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Politică

Questo sindaco leghista vuole che Vladimir Putin diventi il Batman di Rovigo

Massimo Bergamin, sindaco leghista di Rovigo, ha chiesto aiuto al presidente russo e al suo esercito per risolvere "l'emergenza sicurezza" della città.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Il sindaco di Rovigo, Massimo Bergamin - Foto via Facebook

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Per quanto possa sembrare assurdo, il nome di Vladimir Putin spunta di continuo nelle cronache del Veneto—e non per fatti legati all'attualità internazionale.

Da anni, infatti, circola una leggenda sulle presunte origini venete del presidente russo, il quale sarebbe nato nella profonda provincia vicentina, dove del resto "ci sono almeno 50 famiglie con il cognome Putin." Più recentemente, invece, una showgirl locale – di nome Adelina Putin – ha detto di essere imparentata con Putin e si è candidata con Fratelli d'Italia alle ultime elezioni regionali, diffondendo manifesti di questo tipo.

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Negli ultimi giorni Putin è stato invocato a più riprese da Massimo Bergamin, il sindaco leghista di Rovigo eletto lo scorso giugno, per risolvere "l'emergenza sicurezza" in città. L'idea del primo cittadino è quella di chiedere il supporto dell'esercito italiano e delle forze armate russe nel pattugliare le strade e scoraggiare la microcriminalità.

"Se il prefetto, il ministro Alfano e il 'fenomeno' di Firenze non accoglieranno le mie richieste di schierare l'esercito, scriverò a Putin!", ha scritto il sindaco sui social network. Successivamente, in un'intervista sul Gazzettino, Bergamin ha anche specificato che "Putin è venuto spesso in Italia, magari se la prossima volta passa da Venezia riusciamo anche a portarlo a Rovigo. Lui è uno che sa organizzarsi e difendere i propri cittadini."

Per il primo cittadino, insomma, la situazione a Rovigo sarebbe estremamente grave. "Per arginare il problema dei continui furti serve un presidio adeguato. Le forze dell'ordine stanno già facendo il massimo, ma le risorse economiche e di personale sono limitate," ha spiegato Bergamin. "Per questo chiedo l'esercito, non per militarizzare la città ma per avere un deterrente forte. Una jeep dal tramonto all'alba pattuglierebbe le zone più a rischio."

In un commento su Facebook, inoltre, il sindaco di Rovigo ha reiterato il suo desiderio di vedere l'esercito schierato a Rovigo, aggiungendo che "se non c'è lo concederanno…TUTTI AL POLIGONO!!!"

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Bergamin – che si inserisce a pieno titolo nella florida tradizione veneta dei "sindaci-sceriffo" – naturalmente non è nuovo a questo tipo di "provocazioni."

Ultimamente, ad esempio, il sindaco si è messo a fare le "ronde" da solo. "Prima di tornare a casa la sera, dopo essere stato a cena fuori, faccio sempre un giro con la mia Punto, armato di cellulare, e se vedo qualcosa che non va chiamo il 113," ha detto Bergamin a un quotidiano locale, precisando anche di non voler più "alzarmi la mattina e leggere un vero e proprio bollettino di guerra della notte prima."

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In realtà, i dati della Questura parlano chiaramente di reati in calo. Rispetto a quelli registrati da gennaio a ottobre del 2014 – 1.584 in tutto – nel 2015 se ne sono avuti 1.132, ossia oltre 450 casi in meno. Anche i furti in abitazione sono scesi da 318 a 189, così come i reati predatori (da 170 a 111) e le rapine (da 15 a 6).

Purtroppo, dunque, l'esercito italiano e quello russo non avrebbero molto da fare a Rovigo. Nonostante ciò, il primo cittadino ha comunque assicurato che non si tratta di una "boutade," e che la lettera a Vladimir Putin sarà spedita al più presto. Chissà se riceverà mai una risposta.


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