C'è chi sostiene che il fine dining morirà e rimarranno solo le trattorie perché avremo meno soldi e più voglia di conforto. E c'è chi invece ritiene che il fine dining trionferà perché avremo voglia, e bisogno, di stimoli creativi ed evasione dalla realtà.
Al Cjasal è un bel casolare a San Michele Al Tagliamento, al confine tra Veneto e Friuli, che la famiglia Manias gestisce dal 1999. All’inizio quello di Enzo e Rosellina Gobbato era una trattoria tradizionale, lui in cucina e lei in sala. Poi i loro figli sono cresciuti e hanno deciso di proseguire la strada della cucina, in ristoranti pluri-stellati: Stefano (classe 1987) è stato quattro anni secondi di Enrico Bartolini a Le Robinie; Mattia (classe 1990) sei anni capopartita a Le Calandre prima, e al Caffè Quadri di Venezia poi."Da Al Cjasal hanno dismesso la formula del menu degustazione: qui si può ordinare solo alla carta. Però quasi ogni piatto è disponibile in 3 dimensioni: porzione intera, mezza porzione, cicchetto"
Provo a riassumervi brevemente una delle cene più divertenti della mia vita (ah!, quando ancora andavo al ristorante una media di 2-3 volte a settimana!). Siamo partiti con due loro classici che rimangono sempre in menu e disponibili solo in formato cicchetto: Cannolo veneziano con baccalà mantecato e Cjalda di mais, anguilla alla brace, crème fraiche e cipolla fritta. Poi abbiamo preso altri tre cicchetti per testare le porzioni e la nostra fame: un susseguirsi di bocconi pazzeschi, delle misure di un piatto da menu degustazione, sufficienti per permettere a entrambi di assaggiarli tutti. Le porzioni intere si attestano intorno ai 20 euro, le mezze ai 15 euro, i cicchetti a 7. A questo punto siamo passati alla pasta: una mezza porzione di Bottoni ripieni di cavolo fiolaro, acqua di mozzarella, pomodoro conciato e polpo alla brace. Vengono portati al tavolo direttamente in padella e sono strepitosi.Un format come quello di Al Cjasal potrebbe essere uno scenario futuro molto plausibile per i ristoranti di qualsiasi livello.
A seguire: due porzioni di pesce. E poi beh, non vuoi finire con un cicchetto di pasta? E tre dolci? Non vuoi ordinarli tre dolci? Abbiamo concluso satolli e felici, dopo aver ordinato quasi l'intero menu e avere speso circa 70 euro a testa comprese due bottiglie di vino. Mi ero ripromessa di tornare questa primavera per godermi il bel dehors e assistere alle preparazioni sulle braci. Le cose, come sappiamo, sono andate un po' diversamente."Non abbiamo una delivery fissa, la gente si stufa e il budget delle famiglie si è ridotto. Abbiamo creato degli eventi virtuali, tipo la giornata del panzerotto, o della tartare"