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La guida di VICE al referendum costituzionale

Cosa sanno i giovani romani del referendum?

A poco più di un mese dal referendum costituzionale, gli indecisi sono moltissimi, così come lo sono i disinformati. Per capire quanto sono preparati giovani romani e conoscere le loro opinioni in merito, abbiamo fatto loro qualche domanda.

Giorgio, intervistato sotto. Foto di Melania Andronic.

La scorsa settimana siamo stati in giro per Milano a testare la preparazione dei giovani in merito al referendum costituzionale del 4 dicembre. A qualche giorno di distanza, dopo un nuovo dibattito televisivo e un nuovo sondaggio secondo cui il No sarebbe in leggero vantaggio e gli indecisi ancora moltissimi, abbiamo ripetuto l'esperimento a Roma.

Come nel caso precedente, molte persone si sono dette totalmente impreparate sul tema e hanno rifiutato di essere intervistate o fotografate. In generale, comunque, la quasi totalità degli intervistati ha ritenuto di doversi ancora "informare meglio". Agli altri, ho fatto qualche domanda sul contenuto del referendum e sulle loro opinioni in merito. Giorgio, 19 anni

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VICE: Mentre discutevi coi tuoi amici ho sentito che sei intenzionato a lasciare bianca la scheda.
Giorgio: Sì, probabilmente farò così.

Qual è precisamente il motivo?
Credo che il referendum sia troppo politicizzato; è praticamente la misura del consenso che il governo ha in questo momento. E di chiunque sia la colpa il risultato non cambia: la gente non voterà nel merito, voterà quello che pensa sul governo. Poi, a livello procedurale, non c'è stata una discussione aperta: se non sbaglio è stata posta la fiducia su quasi tutti i passaggi del procedimento [in realtà non è stata posta alcuna fiducia].

Al di là delle questioni politiche, il contenuto della riforma ti convince?
Be', riuscire a eliminare il Senato sarebbe stato un buon obiettivo, anziché limitarsi a ridurre il numero dei senatori. Personalmente avrei preferito una riforma che andasse in questa direzione.

Giulio, 27 anni

VICE: Ciao, scusa se ti disturbo mentre bevi. Stiamo facendo un po' di domande sul referendum per capire quanto è informata la gente. Tu quanto sai sulla riforma?
Giulio: Sinceramente la riforma non mi convince appieno, ma sono favorevole ugualmente. Il problema però è alla base: non è il numero dei parlamentari, sono i parlamentari. L'Italia è ferma dal punto di vista politico: un volto nuovo come Renzi, che comunque non trasmette tutta questa fiducia all'atto pratico, potrebbe essere una buona cosa, anche se poi a conti fatti non è che sia 'sto gran miglioramento.

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Quindi sei per il sì. Cosa pensi che accadrebbe in caso di vittoria di quel fronte?
Se Renzi vincesse acquisirebbe molta forza. Fosse solo per quello voterei No, perché io sono contro Renzi. Il problema è che noi elettori possiamo dire solo Sì o No, non possiamo dire il perché. In generale mi ritengo molto patriottico e tradizionalista, e la Costituzione dovrebbe essere cambiata da qualcuno con la stessa levatura di coloro che l'hanno scritta.

Ilenia, 20 anni

VICE: Allora, mi dicevi che studiando giurisprudenza ti senti abbastanza preparata sulla riforma.
Ilenia: Sì, e sono convinta di votare No.

Come mai, entrando nel merito?
Perché, innanzitutto, il governo che cerca di varare la riforma non è eletto, non l'ho scelto e non l'avrei scelto. Poi questa riforma, andando a modificare circa un terzo della costituzione, è troppo corposa, credo che fare tutto insieme sia sbagliato. Magari sarebbe stato meglio proporre delle riforme consequenziali.

Secondo te, gli elettori sono abbastanza informati?
A giurisprudenza bene o male sì perché la riforma è coperta da vari esami come diritto costituzionale e diritto pubblico. Per il resto, però, la disinformazione è totale sia tra i ragazzi sia soprattutto tra le persone anziane, che non conoscono minimamente i contenuti della riforma che andranno a votare.

Antonio, 25 anni

VICE: Ciao, cosa sai del referendum del 4 dicembre?
Antonio: So che voterò Sì. Questa riforma è un passo avanti, un cambiamento necessario, perché non mi pare che il bicameralismo perfetto abbia dato speditezza all'approvazione dei progetti di legge. Credo che occorra un nuovo equilibrio. E poi, un esecutivo più forte non è necessariamente una cosa negativa; un indirizzo di maggioranza più stabile porterà una governabilità maggiore.

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Alcuni giuristi sostenitori del No l'hanno definita una riforma autoritaria. Credi che il pericolo sia reale?
Sinceramente non credo, soprattutto perché anche altre grandi potenze europee che non hanno il bicameralismo perfetto funzionano molto meglio dell'Italia. Il mio comunque non è un voto politico, è sostanziale: la riforma mi piace, almeno sulla carta. Poi gli effetti si valuteranno.

Giuseppe, 20 anni

VICE: Qual è la tua posizione in merito al referendum del 4 dicembre?
Giuseppe: Non mi sono informato precisamente, so giusto quello che si sente in televisione e che si vede su Facebook perché il mio lavoro mi prende tutto il tempo a disposizione. Però questo referendum è importante, darà vita a quello che sarà il nostro futuro.

Hai ragione. Dove ti sei informato principalmente?
Qualche cosina me la leggo sui giornali, qualche altra la vedo su internet, tipo i video sulla pagina dei Cinque Stelle mi piacciono, e in generale le loro argomentazioni sono molto coerenti e trasparenti.

Quindi sei più orientato verso il No.
Esatto, perché secondo me non è quello il modo migliore per cambiare le cose. È un escamotage, una scorciatoia che non ci porta mai a niente di concreto. Semplicemente bisogna lavorare sodo per andarci a prendere quello che vogliamo e non è di certo limitando le possibilità al governo che miglioreremo il nostro paese.

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