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Il Pentagono ha pubblicato circa 200 foto inedite di abusi dell'esercito sui detenuti

Le foto sono state rese pubbliche grazie al Freedom of Information Act, ma ci sono ancora circa 1900 immagini di abusi che il Pentagono si rifiuta di rendere pubbliche.
Foto del Dipartimento della Difesa USA

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Venerdì scorso Il Dipartimento di Difesa americano (DOD) ha pubblicato 198 fotografie dell'archivio della sezione investigativa Army and Criminal, relative ad accuse di abusi di detenuti in Iraq e Afghanistan. È la prima volta che il governo degli Stati Uniti pubblica immagini del genere.

Le foto sono state secretate dal DOD per più di un decennio, prima che l'American Civil Liberties Union (ACLU) ne richiedesse la pubblicazione. Pur non arrivando ai livelli di violenza raggiunto delle immagini scioccanti che provenivano dalla prigione di Abu Ghraib apparse nel 2004, quelle pubblicate la settimana scorsa mostrano diversi detenuti - le cui facce sono state parzialmente oscurate - portare segni di ferite e abrasioni su schiene, piedi, braccia e teste. Non si vedono soldati americani posare insieme a loro, o assalirli fisicamente.

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"Queste foto non mostrano un singolo atto di abuso che il governo non avesse registrato," ha spiegato il dottor Vincent Iacopini, direttore di Physician for Human Rights (PHR), un gruppo che ha spinto per la pubblicazione delle immagini. Il PHR ha spiegato che la maggior parte delle foto non mostra specifici infortuni e che è impossibile determinare a cosa i detenuti siano stati soggetti, in mancanza di annotazioni cliniche.

In una dichiarazione pubblica, il comandante Gary Ross, portavoce del DOD, ha spiegato che le 198 foto provengono da un'inchiesta indipendente sulle "cattive condotte del personale americano," che ha portato alla conferma di 14 accuse e al decadimento di altre 42.

"I casi esaminati, con prove sostanziali, hanno portato a sanzioni disciplinari per 65 membri del servizio che vanno dalla lettera di reprimenda al carcere a vita," ha spiegato Ross. "Di 65 che le hanno ricevute, 26 sono stati giudicati dalla corte marziale."

Le foto, scattate da inquirenti militari tra il 2004 e il 2006, sono state pubblicate in risposta a una richiesta arrivata grazie al Freedom Of Information Act (FOIA) durante una causa portata da ACLU contro il governo americano. Alcune di queste, che mostravano un soldato americano puntare un manico di scopa verso il retto di un detenuto incappucciato, sono state tenute private perché - stando al DOD - la loro pubblicazione avrebbe potuto mettere in pericolo la vita dei militari all'estero.

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"La pubblicazione delle foto arriva in grosso ritardo, e tra l'altro - cosa più importante - centinaia di scatti non sono stati ancora resi pubblici," ha spiegato uno dei legali di ACLU Jameel Jaffer. "Queste foto ancora secretate sono la miglior prova dei serissimi abusi che vengono perpetrati nei centri di detenzione militare."

Nel maggio del 2009, dopo aver promesso che il suo governo non avrebbe lottatto contro la decisione di pubblicare le fotografie, il presidente Obama ha fatto marcia indietro e lavorato a stretto contatto col Congresso per cambiare il FOIA, in modo da garantire ancora - e a tempo indefinito - la segretezza delle fotografie incriminate, finché il Segretario di Difesa non le avesse riviste e firmato un certificato ogni tre anni in cui si spiegasse che la loro pubblicazione avrebbe avuto gravi ripercussioni sulla sicurezza nazionale. La prima decisione di Obama era arrivata proprio a inizio mandato: è stato il suo primo atto come presidente, a dimostrazione della sua intenzione di perseguire un strada di un'estrema trasparenza nei confronti di media e cittadini.

Tuttavia, una volta che il giudice Hellerstein - che si è occupato della causa intentata da ACLU - ha ordinato di pubblicare il materiale, l'amministrazione Obama si è opposta strenuamente nei confronti della decisione, facendo appello.

Lo scorso novembre, il Segretario della Difesa Ash Carter ha firmato un nuovo certificato di esenzione a seguito di una revisione delle foto condotta da funzionari militari, che ha determinato che la maggior parte di queste dovevano essere trattenute. Tuttavia, Carter ha anche affermato che il Pentagono può de-certificare le 198 foto rilasciate venerdì, perché non sono una minaccia per la sicurezza nazionale.

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"Questa valutazione è stata fatta dopo una revisione accurata delle fotografie e in considerazione delle raccomandazioni del Presidente dei Capi di Gabinetto; del Comandante del Comando Centrale Americano; del Comandante del Comando americano in Africa; e del Comandante delle forze americane in Afghanistan," ha detto Ross.

Naureen Shah, direttrice del programma di sicurezza e diritti umani di Amnesty International USA, ha detto che le foto pubblicate venerdì sono "solo una piccola porzione della vera storia dell'orrore rappresentata dal programma di torture del governo americano."

"I magistrati dovrebbero revisionare questi e altri documenti per cercare prove di tortura o altri maltrattamenti," ha detto in un comunicato. "Queste foto non sono solo un promemoria delle torture commesse dal personale degli Stati Uniti, ma potrebbero fornire potenziali nuove prove di reati. I magistrati dovrebbero riaprire immediatamente le indagini sulle torture e su altre violazioni dei diritti umani."

L'ACLU ha affermato che continuerà a battersi per la pubblicazione del resto delle foto. La prossima udienza sul caso è fissata per il 19 febbraio.

Come VICE News aveva già riportato, una nostra revisione dei rapporti di indagine dell'esercito, che hanno sondato le accuse di abuso sui detenuti, ha fornito una descrizione dettagliata delle foto che non sono ancora state rese pubbliche.

In una di queste, tre soldati della base operativa St. Mere in Iraq sono ritratti in posa con tre detenuti iracheni "legati alle sbarre in una posizione di sottomissione, completamente vestiti, con i cappucci sopra la testa." Gli investigatori dell'esercito hanno riscontrato anche che un soldato "era in possesso di una foto che ritraeva sé stesso mentre puntava una pistola contro un [prigioniero] non identificato, con le mani legate e la testa coperta e poggiata a terra."

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Un'altra foto raffigura il cadavere di un uomo afghano ucciso dai soldati americani a gennaio 2004. Stando a un'indagine dell'esercito, l'uomo era ritenuto responsabile di un attacco contro la base Tycze, che ha gravemente ferito tre soldati americani.

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I rapporti investigativi dell'esercito rivelano che più di una dozzina di altre foto mostrano soldati americani in Afghanistan puntare fucili d'assalto e pistole contro teste e schiene di detenuti legati e incappucciati, con i soldati che tirano calci e pugni ai prigionieri.

VICE News ha ottenuto, grazie a una richiesta tramite FOIA, alcuni documenti dal Dipartimento della Difesa che indicano che le foto arrivano da 203 indagini criminali sugli abusi contro i prigionieri avvenuti in Afghanistan e in Iraq. Nel maggio 2009 il DOD ha allestito una task force per esaminare le immagini, e le foto sono state divise in tre categorie:

  • Categoria A: Richiedono una spiegazione; egregie, iconiche, drammatiche.
  • Categoria B: Probabilmente richiedono una spiegazione; ferite o umiliazioni.
  • Categoria C: Potrebbero richiedere una spiegazione; ferite senza un contesto.

I documenti illustrano come il governo americano avesse intenzione di "mitigare le minacce alla sicurezza e alla stabilità politica," e mostrano la reazione alla pubblicazione delle foto nel 2009, che include le scuse verso i "partner regionali" e "il pubblico che potrebbe ritenere le immagini umilianti."

Ross, portavoce del DOD, ha spiegato che Obama "ha detto chiaramente che gli Stati Uniti garantiranno un trattamento sicuro, legale e umano agli individui sotto custodia americana nel contesto di conflitti armati, nel rispetto dei trattati a cui sono vincolati gli Stati Uniti, tra cui le Convenzioni di Ginevra."


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