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Il massacro di Orlando: tutte le ultime sulla sparatoria più grave della storia americana

Un uomo di 29 anni ha ucciso almeno 50 persone e ferite altrettante in quella che è stata definita la sparatoria con il maggior numero di vittime su suolo americano.
Foto di Steve Nessus/Reuters

A Orlando erano le prime ore di domenica 13 giugno quando Omar Mateen, 29enne americano, ha aperto il fuoco in una discoteca di Orlando, Florida. L'uomo ha ucciso 49 persone, ferendone 53. La sparatoria è la più grave nella storia degli Stati Uniti.

> La dinamica dell'evento

La sparatoria è iniziata alle 2 ora locale, quando l'uomo è entrato al Pulse - questo il nome del club - imbracciando una mitragliatrice, prima di aprire il fuoco sulle persone all'interno.

"Credevamo fosse un effetto sonoro del DJ," ha spiegato alla ABC un testimone oculare. "Il rumore di spari continuava ad avvicinarsi, poi c'è stata una pausa e di nuovo altri dieci o 20 colpi. Abbiamo cominciato a correre in direzione dell'uscita verso il palco, poi di nuovo altri colpi."

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L'attentatore ha tenuto in ostaggio diverse persone, prima dell'intervento della polizia. Le operazioni sono terminate attorno alle 5 ora locale. Le ragioni dell'attacco sono ancora ignote, né ci sono rivendicazioni di carattere politico o terroristico.

Florida Gov has declared a state of emergency. City of Orlando also declared state of emergency.

— Orlando Police (@OrlandoPolice)June 12, 2016

In questo video pubblicato su Twitter alle 5.40 del mattino, si possono udire i colpi d'arma da fuoco esplosi nel locale.

Gunfire exchanged at — Nic Hornstein (@nichornstein)June 12, 2016

> L'identità dell'attentatore

A condurre l'attacco è stato Omaar Mateen, nato negli Stati Uniti nel 1986 da genitori afghani, e residente a Port St. Lucie, in Florida. L'uomo avrebbe usato un fucile d'assalto AR-15 e una pistola. In quel momento nel locale, dove si stava svolgendo una serata con musica latina, si trovavano circa 350 persone.

All'arrivo della polizia Mateen ha preso alcune delle persone in ostaggio. Fino a dopo le 5, quando le forze dell'ordine sono riuscite a entrare nel locale, ingaggiare uno scontro a fuoco con l'attentatore, e ucciderlo. Secondo quanto poi rivelato da Ron Hopper, ufficiale dell'FBI, l'ufficio investigativo federale avrebbe interrogato Mateen per ben tre volte nel corso degli ultimi cinque anni per presunte connessioni con il terrorismo islamico.

> Le presunte affiliazioni con lo Stato Islamico

Secondo quanto riportato dallo stesso Hopper, Mateen avrebbe telefonato al 911 - il numero di pronto soccorso - nelle prime ore di domenica per annunciare l'imminente strage e giurare fedeltà allo Stato Islamico. Tuttavia, Hopper ha specificato di non avere ascoltato la registrazione di persona.

Successivamente, l'agenzia di stampa dello Stato Islamico Amaq ha pubblicato un comunicato in cui definisce Mateen un "combattente di IS" e rivendicando la paternità dell'attacco.

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Resta comunque ancora poco chiaro se - e in che modo - lo Stato Islamico avrebbe supportato Mateen nella pianificazione o esecuzione dell'attacco, e perfino se fosse in contatto con lui. "Non ci sono prove che questo [attacco] sia collegato a ISIS," ha confermato un ufficiale antiterrorismo americano a VICE News.

> La reazione di Obama

Il presidente americano ha definito l'attacco come un atto "di terrore e di odio," e lo considera un assalto a tutti gli americani. "Stiamo ancora aspettando un resoconto completo di quanto successo, c'è un'indagine in corso," ha detto il presidente. "Non ho ancora un parere definitivo sulle motivazioni del killer. L'FBI ha aperto un'indagine per terrorismo."

Giugno è il mese dell'orgoglio LGBT, e coincide con gli anniversari dei Stonewall Riots e della legalizzazione delle unioni omosessuali in alcuni stati degli USA.

Every shooting hurts, but a shooting at a Latino night at a gay bar during Immigrant Heritage Month and Pride Month stings a salty sting.

— Mathew Rodriguez (@mathewrodriguez)June 12, 2016


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