – calcando la mano con la terminologia proibizionista – si scrive esplicitamente che "la marijuana può portare i consumatori ad usare droghe più forti per raggiungere lo stesso sballo."

Questo testo è prodotto a livello globale dalla "Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga," un'associazione non profit fondata nel 2006 che – si legge sul loro sito – "dà ai giovani e agli adulti informazioni basate sui fatti in merito alla droga, affinché possano prendere decisioni consapevoli e vivere liberi dalla droga." In Italia il materiale è diffuso dalla onlus "Dico no alla droga," associazione omologa alla Fondazione.

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Ufficialmente, la Chiesa di Scientology e gli Scientologist si limitano a "patrocinare" il programma "La verità sulla droga," definendola "una delle più grandi iniziative al mondo non governative per la prevenzione alla droga."

La Fondazione, inoltre, distribuisce "un'ampia serie di materiali educativi basati su fatti reali di forte impatto." Qualche mese fa, lo stesso materiale de "La verità sulla droga" era stato usato durante un "corso di prevenzione" al liceo Virgilio di Roma, sollevando numerose polemiche.

Opuscolo su — viola giannoli (@violagiannoli)July 28, 2016

Interpellata in merito alla denuncia di Artuto Scotto, la Chiesa di Scientology ha dichiarato di non essere coinvolta in alcun modo. "L'opuscolo in questione," si legge in un comunicato, "non è stato recapitato ai parlamentari dalla Chiesa di Scientology. Inoltre, chi lo legge può facilmente capire che non è proibizionista né antiproibizionista, è un opuscolo che, con un linguaggio semplice e diretto, vuole fornire ai giovani una corretta informazione sulla droga."

L'associazione "Dico no alla droga" – sentita da Adnkronos – ha raccontato di aver spedito il materiale, e ha ribadito a sua volta ribadito di essere "autonoma" e di non avere nulla a che vedere con Scientology.

"Da anni facciamo campagne informative, anche nelle scuole, sugli effetti e le conseguenze dell'uso di stupefacenti," prosegue l'intervista. "Come tutti abbiamo saputo che in Parlamento si stava discutendo una proposta di legge che vuole legalizzare la cannabis e per questo, come crediamo sia diritto e dovere di ogni cittadino, abbiamo solo voluto far sentire la nostra voce e le nostre conoscenze in materia."

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Tuttavia – almeno stando a diversi articoli della stampa italiana e internazionale – sia la Fondazione che l'omologo italiano "Dico no alla droga" sarebbero una "diretta emanazione della Chiesa." E questo nonostante non sia mai esplicitato chiaramente dall'una o dall'altra parte, ma anzi – come si è visto in questo caso – negato con forza.

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