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[In Foto] Gli 'effetti collaterali' delle trivellazioni per il petrolio nel Golfo del Messico

Una fuoriuscita di petrolio da una tubatura sottomarina gestita dalla Shell ha causato la dispersione di circa 340.000 litri di petrolio nelle acque dell'oceano.
Photo par Derick E. Hingle/Greenpeace

Una fuoriuscita di petrolio da una tubatura sottomarina gestita dalla compagnia Royal Dutch Shell, comunemente conosciuta come Shell, ha causato la dispersione di circa 340.000 litri di petrolio nelle acque del Golfo del Messico.

La fuoriuscita è avvenuta settimana scorsa, a circa 90 miglia dalla costa della Louisiana.

La guardia costiera americana e Shell hanno recuperato già circa 290.000 litri di carburante misto ad acqua, secondo quanto comunicato dalla compagnia. Non ci dovrebbero essere danni alla costa, e per ora non si segnalano danni ai pesci che popolano l'area. Le pescherie del golfo restano aperte.

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L'ufficio federale per la Sicurezza e la Protezione Ambientale (BSEE) ha avviato un'indagine per determinare le cause della perdita.

La piattaforma Brutus, di Shell, si trova a circa 90 miglia dalla costa della Louisiana.

Secondo quanto riferito dalla Guardia Costiera, le operazioni di riassorbimento sono al momento condotte da barche di diverse dimensioni, e coinvolgono circa 130 persone.

Circa 340.000 litri di petrolio si sono riversati nel golfo del Messico.

Benché questo incidente sia molto meno grave rispetto a quello avvenuto nel 2010, quando 11 operai rimasero uccisi e oltre 5 milioni e 300mila litri invasero le acque dell'oceano nell'arco di tre mesi, la perdita della tubatura di Shell ha riacceso pesanti critiche sulle trivellazioni in atto nel Golfo del Messico.

Secondo alcune stime, dal Golfo si estrae il 17 per cento del greggio americano, e l'industria locale offre lavoro a circa 250.000 persone.

Una barca durante le operazioni di recupero del petrolio.


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Foto di Derick E. Hingle/Greenpeace