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Tecnologia

Come rimpiazzare i data center con gli smartphone

Cosa succederebbe se usassimo la potenza di calcolo dei nostri smartphone per fare avanzare la scienza?

Anche se la memoria del vostro smartphone è sempre piena e

la batteria sempre sul punto di scaricarsi

, l'oggetto da cui non vi separate mai è talmente potente che potrebbe dedicare parte della sua capacità di calcolo all'avanzamento della scienza — riuscendo nello stesso tempo ad assolvere tutte quella serie di funzioni utilissime per cui si è trasformato in una sorta di estensione del nostro sistema nervoso.

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Un team di ricercatori dell'Università di Helsinki, in Finlandia, vuole, infatti, sfruttare le risorse di calcolo dei nostri smartphone e smart device per realizzare reti dedicate a svolgere calcoli distribuiti. Lo scopo è emulare la potenza di elaborazione di un data center risparmiando energia. Il progetto è stato battezzato Ubispark.

Quando sarà ultimato, qualsiasi utente potrà scaricare un'applicazione sul proprio dispositivo e scegliere a quali progetti scientifici o commerciali dedicare la potenza di calcolo del proprio telefono cellulare. Si potranno anche settare le condizioni di utilizzo: ad esempio, il telefono potrebbe concedere le proprie risorse solo quando connesso ad una rete Wi-Fi o ad un caricabatterie.

Al momento, i ricercatori stanno sperimentando il loro approccio con nove telefoni Samsung Galaxy S4 e un LG Smart TV. I loro risultati preliminari indicano che questa configurazione è più che sufficiente per uguagliare la potenza di calcolo di un singolo server.

La potenza di calcolo degli smartphone supera da tempo quella dei computer usati dalla Nasa nel programma Apollo.

L'idea di sfruttare la potenza di elaborazione in crowdsourcing non è nuova: in passato vi abbiamo segnalato BOINC (Berkeley Open Infrastucture for Network Computing), il programma che consente di contribuire ai progetti di ricerca scientifici con il proprio computer, oppure l'ambizioso progetto di creare un network di smartphone per realizzare il più grande rilevatore di raggi cosmici del mondo. In questo caso, esaminiamo il lavoro del team finlandese.

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Mi sono fatto raccontare la nascita del progetto dal suo responsabile, Eemil Lagerspetz, "i miei progetti precedenti erano incentrati sull'efficienza energetica degli smartphone e sull'analisi di grandi moli di dati utilizzando Spark nel progetto Carat [un'app che segnala come viene utilizzata la batteria del proprio smartphone e che produce suggerimenti su come utilizzarla al meglio.] A quel punto, sfruttare le smart device per compiere lo stesso tipo di analisi sui dati mi sembrava una scelta naturale."

Riguardo alla possibilità di realizzare la rete con modelli di smartphone differenti da quelli utilizzati nella sperimentazione preventiva, Lagerspetz mi ha spiegato che "modelli differenti di smartphone presentano capacità diverse in termini di memoria, potenza della CPU ed efficienza energetica. Con Ubispark, possiamo ottimizzare il sistema in modo che favorisca i dispositivi con una maggiore efficienza energetica o, in alternativa, utilizzare i dispositivi più vicini per completare i calcoli più velocemente."

Ma quali sono i progetti di ricerca più adatti per questo progetto? "Gli ambiti di ricerca che sembrano più promettenti sono quelli che utilizzano dati che provengono direttamente dai dispositivi intelligenti stessi o dalla rete locale. Ad esempio, il progetto Carat potrebbe sfruttare la potenza di calcolo dei dispositivi coinvolti per condurre un'analisi parziale, in modo che gli utenti possano ricevere i risultati più velocemente di quanto avviene al momento," mi ha spiegato il ricercatore, "Ubispark potrebbe essere utilizzato per creare delle mappe della potenza del segnale Wi-Fi o del 4G che sarebbero condivisi tra gli utenti presenti in una determinata area. Inoltre, Ubispark potrebbe svolgere anche dei calcoli in maniera indipendente, delle singole operazioni come avviene nella versione di

BOINC per i telefoni

."

Riguardo ai prossimi passi del progetto, Lagerspetz ha dichiarato "al momento, stiamo ultimando una pubblicazione dedicata al sistema, che presto sarà pronta. Inoltre, stiamo valutando diversi scenari applicativi e location diverse per eseguire il cluster computing, come le sale riunioni e gli uffici. Dobbiamo anche fornire delle motivazione chiare agli utenti per scegliere di aderire al progetto e donare la loro potenza di calcolo quando hanno il telefono sotto carica, ad esempio, sconti sul costo della corrente elettrica oppure cedere dei carbon credit [crediti sull'emissione di anidride carbonica] che potrebbero essere utilizzati per pagare dei servizi." Di certo, una volta che il proprio telefono dovesse contribuire anche a ricerche scientifiche perderlo rappresenterebbe una doppia sfortuna.