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Italia

La morte di Tiziana Cantone

Alcuni video amatoriali a sfondo sessuale poi diffusi sul web avevano condotto la donna alla depressione, portandola persino a voler cambiare la propria identità.

Si è suicidata all'età di 32 anni Tiziana Cantone, la donna ritratta in alcuni video amatoriali a sfondo sessuale che - diffusisi sul web - la avevano condotta alla depressione, costringendola persino a cambiare la propria identità.

I video, sei in tutto, vennero pubblicati originariamente nell'aprile del 2015, poco dopo essere stati inviati a diversi conoscenti della donna. Postati dapprima su un noto sito pornografico, i filmati avevano poi cominciato a essere diffusi attraverso Whatsapp nel napoletano, generando involontariamente un 'fenomeno' web sfuggito immediatamente di mano.

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A poche settimane dalla pubblicazione dei filmati hard, Cantone era infatti diventata l'oggetto di alcune pagine Facebook parodiche da migliaia di fan, di innumerevoli meme virali e di decine di video pubblicati su YouTube. Una delle frasi del video era addirittura diventata oggetto di merchandising su magliette, adesivi, cover per telefoni cellulari e tazze per il caffè.

I dettagli personali della donna, nel frattempo, si erano diffusi altrettanto rapidamente. Una situazione che portò la ragazza a intentare una causa contro diversi blog, testate giornalistiche, social network e piattaforme di distribuzione di video pornografici, rivendicando la propria privacy, invocando il diritto all'oblio, e chiedendo così la cancellazione di centinaia di contenuti giudicati lesivi della persona.

Al tempo uno dei legali della donna aveva spiegato le condizioni psicologiche difficili in cui versava la sua assistita: "Non va più in palestra, in ristoranti, in negozi, ha perso tutte le sue amicizie, non viene più invitata a feste, cene, occasioni sociali, soffre di attacchi di panico, stati d'ansia."

Cantone aveva chiesto di poter modificare il proprio cognome di nascita, una misura approvata dal tribunale di Aversa in tempi record vista la situazione di emergenza. Del resto poco prima la donna aveva già cercando di togliersi la vita, gettandosi da un balcone. Il giudice del tribunale aveva poi riconosciuto la lesione del diritto alla privacy della donna; ciò nonostante, Cantone si è tolta la vita pochi giorni fa nell'appartamento in cui viveva insieme a una parente.

Oltre che sul ruolo dei media e sull'uso che viene fatto delle piattaforme di social network, questa drammatica vicenda riaccende il dibattito anche sullo slut-shaming, l'atto di far sentire una donna colpevole per la propria condotta o i propri desideri sessuali, e di quali siano le conseguenze che la realizzazione e la diffusione di video pornografici possono avere sulle persone coinvolte.

Non è, infatti, il primo caso analogo: nel 2013 una 17enne brasiliana si era tolta la vita dopo la pubblicazione di un filmato che la ritraeva in atteggiamenti espliciti con un uomo e una donna. Un anno dopo, una studentessa 19enne del Minnesota si era uccisa con una pistola dopo essere stata bullizzata da compagni e amici in seguito alla pubblicazione di un video porno.


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