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Canada

La psicosi del Canada contro il 'turismo delle nascite' degli immigrati cinesi

In British Columbia si sta discutendo sulle conseguenze dell'immigrazione cinese; secondo alcuni organi di stampa e rappresentanti del parlamento, i cinesi si starebbero recando nel paese soltanto per dare vita ai propri figli.
Il Primo Ministro Justin Trudeau presenta una copia in cinese della carta dei diritti e dei doveri del Canada. [Canadian Press/Darryl Dyck]

C'è un nuovo tipo di turismo che spaventa il Canada: è il 'turismo delle nascite'.

Il problema, che ritorna ciclicamente sulle pagine dei giornali della provincia, è adesso al centro di una nuova petizione presentata in Parlamento, in cui si chiede al governo di non concedere più la cittadinanza ai neonati a meno che uno dei due genitori non sia cittadino canadese.

Il tema è molto caldo soprattutto nella British Columbia, i cui abitanti accusano le donne cinesi di partorire i loro figli sul suolo del paese con il solo scopo di ottenerne la cittadinanza.

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Il numero dei cinesi residenti a Vancouver è aumentato di oltre il 18 per cento negli ultimi 20 anni. Con loro è arrivata anche un'ondata di ricchi investitori – che arrivano in British Columbia per sistemarsi o spendere in proprietà immobiliari, al punto che il governo ha imposto una nuova tassa per chi acquista una casa senza essere cittadino canadese.

La stampa si chiede sempre più se non ci siano persone che si approfittano del sistema perché i figli abbiano accesso a programmi di assistenza sociale.

Gli esperti di immigrazione e cittadinanza tuttavia sostengono che il problema del turismo della nascite sia stato gonfiato in maniera esagerata, e che sarebbe più dannoso cambiare il sistema che regola l'assegnazione della cittadinanza canadese.

"Eliminare la cittadinanza per nascita su suolo canadese sarebbe una risposta isterica a una manciata di casi," si legge in un comunicato stampa del 2014 dell'Associazione per le libertà civili della British Columbia (BCCLA), che ha più volte cercato di combattere l'idea che le leggi canadesi vengano aggirate da molti stranieri.

Il problema del turismo delle nascite in tutto il Canada è trascurabile, dice a VICE News Josh Paterson, direttore esecutivo della BCCLA.

"Il fatto che qualche straniero partorisca qui non significa che ci sia un turismo delle nascite. E ci sono pochissime prove che mostrano che questo sia un problema che richiede una contromossa," aggiunge. "Cambiare le nostre leggi sarebbe esagerato anche economicamente, portando a dei costi superiori a quelli occorsi in caso di parto per persone senza cittadinanza."

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Secondo quanto rivelato da un'inchiesta pubblicata mercoledì dal Vancouver Sun, il Ministero della Salute starebbe investigando 26 residenze private della British Columbia che permettono a donne straniere di soggiornare prima e dopo il parto. Secondo i documenti, tali 'case del neonato' offrono servizi di ospitalità alle donne che hanno un permesso di soggiorno temporaneo o permanente.

Secondo Postmedia, 295 dei 1938 neonati nati all'ospedale a Richmond nel 2015 anno erano figli di madre cinese; per il giornale il numero sarebbe significativamente più alto rispetto al 2011, sebbene non sia chiaro di quanto. Le autorità sanitarie canadesi, infatti, solitamente non registrano la nazionalità dei pazienti. Secondo quanto pubblicato dall'ufficio Cittadinanza e immigrazione del Canada nel 2014, vi erano meno di 500 casi di bambini nati in Canada senza almeno un genitore che fosse cittadino o residente permanente.

A giugno una donna di Richmond, città a circa 30 minuti da Vancouver, aveva avviato una petizione parlamentare online per chiedere al governo di vietare il turismo delle nascite. La petizione ha ricevuto il supporto della parlamentare conservatrice Alice Wong, e ha raggiunto 58.000 firme.

Il Canada e gli Stati Uniti sono le uniche nazioni nel G7 che garantiscono automaticamente la cittadinanza ai bambini nati nel paese, a prescindere dallo status dei loro genitori.

"Il 'turismo delle nascite' può essere molto costoso per i contribuenti perché finché il bambino non compie 18 anni, potrebbe usufruire delle sovvenzioni statali del sistema educativo canadese… approfittando quindi del sistema sanitario del Canada e dei programmi di assistenza sociale," si legge nella petizione, firmata da Kerry Starchuk, già impegnata nella lotta contro i cartelli in lingua cinese.

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Starchuk dice di vivere di fianco a una delle cosiddette 'case per neonato,' e di vedere spesso donne cinesi passeggiare per il quartiere. La città di Richmond è casa di molti nuovi arrivati dalla Cina.

"Voglio dei vicini, non della gente che va e viene e non ha nessun tipo di attaccamento," aveva detto Starchuk al Vancouver Sun, all'inizio del mese. "Non ho problemi con i neonati, ma ho dei problemi con le conseguenze a lungo termine."

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