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In Svizzera gli attivisti vogliono chiudere subito le centrali nucleari con un referendum

Il 27 novembre si terrà un referendum popolare sulla chiusura immediata di tre centrali nucleari svizzere. Il governo, però, si sta opponendo duramente all'iniziativa.
Foto di Olivier Hoslet/EPA

Una coalizione di cittadini e ambientalisti svizzeri ha lanciato un'iniziativa per far sì che il governo chiuda tre centrali nucleari entro l'anno prossimo. In questo modo - sostengono i suoi promotori - si potrà ridurre il rischio di un disastro nucleare e incrementare lo sviluppo di energia alternativa.

Gli svizzeri saranno chiamati a esprimersi sulla proposta a novembre in un referendum consultivo. Ma le autorità federali si sono già opposte all'iniziativa.

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In futuro, il governo sarebbe intenzionato ad abbandonare la produzione di energia nucleare. Ma, secondo il ministro dell'Energia Doris Leuthard, il voto del 27 novembre sarebbe prematuro, perché la Svizzera non ha ancora un'alternativa credibile per soddisfare il fabbisogno energetico.

L'iniziativa promossa da Greenpeace e dal Partito dei Verdi punta alla chiusura dei rettori di Beznau e Mühleberg entro il 2017, e di altre due centrali rispettivamente nel 2024 e nel 2029.

Tuttavia, secondo Leuthard, una chiusura improvvisa toglierebbe alla Svizzera l'indipendenza energetica, lasciandola dipendente dagli impianti di produzione a carbone della Germania e portando a un aumento delle tariffe.

"Ci sarebbero delle difficoltà per i contribuenti," ha commentato il ministro.

La chiusura delle centrali nucleari costringerebbe la Svizzera a trovare una soluzione in tempo record per continuare a fornire più di 1.000 megawatt di energia al milione e mezzo di famiglie residenti.

"Noi diamo per scontato che avremo energia elettrica per sempre," ha detto a Reuters Suzanne Thoma, direttrice esecutiva di BKW, una società di energia. "Quando non ce ne sarà più, tutto crollerà."

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I promotori dell'iniziativa sostengono che, in questo modo, si raggiungerebbero tre obiettivi: aumentare la sicurezza dei cittadini, risparmiare denaro e dare impulso alle energie alternative.

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Secondo Kaspar Schuler, il volto della protesta, lo spegnimento delle centrali non porterà a blackout energetici. Il complesso nucleare di Leibstadt, il più grande della Svizzera, è fuori uso dal 2 agosto e un reattore di Beznau è stato spento nel 2015, senza che ci siano state interruzioni nella fornitura di energia.

Tuttavia, il ministro Leuthard sta delineando un piano a lungo termine chiamato "Strategia Energetica 2050," che, a detta sua, dovrebbe ottenere gli stessi risultati: l'abbandono dell'energia nucleare, collegato all'utilizzo di fonti rinnovabili e a una riduzione dei consumi.

Il programma del ministro potrebbe, però, essere minacciato dal Partito Popolare Svizzero, il più potente del Parlamento, il quale sta facendo campagna a favore del referendum. Secondo loro, la Strategia Energetica 2050 sarebbe costosa, inefficace e rappresenterebbe "una massiccia intrusione nella vita dei cittadini."

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