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Sparare 'in tempo di notte': perché la nuova legge sulla legittima difesa è ridicola e inutile

Con l'approvazione alla Camera di una norma inutile, il centrosinistra dimostra ancora una volta di inseguire la propaganda delle destre sulla sicurezza.
Leonardo Bianchi
Rome, IT
Manifestazione della Lega Nord per la legittima difesa, il 25 aprile 2017 a Verona. Foto via Facebook/Lega Nord Padania

A leggere i giornali, e soprattutto a guardare certe trasmissioni, l'Italia è un paese completamente in balia della criminalità: rapine a mano armata, furti, aggressioni, e chi più ne ha, ne metta. Di fronte a tutto questo, e all'incapacità dello Stato di difendere l'intera popolazione, la figura del "cittadino che si fa giustizia da solo" è diventata un topos politico ricorrente.

Di solito funziona così: in ogni caso di cronaca in cui un cittadino spara, la politica grida immediatamente allo scandalo se la magistratura compie accertamenti (obbligatori per legge); poi pompa slogan quali "la difesa è sempre legittima"; e infine, innesca una mobilitazione emotiva che prescinde completamente dall'effettivo esito del procedimento (che molto spesso finisce con un'archiviazione o un'assoluzione, vedi i casi Stacchio o Sicignano).

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Chiaramente, essendo un tema così sentito, negli ultimi tempi anche il Partito Democratico ha deciso di intervenire modificando la disciplina della legittima difesa, che a sua volta era stata ampliata di parecchio nel 2006.

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Nell'aprile del 2016, il deputato del PD David Ermini ha depositato una proposta di legge che puntava a modificare l'art. 59 del codice penale, nel senso di escludere "la colpa dell'agente" quando "l'errore è conseguenza del grave turbamento psichico causato dalla persona contro la quale è diretta la reazione." L'intenzione, insomma, è quella di tutelare chi si è difeso in modo sproporzionato dopo aver subito un'aggressione in casa.

Nel corso dei lavori in aula, soprattutto a causa di alchimie parlamentari, la proposta si è allargata fino a ricomprendere anche l'art. 52, considerando cioè la legittima difesa una "reazione ad un'aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell'introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno."

Ieri pomeriggio, in mezzo alla bagarre della Lega Nord e alle urla di Matteo Salvini, la legge è stata approvata in prima lettura alla Camera; questa prevede, appunto, che "in tempo di notte" si possa reagire sempre e comunque – una specie di Dal tramonto all'alba con i ladri al posto dei vampiri. A ogni modo, rimane ferma la proporzionalità tra difesa e offesa.

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Secondo diversi giuristi e persone ferrate in materia, tuttavia, questa nuova norma non serve a niente ed è solo "fumo negli occhi dei cittadini."

Anzitutto, non è chiara la differenza giuridica tra il giorno e la notte. E in secondo luogo, sostiene l'avvocato Carlo Federico Grosso, "per stabilire se c'è stato il turbamento sarebbe necessario compiere indagini e quindi aprire un procedimento penale. Quindi non cambia praticamente nulla e la norma è sostanzialmente inutile."

Del pasticcio che è venuto fuori da Montecitorio se n'è accorto persino Matteo Renzi, che pure aveva spinto per la "linea dura" sulla legittima difesa. "Inviterò i senatori a valutare di correggere la legge nella parte in cui risulta meno chiara e logica," ha detto, "visto che io per primo ho avuto molti dubbi." Allo stesso tempo, però, l'ex premier ribadisce che "non possiamo lasciare la sicurezza alla destra e poi meravigliarci se nelle periferie scelgono la Lega o Grillo. Dobbiamo andare a prenderci quei voti."

Alla Camera su — Andrea Romano (@AndreaRomano9)4 maggio 2017

Ed è questo il dato politico più rilevante. Dalle parole di Renzi, e da provvedimenti recenti come il decreto Minniti, sembra non esserci traccia di un ragionamento più elaborato sulla sicurezza; c'è solamente il deliberato tentativo di inseguire le destre sul loro terreno, con la riproposizione di certi argomentazioni in una versione più edulcorata ed annaquata.

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I rischi di questa operazione politica sono evidenti. Come dice il professore Roberto Cornelli, autore di Paura e ordine nella modernità, "modificare i termini della legittima difesa non serve a renderci più sicuri. Al contrario, induce l'idea che per stare sereni occorra armarsi, aumentando la circolazione di armi e quindi la possibilità che vengano utilizzate." E ancora, sempre secondo Cornelli, "percorrere questa strada è d'altra parte pericoloso: ci sarà sempre chi, agitando le paure, proporrà di spostare l'asticella un po' più in là, rendendoci di fatto più insicuri."

Per ora, comunque, questo "nuovo" approccio "di sinistra" alla sicurezza è riuscito a scontentare praticamente chiunque - incluso il deputato e tesoriere del PD Francesco Bonifazi.

"Ragazzi, non facciamoci coprire di ridicolo," ha scritto su Facebook. "Capisco le buone intenzioni. Ma la differenza tra notte e giorno non la capisce nessuno. La difesa o è legittima sempre o non lo è assurdo fare queste distinzioni."

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