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Droga

Cosa dice la prima indagine italiana sul rapporto tra sesso e droghe

Che ruolo ha la droga nella sessualità degli italiani? Ne abbiamo parlato con uno dei promotori dell'indagine "Piacere Chimico".

Qualche tempo fa su VICE avevamo parlato del lancio di "Piacere Chimico", una survey con cui un gruppo di medici, ricercatori e professionisti nel mondo delle droghe e della riduzione del danno si poneva per la prima volta l'obiettivo di studiare il modo in cui la droga influenza la sessualità degli italiani.

Si tratta di un argomento, come ci aveva raccontato al tempo Salvatore Giancane, medico tra gli organizzatori dell'iniziativa, difficile da affrontare, a causa soprattutto della quasi totale assenza di dati di riferimento: la maggior parte degli studi risale agli anni Settanta e Ottanta su campioni britannici. Passati quegli anni, l'attenzione si è spostata sugli aspetti sanitari.

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A quasi un anno dal suo lancio è stata conclusa la presentazione dell'analisi preliminare della prima parte del questionario—in sostanza, sì è fatto un primo screen dei dati per ricavarne un quadro generale, e capire quali cluster approfondire con analisi mirate. All'indomani dell'uscita, ho contattato Salvatore Giancane per parlarne.

Per prima cosa le persone che hanno partecipato al questionario sono state circa 1500—di cui il 36 percento donne e il 63 uomini. Di queste, la maggior parte sono laureati e svolgono l'attività di liberi professionisti.

"È giusto premettere che ci è arrivato un campione selezionato, di persone che non sono problematiche e che non arriveranno mai ai SerT," esordisce Giancane. "Nella quasi totalità, si definiscono consumatori occasionali o coscienti. Una popolazione 'trasparente', socialmente integrata e con un elevato funzionamento sociale."

Si tratta di una precisazione che può sembrare ovvia, ma che risulta necessaria e ricalca i risultati della Relazione Europea sulla Droga—che ci ricorda che sono milioni le persone a farne uso ogni anno, con una predilezione per la cannabis (per cui l'Italia è al secondo posto in Europa) seguita da cocaina, MDMA e anfetamine.

Tornando a Piacere Chimico, i dati rivelano che non sempre la sostanza preferita è quella che si ritiene più idonea all'attività sessuale. Inoltre, emerge che sesso e droga sono effettivamente legati: la quasi totalità (95 percento) delle persone che fa uso di droghe ha fatto anche sesso sotto il loro effetto, e più della metà (51 percento) lo ha fatto in modo programmato.

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Detto ciò, i dati fin da subito offrono diversi spunti di riflessione. "Al primo posto, per quanto riguarda le sostanze preferite per fare sesso, per le donne c'è l'alcol e al secondo posto la cannabis. Per gli uomini, queste due sostanze si presentano invertite nelle prime posizioni, mentre per entrambi i sessi seguono ecstasy e cocaina," mi dice Giancane.

Se di primo acchito può sembrare un quadro abbastanza simile per quanto riguarda i due sessi, Giancane mi fa notare che è proprio nella differenza tra le prime due posizioni che si cela un elemento a suo giudizio estremamente significativo.

"Le donne preferiscono l'alcol, che è una sostanza eccitante, in quanto gli effetti che cercano di più sono la perdita di controllo [ indicata sotto la risposta 'Permettono di abbandonarsi'] e di inibizioni," mi dice Giancane. Benché anche per gli uomini la disinibizione sia un elemento importante, non la ricercano nella stessa misura delle donne e prediligono invece altri aspetti, come quelli legati alla prestanza fisica, attribuendo al tempo stesso un'importanza maggiore all'aumento di sensibilità, emotività e all'intesa con il partner.

"Fondamentalmente l'impressione che si ha è che ogni genere tenda a voler sviluppare, con le droghe, le caratteristiche che comunemente si vuole appartenere all'altro sesso. Bisogna considerare le motivazioni culturali dietro la ricerca di questi effetti," mi dice Giancane.

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Ma c'è un altro punto, continua, che risulta evidente da questa ricerca, e che va a contraddire ciò che a livello culturale e spesso anche scientifico viene dato per assodato.

Le droghe, infatti, sono considerate l'afrodisiaco per eccellenza—soprattutto la cocaina, che pure solo per una percentuale minima degli intervistati viene descritta come quella ideale per il sesso. Questo perché gli effetti scatenati dalle droghe sono solo in parte fisici, e in prevalenza mentali.

"Questi dati ci dicono che gli uomini non sono topi. Se è vero che le droghe sono molto spesso associate al sesso, non è per gli effetti che producono a livello fisico (solo il 20 percento degli uomini associa a queste un ritardo nell'orgasmo e il 22 un suo potenziamento) ma per quello che producono a livello cerebrale, come la perdita dell'inibizione, la maggiore comunicazione e il miglior feeling con il partner," continua.

"A questo punto sembra che le droghe servano come scorciatoie alle conseguenze dell'educazione ricevuta, sono mezzi che permettono di godere appieno della propria sessualità a livello cerebrale," conclude Giancane.

Si tratta ovviamente di dati parziali che verranno sviscerati da approfondimenti e analisi. Al tempo stesso, se si scoprisse che decenni di arretratezza in tema di educazione sessuale hanno conseguenze anche in relazione all'uso delle droghe, personalmente non mi stupirei.

Thumbnail via Flickr. Segui Flavia su Twitter