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Il virus Zika potrebbe minacciare le gravidanze in America “per un anno e mezzo”

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che il virus, probabilmente legato a un aumento di neonati affetti da microcefalia, si espanderà con molta probabilità in tutti i paesi del continente americano, tranne il Canada e il Cile.
Photo via CDC

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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha reso noto che il virus Zika, trasmesso dalle zanzare, si espanderà con molta probabilità in tutti i paesi del continente americano — tranne il Canada e il Cile.

Ci sono le prove di un possibile collegamento tra Zika e l'aumento di bambini brasiliani nati con la testa troppo piccola. Allo stesso tempo, si continuano a registrare nuovi casi in tutta la regione.

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L'OMS ha anche rilanciato un avvertimento del Centro americano per il Controllo delle Malattie, che ha consigliato alle donne incinte di evitare le zone in cui è stata riscontrata la presenza del virus. Entrambe le organizzazioni hanno intimato alle donne che vivono nelle aree colpite di prendere le dovute precauzioni.

"Le donne incinte dovrebbero prestare particolarmente attenzione ai morsi delle zanzare," ha detto l'OMS in un comunicato pubblicato domenica. "Le donne che credono di essere state esposte al virus Zika dovrebbero consultare il proprio medico per monitorare da vicino la gravidanza."

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Nel frattempo, le autorità di cinque paesi della regione - El Salvador, Colombia, Honduras, Jamaica ed Ecuador - hanno sollecitato le donne a posticipare eventuali gravidanze.

"Vorremmo suggerire alle donne in età fertile di prendere le misure necessarie per programmare le proprie gravidanze ed evitare di rimanere incinte durante il prossimo anno e mezzo," ha detto la scorsa settimana Eduardo Espinoza, vice ministro della salute di El Salvador.

Le autorità sanitarie colombiane hanno raccomandato a "tutte le coppie sul territorio nazionale" di evitare gravidanze fino a luglio. Hanno anche suggerito alle donne incinte che vivono al di sopra dei 2.200 metri di non spostarsi verso altitudini più basse, dove prosperano le zanzare.

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I sintomi provocati dal virus sono simili a quelli della Dengue, anch'essa trasmessa dalla zanzara Aedes aegypti. Zika può causare febbre, sfoghi cutanei, dolori muscolari e articolari. Il Centro per il Controllo delle Malattie, tuttavia, ha dichiarato che circa l'80 per cento delle persone infettate dal virus non presenta sintomi.

Le preoccupazioni riguardo al virus Zika hanno iniziato a intensificarsi a novembre, quando il Ministero della Salute brasiliano ha annunciato che stava indagando su un possibile collegamento tra il virus e un forte aumento di bambini nati con microcefalia, ovvero con la testa eccessivamente piccola e il cervello sottosviluppato.

I ricercatori brasiliani stanno anche analizzando un possibile nesso tra Zika e la sindrome di Guillan-Barré, che porta il sistema immunitario ad attaccare parti del sistema nervoso centrale.

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Il virus Zika è stato identificato nel 1947, ed era apparentemente rimasto confinato in Africa, nel Sud-est Asiatico e nelle isole del Pacifico — fino a quando sono stati registrati i primi casi del continente americano in Brasile, a maggio 2015.

Stando all'OMS, il virus è stato riscontrato in 21 paesi del continente americano. L'organizzazione ha affermato che sta avanzando in modo particolarmente rapido, sia perché la zanzara è molto diffusa, sia perché le popolazioni locali devono ancora sviluppare l'immunità al virus.

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Le autorità messicane hanno confermato finora 15 casi di Zika, ma non hanno ancora pubblicato raccomandazioni o vademecum.

"Non abbiamo un allarme epidemiologico in Messico, ma considerando la rapida diffusione del virus e il fatto che abbiamo già alcuni casi, dobbiamo stare all'erta," ha detto a VICE News Carmen Robles, ex vice direttrice del La Raza Medical Center di Città del Messico. "Quello che possiamo fare è prevenire, proprio come abbiamo fatto in passato con la Dengue."

Gli unici casi individuati negli Stati Uniti hanno coinvolto persone rientrate dai paesi in cui è presente il virus.

Mentre il virus e la paura per le sue conseguenze continuano a espandersi, è partita la corsa per sviluppare un vaccino.

"Non abbiamo farmaci e non abbiamo vaccini. È un deja vu, perché è esattamente quello che dicevamo per ebola," ha detto a Reuters Trudie Lang, professoressa di salute globale all'università di Oxford. "È molto importante sviluppare un vaccino il più velocemente possibile."


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Saana Ihamäki ha contribuito alla stesura di questo articolo.