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Le ragazze della Les Week, la "settimana delle lesbiche" italiana

"Magari in coppia la si vive diversamente, ma una ragazza che viene da sola non viene qui per guardare il paesaggio."
Un momento della Les Week. In foto Shirin e Giada, non intervistate sotto.

Torre del Lago Puccini è una ridente cittadina della Versilia. Forse alcuni di voi la conosceranno per la Villa di Puccini, dove visse l'omonimo compositore, o per la sagra del cacciucco, che si tiene ad agosto e ogni anno ostacola la digestione di persone oneste come la sottoscritta. A primo impatto sembra di essere negli anni Sessanta: famigliole italiane che vanno in campeggio con la roulotte al seguito e poi in spiaggia, con la borsa frigo, ma basta passeggiare fino in fondo alla Marina per accorgersi che non è tutto lì.

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Infatti Torre del Lago ospita una delle discoteche più grandi e famose d'Italia, il Mamamia, intorno alla quale si organizzano settimane dedicate alle varie comunità LGBT. Nel nostro caso parliamo della Les Week, la settimana delle lesbiche. L'impressione è quella di stare in un villaggio turistico, con attività organizzate che scandiscono i tempi delle villeggianti: tornei in spiaggia, aperitivi sul lungomare, karaoke, speed date, proiezioni di film a tematica lesbo e Miss Gaya, un concorso di bellezza per incoronare la lesbica più bella d'Italia.

Qualche giorno fa sono andata alla Les Week, per farmi raccontare da alcune ragazze chi sono e perché hanno deciso di partecipare a quest'evento.

Tutte le foto di Ambra Cretì Bosurgi.

NOEMI, 23 ANNI, FIRENZE - STUDENTESSA DI LETTERE

VICE: Ciao Noemi, è la prima volta alla Les Week?
Noemi: No, è il quinto anno consecutivo che vengo. È un modo per ritrovarsi con le amiche e conoscere gente nuova—anche se non mi piace molto quando i gay si ritrovano nello stesso punto, isolandosi dal resto della società, però riconosco che è un luogo in cui stare insieme, divertirsi e non essere giudicati.

Com'è strutturata la tua routine quando vieni qui?
Siamo in tenda in campeggio, quindi alle 7 di mattina ci svegliamo per forza perché grondiamo di sudore. Poi facciamo la doccia, colazione e poi mare tutto il giorno, perché in piscina non si può entrare senza cuffia e io ho i rasta quindi è sempre un problema.

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Cosa ne pensi della nuova Miss Gaya?
L'ho vista, ma sinceramente me ne piaceva più un'altra. E non ero d'accordo con quello che hanno detto alcune delle partecipanti.

Tipo?
Una aveva i tacchi e ha detto che non ci sapeva camminare perché è lesbica. Ma lesbica non vuol dire essere automaticamente un uomo e non sapere portare i tacchi, vuol semplicemente dire che sei una donna alla quale piacciono le donne.

Tu li metti i tacchi?
Sì, a volte, ma non molto, perché sono imbranata e non ci so camminare bene, ma non direi mai "non li metto perché sono lesbica".

MICHELA, 29 ANNI, FERRARA - STUDENTESSA DI ARCHEOLOGIA E ATTIVISTA LGBT

VICE: È la prima volta che vieni alla Les Week?
Michela: Sì, me ne ha parlato bene un'amica che era venuta qualche anno fa. Allora ho caricato la tenda e ho deciso di venire da sola. Primo campeggio, prima tenda, prima Les Week.

La tua amica deve averti detto qualcosa di molto persuasivo per spingerti al campeggio…
Me l'ha descritto come un posto pieno di lesbiche, dove ci si diverte, si fa campeggio, si va in spiaggia. Ero già venuta a giugno e ho capito che era un bel posto in cui sarei tornata.

Cosa pensi di chi dice che gay e lesbiche si autoghettizzano?
Parli con un'attivista impegnata da anni nelle battaglie dei diritti civili come in quelle della visibilità per le persone LGBT, quindi non credo assolutamente che ci autoghettizziamo. Faccio parte di un'associazione e facciamo un sacco di eventi aperti a tutti, ovviamente promuoviamo cultura e temi soprattutto in ambito LGBT, però parliamo alla collettività, che siano gay o no.

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Qui ti senti più libera?
Sì, questa è una realtà diversa dalle altre perché per una settimana siamo tutti omosessuali o tran-sessuali ecc. e quindi si vive in modo più semplice. Però io questi problemi non me li faccio, anche se sono in un locale "etero" e voglio baciare la ragazza con cui sono, lo faccio senza problemi.

Com'è andata ieri la serata? Hai cuccato?
[ Ride] Diciamo di sì. Ho conosciuto una ragazza tramite un'amica in comune, abbiamo ballato—anche se lei in realtà puntava un'altra, quindi sono stata un po' la sua riserva. Riserva di tutto rispetto, ma pur sempre una riserva.

Quindi questa Les Week ha portato i suoi frutti.
Diciamocelo, io sono venuta anche per la figa. Magari in coppia la si vive diversamente, ma una ragazza che viene da sola non viene qui per guardare il paesaggio.

SERENA, 31 ANNI, GENOVA - MASSOFISOTERAPISTA E STAFF LES WEEK

VICE: Quali sono i tuoi compiti qui alla Les Week?
Serena: Diciamo che sono una sorta di Jolly: durante il giorno coordino tornei e attività varie che svolgiamo in spiaggia, mentre la sera, in discoteca, aiuto sul palco e dove serve. È il mio primo anno alla Les Week e so che quest'anno l'affluenza è calata, ma noi stiamo facendo il possibile e coinvolgiamo al massimo tutte le presenti.

Rimorchierai un casino facendo parte dello staff.
Ieri sera ho rimorchiato, ma non faccio nomi. Tra l'altro visto che eravamo in discoteca mi hanno vista in tante e ovviamente ora non mi guardano più.

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Penso che le ragazze più giovani qui alla Les Week preferiscano fare sport, essere produttive, ma magari noi più grandi, tra le tante cose, cerchiamo anche l'anima gemella.

A tal proposito, tu hai mai usato app d'incontri?
12 anni fa ho usato addirittura Meeting Gay, ho conosciuto una ragazza di Taranto con la quale sono stata un anno e mezzo—quindi ho passato moltissimo tempo in autostrada, perché sono di Genova. Ora non le uso più, preferisco il dialogo diretto.

MONICA E NATALIE, 45 E 51 ANNI, BOLOGNA E PARIGI - RESPONSABILE ACQUISTI PER UN BRAND ITALIANO E MEDICO

VICE: Vi siete fidanzate qui?
Monica: No, ma più o meno. Ci siamo conosciute a Ibiza, durante una settimana all inclusive in un villaggio turistico per sole lesbiche da tutta Europa. Si alloggia in albergo e nel villaggio c'è di tutto: piscina, campi da tennis, tiro con l'arco e altro. Si chiama Velvet 69, chissà perché…

Allora per le lesbiche è un vizio questa cosa dei raduni.
[ Ride] È sicuramente un'opportunità interessante. Noi a Ibiza ci divertiamo sempre tantissimo e conosciamo un sacco di gente, ma non è una situazione economica come alla Les Week. Nel resto d'Europa i salari sono più alti, quindi per loro pagare 1000 euro per una settimana non è poi così assurdo.
Natalie: In Francia le associazioni che organizzano il gay pride a volte organizzano anche settimane bianche per sole lesbiche. Al mare o in montagna, i raduni sono sempre un'ottima occasione per divertirsi e conoscere nuove persone.

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Monica, mi dicevi che vieni qui da dieci anni. Da veterana, pensi che la Les Week abbia subito un'evoluzione nel corso degli anni?
Direi più che altro un'involuzione. Ultimamente hanno chiuso molti locali, alcuni dei ristoranti della marina sono stati letteralmente bruciati. A mio avviso c'è un'evidente politica comunale contro gli omosessuali.

Non lo trovi strano, visto che eventi di questo tipo portano anche del turismo? Come dice mia nonna, fanno girare l'economia, no?
Probabilmente lo portiamo in una fascia di periodo molto limitato, e i residenti, o quelli che vengono in vacanza con la famiglia, sono diventati più intolleranti. Sono anni che si lamentano del turismo e dei locali LGBT della Marina di Torre del Lago, forse si sono stufati di essere associati al mondo gay.

Passando a temi più leggeri: com'è la vostra esperienza con le app d'incontri?
Io ho installato Wapa ed è stato terribile. La prima sera che mi sono iscritta mi ha contattato una ragazza e dopo cinque minuti mi ha mandato le sue foto nuda. L'ho trovato un approccio troppo aggressivo.
Natalie: No, disprezzo dover scegliere come se si trattasse di pomodori o zucchine al supermercato. C'avrei fatto un pensiero solo se avessi saputo che Sharon Stone era un'iscritta.

SIMONA, 19 ANNI, ASTI - STUDENTESSA DI LICEO SCIENTIFICO

VICE: Cosa ti piace di più di questo posto?
Simona: Ti senti come in una grande famiglia, si sta sempre tutti insieme in spiaggia e al campeggio, alla fine ci si conosce tutti. È una figata, è come un parco giochi.

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Un parco giochi per lesbiche, in questo caso.
Esattamente, noi la chiamiamo isola di Lesbo. Non vorrei andare mai via da questo posto. I primi giorni mi sono ambientata, adesso conosco più gente e a volte succedono delle cose [ ride]. Non entriamo nei dettagli, voglio divertirmi senza avere rimorsi o rimpianti.

Hai partecipato a qualche attività organizzata dallo staff?
Ho partecipato e arbitrato il torneo di beach volley in spiaggia, inoltre ho assistito—ma non partecipato—allo speed date.

Anche se non hai partecipato allo speed date, hai conosciuto qualche ragazza interessante?
Ieri sera al Mamamia ho conosciuto una barista. Ho aspettato che staccasse dal lavoro alle 5 di mattina, poi abbiamo chiacchierato e mi ha chiesto il numero, quindi l'ho digitato sul suo telefono e ho fatto uno squillo per poi avere il suo. Quando sono arrivata in tenda non ho trovato nessuno squillo e in quel momento mi sono ricordata di averle dato il numero di mia madre.

Tua madre è tranquilla con la tua sessualità?
Tranquillissima. In realtà non sa che sono alla Les Week, ma penso che quando tornerò a casa con la bandiera rainbow e tutti questi gadget lo capirà da sola.

Chiara gira l'Italia per fare domande alla gente e scoprire l'essenza dell'animo umano. Seguila sulla sua pagina Facebook Sagre d'Italia.