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parigi

Il 17enne che combatte contro gli sgomberi dei campi rom francesi

Le famiglie della più vecchia baraccopoli francese hanno vissuto per anni nel timore di uno sgombero, che ora è arrivato.
Foto di Etienne Rouillon/VICE News

Nella baraccopoli di Samaritain del quartiere La Courneve, nella periferia nord di Parigi, vivono circa 80 famiglie rom provenienti principalmente dalla Romania e dall'Ungheria. L'accampamento, annidato tra una linea ferroviaria e l'autostrada A86, esiste da otto anni ed è considerato "la più vecchia baraccopoli di Francia" dalle associazioni di volontariato che forniscono assistenza alle 300 persone che vi risiedono.

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Negli ultimi tempi, dopo che le autorità locali hanno annunciato che la baraccopoli potrebbe essere rasa al suolo da un giorno all'altro, le famiglie stanno vivendo col terrore di essere sfrattate. VICE News ha visitato l'area, incontrando molti residenti che sostengono di non aver ricevuto nessuna offerta di una soluzione abitativa alternativa da parte dei funzionari. Non appena l'accampamento verrà smantellato, queste persone diventeranno dei senzatetto. A inizio agosto è stata lanciata una petizione per contestare l'espulsione dei residenti, e ha già raccolto più di 40.000 firme.

Jozsef Farkas, un diciassettenne originario della Romania settentrionale, ha accompagnato VICE News all'interno del campo di Samaritain.

Farkas, che spera nell'integrazione e in una carriera da musicista, è diventato un tenace difensore della sua comunità. Insieme ad altri attivisti, il ragazzo sta sollecitando l'amministrazione locale affinché prenda in considerazione una soluzione alternativa per l'accampamento.

La "prima strada" della baraccopoli, in cui vivono circa 300 persone. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

Vista aerea della baraccopoli di Samaritain, costruita nel 2008 tra un bosco e la ferrovia. (Immagine via Google Maps)

"Questa è la prima strada, ne abbiamo tre in totale," dice Farkas, conducendoci per uno dei sentieri che si estendono da un capo all'altro della baraccopoli. Rivestito da moquette e riquadri di linoleum, il tracciato lambisce le abitazioni di fortuna, incrociando gruppi di bambini che giocano. Sono più di cento i minori che vivono in condizioni di desolazione all'interno del campo. Le donne tengono i sentieri puliti, ma il terreno - sotto la pavimentazione improvvisata - è umido. In un angolo lontano della baraccopoli giganteschi topi si agitano freneticamente intorno a un cumulo di rifiuti.

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Non avendo disponibilità di acqua e corrente elettrica, gli abitanti sistemano i loro alimenti all'interno di frigoriferi spenti - non per tenerli al fresco, spiega Farkas, ma per proteggerli dai "ratti e dagli insetti che mangiano tutto." Il teenager e i suoi seguaci stanno lavorando ad un programma per ripulire la baraccopoli e rimuovere la montagna di rifiuti che occupa un lato del campo.

Un bambino cammina verso la discarica situata alla fine della baraccopoli. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

Il padre di Farkas è ungherese, sua madre è rumena. Fanno entrambe parte della comunità rom, una tra le minoranze più numerose in Europa - da tempo perseguitata - che ancora oggi deve affrontare discriminazione ed esclusione sociale.

Farkas non sapeva una parola di francese prima di raggiungere il paese dalla Romania. Ha imparato la lingua nei mercati, dove i suoi genitori vendono oggetti recuperati e di seconda mano. La sua famiglia, spiega, è venuta in Francia per scappare dagli abusi che subiva in Romania.

Adesso Farkas parla sei lingue, tra cui francese, inglese, romeno e ungherese. Ha inoltre una conoscenza base del tedesco, e sa cantare in italiano. "Per questo motivo faccio volontariato, lavorando come interprete per l'associazione Les Enfants du Canal (I Bambini del Canale), nata per aiutare i senzatetto," racconta. Mentre procediamo lungo il percorso, il ragazzo saluta i vicini seduti sui gradini d'ingresso delle proprie abitazioni.

Una donna fuori dalla sua baracca. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

Farkas è entusiasta per il futuro. "Andrò a The Voice!" esclama, riferendosi all'edizione francese del talent show. Spiega di essere stato selezionato come concorrente, dopo aver postato un video online l'anno scorso. Anche se Farkas passa gran parte delle giornate cercando di proteggere il futuro della sua comunità, i suoi sogni oltrepassano i confini della baraccopoli.

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"Mi piacerebbe andare a New York per vedere un concerto di Beyoncé," dice a VICE News. "Un amico mi ha detto che potrei incontrarla." Farkas spera di essere scelto da Mika - il suo "giudice preferito" - quando salirà sul palco.

Farkas canta frequentemente nella chiesa costruita dai residenti della baraccopoli. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

In Romania Farkas era un solista, e si esibiva a matrimoni e funzioni religiose. "Quando sono arrivato nel villaggio ero già una piccola star," ci dice all'interno della chiesa riccamente ornata, e una delle capanne più grandi del campo. "Ancora oggi continuo a cantare durante la messa."

La baraccopoli di Samaritain ha preso il nome della chiesa pentecostale che gli abitanti hanno costruito subito dopo essersi stabiliti nell'area.

Il sindaco di La Courneuve, il comunista Gilles Poux, ha ordinato l'evacuazione della baraccopoli già dal 2013. "Un sindaco comunista che caccia via la gente," sottolinea Farkas. "Qui ci sono lavoratori, bambini e disabili. Non siamo cani."

Un uomo che cammina, immortalato attraverso dalla finestra della chiesa. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

L'organizzazione benefica Foundation Abbé Pierre e l'associazione umanitaria Medici Senza Frontiere hanno promesso di aiutare a ripulire il campo e fornire acqua potabile come parte iniziale di un progetto più ampio, che vedrebbe da ultimo il trasferimento graduale dei residenti in una situazione abitativa più adeguata.

Tra i tanti problemi che gli abitanti della baraccopoli devono affrontare c'è l'incapacità di ottenere un certificato di residenza. "È il documento che da accesso a tutti gli altri," dice a VICE News Pierre Chopinaud, portavoce dell'organizzazione per la difesa dei rom La Voix des Roms (La Voce dei Rom). Senza il certificato, aggiunge Chopinaud, "ai bambini viene vietato l'ingresso nelle scuole del quartiere e per le famiglie è molto difficile ottenere assistenza sanitaria e servizi pubblici."

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Una immagine della "seconda strada" della baraccopoli. (Etienne Rouillon/VICE News)

Le istituzioni locali sembrano determinate a portare avanti il loro progetto di smantellare il campo, anche se una data ufficiale non è ancora stata comunicata. "La responsabilità decisionale è della prefettura," ha detto a VICE News un portavoce della municipalità. Il funzionario sostiene che lo sfratto dovrebbe avvenire a breve, ammettendo però anche che lo sgombero della baraccopoli non è sicuro.

Contattata da VICE News, la prefettura non è stata in grado di confermare quando e come gli abitanti saranno sfrattati dalla zona di proprietà del comune.

Aggiornamento: la baraccopoli è stata evacuata lo scorso 28 agosto, in un'operazione congiunta delle forze di polizia francesi: leggi i dettagli qui.

Estintori appesi alle pareti esterne delle baracche. (Etienne Rouillon / VICE News)

"Non ci fa piacere fare questo," ha spiegato il portavoce del governo, "ma è fuori discussione che La Courneuve permetta la permanenza della baraccopoli nell'area." Quando gli abbiamo chiesto delle alternative proposte da Farkas per i residenti - un'iniziativa che costerebbe solamente 400.000 euro - il portavoce ha detto che i gruppi di attivisti non sarebbero in grado di saldare il conto per l'operazione di pulizia. "La Corneuve non può permettersi di ripulire l'area," ha spiegato.

"Se veniamo sfrattati prenderemmo sicuramente ciò che possediamo, ma non sapremmo dove andare," dice Farkas. "Vogliamo dire al sindaco che non siamo animali: siamo esseri umani."

Farkas è diventato la voce della sua comunità. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

Farkas è benvoluto e rispettato dagli altri abitanti, e riesce a trasmettere alcune delle loro frustrazioni a VICE News. Stefan, un ragazzo di 32 anni che lavora in una fattoria vicino a Parigi, dice di essere infuriato dal razzismo contro i rom.

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"Perché le altre [minoranze] ricevono sussidi pubblici e noi no?" chiede. "Anche noi vogliamo partecipare alla vita comune e pagare le tasse, ma ci devono prima dare una possibilità per farcela."

Farkas, tuttavia, rimane pieno di speranze. "Ogni sera noi preghiamo affinché il sindaco cambi idea," dice. "Scriverò una canzone romantica per lui e per sua moglie."

Farkas davanti all'ingresso di Samaritain, vicino a Parigi. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

I bambini giocano lungo la recinzione metallica che circonda la baraccopoli. (Foto di Etienne Rouillon/VICE News)

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