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Cos'è questa storia dell'Unar e delle Iene

C'è un servizio delle Iene che accusa l'Unar—che fa capo al governo—di finanziare un'associazione gay che ospiterebbe rapporti sessuali a pagamento: cosa sappiamo finora.
Grab via YouTube

Il direttore generale dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) si è dimesso da suo ruolo.

L'Ufficio, che dipende dal dipartimento delle Pari Opportunità, era stato al centro di un servizio dello show televisivo Le Iene in cui si denunciava il presunto uso improprio di finanziamenti pubblici.

In sostanza, l'ente avrebbe assegnato dei finanziamenti—attraverso bando pubblico—a un'associazione cui sarebbero legati circoli nei quali si praticherebbe prostituzione maschile.

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Vediamo nel dettaglio.

Cos'è l'UNAR

L'Unar è stato istituito nel 2003 per garantire la parità di trattamento tra le persone e combattere le discriminazioni.

Per far questo, opera attraverso assistenza alle vittime di comportamenti discriminatori, facendo inchieste, promuovendo studi, redigendo relazioni annuali, appoggiando progetti. E, infine, concedendo fondi a associazioni o enti che lavorano per queste finalità.

Il suo Direttore Generale, da circa un anno, era Francesco Spano, avvocato toscano di 39 anni con un passato come segretario generale della Fondazione Maxxi e come collaboratore dei ministri Amato e Melandri.

Cosa c'è nel servizio delle Iene

Qualche giorno fa Le Iene hanno trasmesso un servizio in cui viene mostrato un elenco di associazioni accreditate dall'Ufficio.

Tra queste ci sarebbe anche un'associazione (la Anddos, con 200mila iscritti e 71 circoli affiliati) alla quale—stando a una fonte anonima delle Iene—sarebbero legati circoli in cui ci sarebbero saune e centri massaggi dedicati agli omosessuali e si svolgerebbero attività a scopo di lucro a sfondo sessuale—evenienza che sarebbe confermata anche dai siti di alcuni di questi circoli, in cui si segnalano servizi come "dark room" e "glory hole".

Sempre secondo lo show di ItaliaUno, il direttore dell'Unar sarebbe socio di questa associazione—circostanza che lo stesso Spano ha smentito.

Per riassumere, comunque: il servizio delle Iene accusa l'Unar di finanziare con denaro pubblico un'associazione gay che ospiterebbe rapporti sessuali a pagamento.

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Cosa è successo dopo il servizio

Ieri, lunedì 20 febbraio, Francesco Spano si è dimesso "in segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l'Unar" dopo esser stato convocato a Palazzo Chigi.

"Per quanto non si ravvisino violazioni," si legge in una nota, la presidenza del Consiglio ha disposto la sospensione del bando "per effettuare le ulteriori opportune verifiche."

Il responsabile comunicazione dell'Unar, Fernando Fracassi, ha parlato su Facebook di "servizio che distorce la realtà" e di disappunto per "come è stato montato."

"Noi non finanziamo associazioni ma solo progetti che abbiano esclusivamente una valenza sociale," ha proseguito.

Il segretario nazionale di Arcigay, Gabriele Piazzoni, ha scritto in un comunicato che il servizio "dosava anonimati" e "vaghezza" in "malafede," con dettagli "perfino lesivi del diritto alla privacy," scatenando "una macchina del fango."

Anddos, l'associazione coinvolta, ha spiegato in un comunciato che si tratterebbe di "accuse infondate che colpiscono la realtà Lgbti".

Il Codacons, intanto, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla procura di Roma per aprire un'indagine sull'utilizzo dei fondi pubblici.

Cosa dice la politica

Forza Italia ha annunciato interrogazioni parlamentari. Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto spiegazioni pubbliche al sottosegretario Maria Elena Boschi—che detiene la delega alle Pari Opportunità—per chiarire il caso. Fratelli d'Italia, attraverso il suo leader Giorgia Meloni, punta invece alla chiusura definitiva dell'Ufficio.

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In un articolo de Il Giornale dal titolo "Orge gay pagate dal governo," si possono leggere le dichiarazioni di Massimo Gandolfini, presidente del comitato promotore del Family Day.

"Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di sollevare il velo di omertà ed ipocrisia che copre il mondo della prostituzione gay," ha spiegato.

"Il governo non pensi di assolversi gettando tutte le responsabilità su di lui (…) Vigileremo—ha continuato—su quanto avverrà nella scuola, dove si è tentato di far entrate le associazioni Lgbt accreditate all'Unar come agenzie per il contrasto alla discriminazione e al bullismo. In realtà si è tentata una vera colonizzazione secondo il gender."

Cosa dice Adinolfi

Per Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, l'Ufficio e il suo direttore dimissionario avrebbero "dimostrato di essere solamente una longa manus della lobby Lgbt per il drenaggio di una enorme quantità di denaro pubblico nelle casse delle loro associazioni, per progetti sempre opachi e molto diversi dalla natura dichiarata."


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