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A quanto pare Trump ne ha combinata una grossa

Secondo il Washington Post, il presidente USA avrebbe rivelato delle informazioni riservate al ministro degli Esteri russo—forse per vantarsi della sua intelligence.
Foto di Gage Skidmore/Flickr

Secondo il Washington Post Donald Trump avrebbe rivelato ai russi informazioni segrete sullo Stato Islamico che gli erano state fornite da un paese alleato.

La testata americana cita fonti del governo che sarebbero a conoscenza dei contenuti di cui si è parlato durante un incontro del 10 maggio scorso.

Al meeting, svoltosi presso lo Studio Ovale, avrebbero partecipato il presidente americano, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l'ambasciatore Sergei Kislyak.

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Durante questo colloquio, stando al Washington Post, Trump si sarebbe vantato della qualità dell'intelligence americana e delle informazioni che riceve ogni giorno.

Per confermare il suo ragionamento, Trump avrebbe fatto cenno a un esempio, rivelando informazioni altamente riservate ricevute dai servizi americani.

Was this photo taken before or after Trump told Lavrov & Kislyak highly classified information in the Oval Office? — Brian Klaas (@brianklaas)May 16, 2017

Sostanzialmente, Trump avrebbe rivelato alla Russia che l'Isis starebbe lavorando per trasformare i computer portatili in bombe da far esplodere sui voli internazionali—lo stesso allarme che potrebbe portare a vietare i laptop a bordo degli aerei.

Nel condividere questa informazione, il presidente USA avrebbe inoltre rivelato la città siriana nella quale è stata raccolta e la fonte che gliel'ha fornita—l'agente di un paese alleato, che non aveva quasi sicuramente intenzione di condividere la cosa con Mosca.

Così facendo, avrebbe messo a repentaglio la segretezza della soffiata, e soprattutto la rete di spionaggio che ha consentito ad ottenerla.

Per riassumere: adesso i russi conoscono almeno un'informazione in più sullo scenario siriano e sullo Stato Islamico, conoscono il luogo in cui è stata ottenuta, sanno più o meno quale sia la fonte, e conoscono parte del metodo di lavoro di intelligence sulla porzione di territorio in oggetto.

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Non a caso, ilWashington Post ha parlato di allarme del capo della CIA e dell'NSA, per i quali—stando al quotidiano—la situazione sarebbe parsa gravissima in modo immediato ed evidente.

Washington Post's Greg Jaffe: Yes sources were not disclosed, but Trump 'said so much that one could figure it out' — BBC News (World) (@BBCWorld)May 15, 2017

È importante sapere che la legge permette al presidente degli USA di declassificare atti e informazioni segrete, ma che secondo molti quello di Trump sarebbe comunque un errore gravissimo—e un esempio di come il presidente tratti certi temi, e si muova, con fin troppa leggerezza.

Episodi del genere, infatti, secondo alcuni analisti rischiano di compromettere reti informative, rovinare rapporti diplomatici con paesi alleati, far saltare la copertura su un'operazione d'intelligence contro lo Stato Islamico, e avvantaggiare la Russia in Siria—persino a discapito degli stessi USA.

Vale la pena notare, inoltre, che la rivelazione del Washington Post—peraltro confermata anche dalle altre maggiori testate americane—arriva proprio in un momento piuttosto complicato dal punto di vista politico, ossia quando le polemiche per la rimozione del direttore dell'FBI Comey—che proprio sui rapporti tra campagna elettorale di Trump e Mosca stava indagando—non si sono ancora per nulla placate.

Lo stesso Lavrov era stato accolto da Trump proprio dopo il licenziamento del capo dell'ufficio federale, nell'ormai famigerato incontro dello scorso 10 maggio—incontro per il quale alla stampa americana era stato proibito anche solo di scattare delle foto.

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Il Washington Post nel suo articolo dice di avere molti altri dettagli sulle informazioni diffuse da Trump, ma di non averle pubblicate su richiesta della Casa Bianca e dell'intelligence per non complicare ulteriormente la situazione.

Leggi anche: Come sono andati i primi 100 giorni di Trump alla Casa Bianca


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Foto di Gage Skidmore via Flickr, rilasciata su licenza Creative Commons