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Abbiamo incontrato Quark, il cane antidroga più temuto dagli studenti piemontesi

Per capire meglio come funzionano i controlli nelle scuole, VICE NEWS è andata a conoscere uno dei cani antidroga più famosi d'Italia.
Foto di Matteo Civillini

"È veramente eccezionale," dice l'appuntato, mentre il suo 'compagno' scalpita per uscire della volante. "Una volta ha scoperto della marijuana nascosta all'interno di un pennarello. Avevano tolto la cartuccia, arrotolato la sostanza e infilata dentro. Ma lui l'ha sentita."

Non appena si apre il portellone posteriore, balza fuori e comincia a dimenarsi per sfogare la tensione. Sotto i comandi dell'agente, si fionda su un auto lì di fronte e comincia ad annusare le ruote alla ricerca di qualche droga.

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Non trova nulla, dato che si tratta di un'esercitazione. Ma se ci fosse stata qualche sostanza - anche solo qualche grammo di hashish - non gli sarebbe sfuggito, ci assicura l'agente.

La star si chiama Quark ed è un pastore tedesco di due anni e mezzo.

Foto di Matteo Civillini.

Nonostante la giovane età, si è già guadagnato un'ottima reputazione come cane antidroga. Negli ultimi mesi, infatti, il suo nome è apparso spesso sulle cronache locali, dove Quark si è reso protagonista di numerosi controlli nelle scuole della regione.

Lo scorso 30 aprile, per esempio, grazie al suo fiuto i carabinieri hanno trovato 30 grammi di hashish e marijuana in un istituto tecnico di Orbassano, in provincia di Torino.

Perquisizioni come quella, verificatesi lo scorso anno scolastico in tutt'Italia, hanno fatto riaccendere il dibattito tra studenti, genitori, associazioni e presidi.

Se da una parte si sottolinea il presunto effetto "deterrente" di queste operazioni, dall'altra si fa notare come spesso l'unico risultato è "la stigmatizzazione degli studenti," bollati per avere qualche grammo di marijuana per uso personale.

Per conoscere da vicino Quark, e il sistema dei controlli antidroga nelle scuole, VICE News è stata a Volpiano, cittadina dell'hinterland di Torino.

Qui, all'interno di un'area di quasi tre ettari, è ospitato il Nucleo Cinofilo dei Carabinieri.

Dopo aver percorso una stradina interna, spuntiamo davanti alla zona di addestramento dei cani. Sulla sinistra si apre l'ampio spazio verde con gli attrezzi utilizzati per l'allenamento fisico degli animali, il cosiddetto percorso agility.

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Il lato destro, invece, è delimitato da una lunga fila di gabbie, dove i cani attendono di essere chiamati in servizio.

Foto di Matteo Civillini.

Ognuno ha la sua specializzazione in base alle caratteristiche. I cani con tratti più possessivi vengono selezionati per la ricerca di droga e armi, quelli aggressivi per l'ordine pubblico, mentre se sono docili vengono indirizzati al salvataggio di persone.

"L'addestramento iniziale dura sei mesi e viene effettuato presso la scuola nazionale di Firenze," spiega il maresciallo Giuseppe La Lima. "Lì i cani vengono abbinati al proprio conduttore e si forma un binomio che andrà avanti per anni."

Dopo un primo periodo di conoscenza reciproca, inizia il training specifico.

"Il cane riconosce le droghe per associazione di odori," continua La Lima. "Usiamo dei manicotti di spugna che mettiamo vicino alla droghe. Così le molecole delle sostanze si trasferiscono nel manicotto che verrà utilizzato per far giocare il cane."

Questa attività dura per qualche settimana, finché il cane non associa in automatico il suo gioco all'odore della droga. L'operazione viene poi ripetuta per tutte le sostanze: hashish, marijuana, eroina e cocaina.

Foto di Matteo Civillini.

Quelle utilizzate nell'addestramento non sono pseudosostanze - spiega il maresciallo - ma droghe vere e proprie fornite dal Dipartimento Centrale Antidroga e custodite in un armadio-cassaforte nella struttura.

Dopo aver superato un esame e aver ricevuto l'abilitazione, il cane può entrare in servizio in uno dei distaccamenti regionali del nucleo cinofili. A quel punto verrà schierato nelle diverse attività di perquisizione, tra cui quella nelle scuole.

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"I controlli nelle scuole avvengono di comune accordo con il dirigente scolastico," dice La Lima. "Se il preside ha già individuato una classe dove avviene lo spaccio, ci indirizza lui e si va a mirare l'obiettivo specifico. Altrimenti si fanno dei controlli generici."

Una volta fatti uscire tutti i ragazzi, il cane perlustra l'aula alla ricerca di sostanze nascoste negli zaini o tra i banchi.

"Quando individua un odore o una traccia di interesse, il cane si siede o da una piccola grattata. A quel punto chiamiamo l'alunno e lo invitiamo a cedere la sostanza. Nel caso si fa poi una perquisizione più approfondita in separata sede."

Foto di Matteo Civillini.

Per chi viene trovato in possesso di droga scatta una segnalazione come "assuntore di sostanze stupefacenti." A meno che le quantità non siano più consistenti e, allora, la persona viene denunciata per spaccio.

Molto spesso, però, gli studenti fiutano gli agenti in arrivo e buttano le droghe dalla finestra o le nascondono nei bagni nella speranza di non essere beccati.

"In un istituto alberghiero l'abbiamo trovata nel contenitore della carte igienica chiuso a chiave," dice il maresciallo. "In quel caso probabilmente era stato del personale scolastico a metterla lì."

Il maresciallo La Lima aggiunge che all'inizio erano tutti concordi nel fare queste perquisizioni, ma poi col passare degli anni sono sorti diversi contrasti. I critici puntano il dito contro la presenta inutilità di queste operazioni, in cui si sequestrano pochi grammi di droghe leggere.

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Come aveva spiegato a VICE News Maria Stagnitta, presidente di Forum Droghe, "l'inutilità dei blitz antidroga dentro le scuole è certificata dal fatto che, malgrado ogni anno si ripetano questi rituali dal sapore totalitario, il consumo di cannabis fra gli adolescenti non accenna a diminuire."

Il maresciallo La Lima, naturalmente, vede la situazione con occhio diverso. Per lui resta importante fare prevenzione attraverso queste operazioni. "A noi interessa far sapere ai ragazzi che questa attività è illecita," commenta.

Foto di Matteo Civillini.

Dall'ottenimento della certificazione, in media, i cani antidroga rimangono in attività per otto-nove anni. Poi, molto spesso, vengono adottati dai propri conduttori con i quali hanno ormai creato un rapporto molto solido.

Per Quark, però, la pensione è ancora lontana. Oggi è impegnato a giocare nel campo di allenamento del centro di Volpiano. Il programma prevede una serie di esercizi fisici e qualche simulazione di ricerca.

"Come tutti gli atleti, devono mantenersi in forma," dice il maresciallo sorridendo.

È il ritiro pre-stagionale dei cani antidroga. In attesa di un nuovo anno scolastico e di nuove cartelle da perlustrare.

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