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Attualità

Cosa ci dice dell'Italia del 2017 questa vignetta su fascisti e comunisti

È come 'Dov'è Waldo?' solo che Waldo è Mussolini.

Una delle cose che meno capisco e che dovrebbero scomparire per sempre dalla cultura italiana è la dicotomia fascisti-comunisti. Nel linguaggio comune queste due parole hanno da tempo perso ogni significato politico per diventare delle specie di intercalari insultanti usati completamente a caso—e gli esempi di questo sono innumerevoli, dallo spauracchio berlusconiano dei "comunisti" usato per denigrare ogni avversario politico, agli slogan antifascisti gridati in manifestazioni contro cose magari anche di destra ma ben poco fasciste.

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Negli ultimi giorni, il caso della fascio-spiaggia di Chioggia ha ritirato fuori per l'ennesima volta questa dicotomia. L'esistenza di una "spiaggia fascista" addobbata con dei meme presi a caso dal fascio-Facebook ha comprensibilmente fatto discutere, spinto molti a chiedersi cosa sia il fascismo oggi e riaperto il dibattito sull'opportunità di punire più severamente l'apologia di fascismo. Reazioni che ovviamente sono state seguite dalle immancabili, geniali obiezioni tipo "allora bisogna fare anche il reato di apologia di comunismo." Come se appunto, fossero la stessa cosa.

Ecco, oggi queste discussioni hanno trovato la loro forma definitiva in una vignetta. Questa:

Come potete vedere la vignetta raffigura una "spiaggia comunista" e una "spiaggia fascista" separate da un muro che mi fa pensare al confine Stati Uniti-Messico, spiagge che incarnano tutti gli stereotipi su fascisti e comunisti: da una parte è tutto ordinato e la gente prende il sole sotto lo sguardo vigile del bagnino e della sicurezza, dall'altra è tutto un casino e la gente caga nel mare mentre il bagnino dorme strafatto su un'amaca. L'autore di questo capolavoro è Ghisberto, uno dei maggiori esponenti della cosiddetta "satira di destra" di cui avevo già parlato nonché la mia pagina Facebook di fiducia per sentire che si dice nella vera Italia fuori dalla mia bolla.

Comunque, questa vignetta è stata pubblicata 17 ore fa ma ha già oltre 10mila condivisioni: i numeri non mentono e il suo successo dimostra che il tema e gli stereotipi che affronta sono effettivamente sentiti. Preso nota di questo fatto credo ci sia una domanda da farsi di fronte a questa vignetta talmente piena di dettagli che guardandola ci aspettiamo di trovarci dentro Waldo, e questa domanda è: cosa ci dice questa vignetta sull'Italia del 2017?

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Per rispondere, bisogna analizzarne i punti salienti.

I BAGNINI

Nella parte alta della vignetta, subito sotto le etichette "fascista" e "comunista," il primo dettaglio che compare sono i due bagnini. Il bagnino fascista è una semplice rappresentazione stereotipata: l'etichetta potrebbe non esserci, capiremmo lo stesso che la spiaggia è fascista—e non semplicemente ben tenuta e ordinata—dal bagnino pelato nella posa di Mussolini al balcone.

Per il bagnino "comunista" invece il discorso è diverso: sta dormendo strafatto su un'amaca legata a due palme—una situazione in cui chiunque vorrebbe trovarsi in questo momento e in cui, se non fosse un bagnino, non ci sarebbe niente di male. Accanto a lui sventola una bandiera di Che Guevara, una donna fa un pompino a un nero e un ubriaco piscia contro il muro.

Vale anche la pena di notare che nella "spiaggia comunista" la casetta del bagnino è di legno, con il tetto di paglia, una donna in topless con le tette cadenti affacciata alla finestra e un cartello affisso al muro con scritto "Vendesi bambini," mentre il bagnino-Duce sta in una solida costruzione in pietra accanto a cui garrisce il tricolore.

La mia personale interpretazione di questa parte di vignetta: un messaggio di sfiducia nei confronti della politica e di nostalgia per il Ventennio, ovviamente. Quando il bagnino della nostra spiaggia-Italia era Lvi eravamo al sicuro, perché lui si preoccupava della nostra sicurezza e tutti si comportavano in modo decorso. Adesso invece il bagnino-governo se ne frega e ci lascia annegare mentre intorno è il caos.

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LE DOCCE

Proseguendo oltre le casupole dei bagnini si arriva alla spiaggia vera e propria. Il secondo elemento che ha catturato la mia attenzione sono le docce—un'infrastruttura fondamentale in qualsiasi spiaggia. Nella "spiaggia comunista" di Ghisberto le docce non sono in buone condizioni, con i doccioni tutti piegati e in procinto di staccarsi e un cartello con scritto "fuori uso."

Intorno poi è il caos: sacchi di immondizia con tanto di topi che ci passano vicino, un tizio seduto su una panca che sta vomitando, un ciccione che dorme a bocca aperta su un lettino e un altro tizio per terra, con un coltello nella pancia, presumibilmente morto.

Nella spiaggia fascista invece, non c'è niente di tutto questo. I lettini sono disposti in modo ordinato, tutti dello stesso colore e la gente ci dorme sopra sorridendo.

Qui le docce sono "docce per cagacazzi" che non vorrei sbilanciarmi troppo ma mi sembra un riferimento non troppo velato ai campi di concentramento.

La mia personale interpretazione di questa parte di vignetta: anche qui il parallelismo politico è evidente. La situazione nella "spiaggia comunista" rappresenta il risultato del collasso dello stato sociale, con i servizi erogati dallo stato che non funzionano più (docce, raccolta dell'immondizia), e la criminalità che aumenta (un uomo accoltellato in mezzo alla spiaggia, in pieno giorno, e abbandonato lì). Dall'altra parte del muro invece è tutto in ordine e fa niente se il mezzo principale per mantenere quest'ordine sono delle "docce" particolari, alla finestra delle quali si vede—non si capisce bene in realtà, bisogna ingrandire—la faccia di un uomo, probabilmente un "cagacazzo," che urla disperato con gli occhi fuori dalle orbite.

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LA SPIAGGIA VERA E PROPRIA

Il principale elemento distintivo tra i due stabilimenti balneari nella vignetta però sta nella situazione nel resto di spiaggia. Da una parte ci sono:

  • due donne in topless con le tette cadenti che ballano vicino a delle casse;
  • una donna nera dall'aria inebetita seduta sotto un ombrellone rotto con la schiena appoggiata a un sacco nero di immondizia;
  • una donna accovacciata che fa la cacca sulla battigia;
  • un uomo con la barba da jihadista che grida "fasssista" all'addetto alla sicurezza dall'altra parte del muro.

Dall'altra parte invece, è tutto tranquillo. Belle donne che prendono il sole sui lettini, un bambino che fa i castelli di sabbia. L'addetto alla sicurezza guarda il jihadista con aria talmente interrogativa che ha anche un punto di domanda disegnato di fianco.

La mia personale interpretazione di questa parte di vignetta: c'è davvero bisogno di interpretarla? In pratica la "spiaggia comunista" riassume tutti i "mali dell'Italia di oggi" secondo Ghisberto, dalla lobby LGBT (le due donne brutte che ballano immagino rappresentino due lesbiche) all'immigrazione, dal terrorismo all'assenza di valori e alla maleducazione dilagante. Dall'altra parte invece c'è una raffigurazione di una società ideale—l'Italia dal '22 al '45.

L'elemento più interessante qui è quel "fassista" urlato a un incredulo fascio-bagnino. Pensiamoci un attimo: perché il fascio-bagnino è incredulo? Perché non ci vede niente di male nell'essere chiamato fascista? O perché ormai fascista è un termine così abusato che il fascio-bagnino non ne capisce più il significato? Credo che qui Ghisberto stia prendendo in giro l'ossessione antifascista della sinistra italiana, ormai talmente insensata e fuori tempo massimo che nemmeno i fascisti stessi riescono a comprenderla.

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INFINE, IL MARE

Qui l'interpretazione è particolarmente semplice, perché le citazioni dall'attualità sono molto esplicite. Nella spiaggia comunista, oltre a un ragazzo con il mohawk e diversi asciugamani in spalla e a un tizio a mollo che fuma una sigaretta e fa pipì in acqua, il dettaglio più vistoso è la nave di una ONG piena di migranti.

A cui fa da contraltare, nella spiaggia fascista, una nave da guerra con scritto "guardia," un paio di cannoni minacciosi e un uomo in divisa che guarda con il binocolo dall'altra parte del muro (muro che prosegue anche in acqua, diventando un divisorio di galleggianti). Come deterrente aggiuntivo nell'acqua nuotano due coccodrilli, il che mi fa sorgere due domande che probabilmente resteranno senza risposta: 1) ma i coccodrilli non erano animali d'acqua dolce? e 2) come fa la gente della spiaggia fascista a fare il bagno se l'acqua è infestata di coccodrilli?

La mia personale interpretazione di questa parte di vignetta: ovviamente il tema di fondo è la questione delle ONG umanitarie pagate da Soros che salvano i migranti nel Mediterraneo aiutano l'invasione e la sostituzione etnica dei popoli europei. Nello specifico, credo che Ghisberto abbia messo in scena lo scontro tra queste e l'iniziativa di Generazione Identitaria—un gruppo neofascista che ha lanciato un crowdfunding con cui finanziare una nave anti ONG da usare nel Mediterraneo.

Ma al di là dell'attualità, credo che il grande messaggio di fondo sia questo: quando c'era Lvi, pur con qualche privazione (l'assenza di libertà civili sotto il fascismo/il non poter fare il bagno perché nell'acqua ci sono i coccodrilli) potevamo goderci la nostra spiaggia-Italia con tranquillità. Adesso invece possiamo fare il bagno ma l'acqua fa schifo, la spiaggia è sovraffollata e continuano ad arrivare stranieri. È vera libertà? Una domanda importante, a cui è oggettivamente difficile dare una risposta definitiva, e del resto gli argomenti e la visione politica espressa da Ghisberto in questa vignetta sono molto interessanti.

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Davvero.

Molto interessanti.

Molto.

Interessanti.

Speriamo che questo paese faccia al più presto una vera legge contro l'apologia di fascismo, perché non so quanto tempo riuscirò a resistere nascosto in soffitta.

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