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crisi dei migranti

Tarvisio, il 'Brennero al contrario' dove i profughi lasciano l'Austria e tornano in Italia

Mentre il governo di Vienna minaccia di chiudere il valico del Brennero, a Tarvisio, altro comune di confine, arrivano ogni giorno decine di migranti provenienti proprio dall'Austria.
Tarvisio. [Foto via Kleber Ferraz]

A 160 chilometri dal Brennero, il valico di frontiera che l'Austria ha elevato a luogo simbolo della sua politica anti-immigrazione - mettendo in discussione Schengen e le basi dell'Europa unita - un altro confine può far riflettere sulle complesse dinamiche che regolano la crisi dei migranti attualmente in corso.

È Tarvisio, un piccolo comune di 4.400 abitanti in provincia di Udine, al confine austriaco.

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Qui il flusso migratorio segue un senso contrario: i migranti non cercano di entrare in Austria, ma percorrono la strada inversa, tornando in Italia.

Dal valico di Tarvisio passano, in media, tra le 20 e le 30 persone al giorno: circa 3.000 nei primi mesi dell'anno. A fornire i dati del fenomeno è stato l'assessore all'immigrazione del Friuli Venezia-Giulia Gianni Torrenti, intervistato da Redattore Sociale.

I migranti, perlopiù di nazionalità afghana e pachistana, raggiungono Tarvisio sui treni provenienti da Villach e altre stazioni vicine al confine. Sui vagoni vengono intercettati dalla polizia di frontiera che provvede poi alla loro identificazione.

Dopo essere trasferiti a Udine per la registrazione in Questura, i migranti vengono poi distribuiti sul territorio nazionale.

"La maggior parte sono stati fotosegnalati in Ungheria, quindi non possiamo riportarli in Austria," ha detto Torrenti. "Secondo gli accordi di Dublino dovremmo riportarli in Ungheria, ma questo è complicato. In realtà li teniamo noi, lì non si riesce a riportare nessuno, non c'è una collaborazione."

Il sospetto degli amministratori locali è che gli agenti austriaci chiudano un occhio, se non addirittura esortino i migranti a fare rotta verso l'Italia. In questo modo l'Austria si libererebbe del compito di offrire accoglienza a profughi e richiedenti asilo.

"È chiaro che se passano i controlli [dell'Austria] non sono proprio precisissimi, ovviamente qualche falla deve esserci," commenta a VICE News il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni.

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"La maggior parte di queste persone erano state intercettate all'epoca della rotta balcanica e radunate in un campo sul confine austro-sloveno. Loro volevano andare in Germania, ma poi si sono trovati le porte sbarrate e sono tornati indietro," continua Carlantoni.

"Poi, essendo liberi nessuno gli impedisce di salire su un treno e andare in Italia."

In un videoreportage realizzatoda Tarvisio da Il Fatto Quotidiano, appare un ragazzo pachistano individuato dalla polizia italiana su un treno proveniente da Villach che, in effetti, dice di essere stato mandato dagli agenti austriaci.

"L'Austria non mi vuole là," racconta il giovane. "Sono stato [in Austria] per tre anni e mezzo e parlo anche un buon tedesco."

Per ora, comunque Tarvisio è solo un punto di transito per i migranti.

Ma, per affrontare al meglio una futura, probabile, emergenza, le autorità locali stanno valutando l'ipotesi di allestire un centro di prima accoglienza nei pressi del valico.

L'area individuata sarebbe quella dell'ex autoporto di Coccau, a due passi dalla frontiera.

Le palazzine, ormai in disuso, dovrebbero essere riqualificate e trasformate in un centro fornito di posto di polizia e ambulatorio dove i migranti potranno essere registrati e visitati.

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Settimana scorsa il presidente della regione Deborah Serracchiani (PD) e il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni (FI) hanno effettuato un sopralluogo dell'area, dicendosi soddisfatti della soluzione.

A Tarvisio per un sopralluogo all'autoporto di Coccau con i tecnici di Autovie Venete, il Prefetto ed il Comune — Debora Serracchiani (@serracchiani)May 5, 2016

I lavori, però, al momento rimangono fermi. L'attivazione del centro infatti dovrebbe scattare solo se il numero di profughi in arrivo a Tarvisio dovesse aumentare di nuovo.

"Con l'avvento della stagione più calda sono già iniziati anche i primi attraversamenti via strada," spiega Carlantoni. "Ricominciamo a vedere quello che l'anno scorso era un fenomeno quotidiano - decine di persone trasportate all'interno di furgoni a pagamento in maniera disumana."

"C'è anche l'eventualità che dalla vecchia rotta balcanica, ormai chiusa, i migranti attraversino l'Adriatico per arrivare sulle coste pugliesi. Da lì si potrebbero poi dirigere verso Nord e, nel caso del blocco di Schengen, qui si verrebbe a creare un tappo."

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Foto di Kleber Ferraz via Flickr in Creative Commons