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Mafia russa, supercar e un'evasione: la storia del “truffatore raffinato” arrestato a Milano

Nel 1992 Ginefra era riuscito a evadere da un carcere tedesco fingendosi un'altra persona. Sorridente, affabile, dai modi impeccabili, l'uomo era stato soprannominato "Der Raffinierte Betruger" dai giornali tedeschi.
Le poche immagini disponibili di Ginefra.

Aveva finto di essere l'imprenditore sudafricano Simon Ballandi, presentandosi negli hotel cinque stelle di Parigi alla guida di una Jaguar; si era poi trasformato nell'architetto torinese Stefano Laneri, specializzato nella progettazione di immobili di lusso; infine era diventato un dipendente del consolato italiano di Kuala Lumpur.

Queste sono soltanto tre delle molteplici identità assunte nel corso degli anni da Daniele Ginefra, truffatore 48enne originario di Tramutola, in provincia di Potenza. L'uomo è stato arrestato ieri a Milano, quando la polizia ha messo fine a una caccia che durava dai primi anni Novanta.

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Per la precisione dal 1992, quando Ginefra era riuscito a evadere da un carcere tedesco fingendosi un'altra persona. Sorridente, affabile, dai modi impeccabili, l'uomo era stato soprannominato "Der Raffinierte Betruger" (Il truffatore raffinato) dalla Stuttgarder Zeitung.

Dalla sua evasione a oggi Ginefra - che era ricercato anche dall'Interpol - ha messo a segno decine di colpi, girando per il mondo in possesso di un passaporto falso. Quando alle dogane qualcuno si insospettiva della scarsa somiglianza con la foto stampata sul documento, il truffatore aveva la risposta pronta: "Mi sono fatto il trapianto di capelli," raccontava. Scusa che, evidentemente, funzionava.

A colpire è la varietà dei colpi messi a segno da Ginefra nel corso degli anni. A Guadalupe, nel 2000, l'uomo era riuscito a vendere un albergo di lusso a una famiglia di Roma — dell'albergo, tuttavia, non esistevano altro che i muri.

Il truffatore è riuscito anche a vendere per ben 14 volte la stessa società a diversi acquirenti, la Rst Import-Export Corporation con sede a Montecarlo, raggranellando un bottino totale di circa 5 milioni di dollari. A Kuala Lumpur, quando si spacciava per dipendente consolare, si era fatto consegnare una busta da 30mila euro in cambio di un documento mai rilasciato.

Dopo avere truffato carrozzieri di Torino, investitori di Las Vegas e persino alcuni esponenti della mafia russa, che aveva convinto a prendere parte a un giro di Mercedes inesistenti, l'uomo è stato smascherato a Milano, mentre metteva a punto un nuovo raggiro.

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Ironia della sorte, si trattava di un colpo 'modesto' rispetto ai precedenti: Ginefra stava cercando di truffare due imprenditori tedeschi fingendosi il titolare di una vera ditta di spedizioni operativa nella città meneghina.

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L'uomo aveva proposto agli affaristi stranieri di investire nell'azienda, con l'obiettivo di scalare il business a livello continentale; per farlo aveva utilizzato una finta carta intestata della compagnia, e aveva invitato gli imprenditori e le rispettive famiglie in un hotel di lusso del capoluogo lombardo.

Il piano di Ginefra è stato però smascherato quando uno dei due truffati ha telefonato alla ditta nel tentativo di spostare l'orario dell'appuntamento concordato — scoprendo che nessuno, nell'azienda, sapeva alcunché dell'uomo. Così è scattata la denuncia presso il commissariato milanese di Città Studi.

Quando si è presentato all'appuntamento del 7 ottobre con Ginefra, l'imprenditore tedesco era accompagnato da un gruppo di agenti, che hanno bloccato il "truffatore raffinato" notificandogli una somma di accuse per un totale di 14 anni di carcere. E mettendo fine a una latitanza ultradecennale.

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